venerdì 22 febbraio 2019

18 febbraio - ancora sul processo Ilva: Testimonianze dei medici presentati dagli avvocati dello Slai Cobas sc - Il Dr. Mimmo Cassetta

AVVOCATO E. PELLEGRIN - Senta, lei quale professione svolge?
TESTE C. CASSETTA - Io svolgo la professione di medico di medicina di assistenza primaria (quindi medico di famiglia) per un 95% della mia attività e per un 5% medico del lavoro.
AVVOCATO E. PELLEGRIN - In quale parte del territorio della città ha avuto il suo ambulatorio e i suoi pazienti?
TESTE C. CASSETTA - Io ho sempre avuto l’ambulatorio nel borgo della città di Taranto - quindi Taranto centro - ed ho un secondo ambulatorio in Piazza De Amicis, quindi a duecento metri dall’ingresso di Statte dell’Ilva. È il quartiere Tamburi praticamente. Abbraccia anche un po’ di gente di Paolo VI. E, nel passato, anche qualche cittadino di Statte.
AVVOCATO E. PELLEGRIN - Senta, nell’ambito della sua attività lavorativa e del suo contatto con i pazienti, è venuto a conoscenza di particolari condizioni di rischio di esposizione ad agenti inquinanti?
TESTE C. CASSETTA - Allora, direttamente dai pazienti non può venire questa indicazione nel senso che i pazienti non sanno l’origine delle loro malattie. Io personalmente, negli anni passati, dopo uno studio sulla famosa esenzione 048 - che è l’esenzione per i tumori a Taranto - ho tra i miei pazienti effettuato una mini ricerca e il mio dato personale raddoppia il dato del Distretto 3. Il Distretto 3 vedeva un malato su diciotto di cancro... io sono a 7.5 di presenza di malati di cancro tra maschi e femmine nel Distretto...
PRESIDENTE S. D’ERRICO - E qual è il Distretto 3?
TESTE C. CASSETTA - Il Distretto 3 è il Distretto Tamburi-Borgo-Città Vecchia. Il Distretto 4 è la restante parte della città, quella che va dal centro verso viale Magna Grecia, Salinella e tutti gli altri quartieri. Lì invece la presenza è di un malato su ventisei abitanti. Il Distretto 3 era intorno al 5% di presenza. Il mio parco clienti esprimeva il 7.5, quindi praticamente circa novantasei unità malate di cancro. Naturalmente con tutte le differenze perché, come ben sapete, nella 048 può rientrare
qualunque tipo di cancro. Io non faccio l’epidemiologo, quindi non so dirle poi che nesso ci può essere. Però, in grandi linee, la presenza della 048 si aggirava intorno al 7.5%. Quindi devo dire che nel bacino in cui opero c’è questa forte presenza.

AVVOCATO E. PELLEGRIN - Senta, proprio invece nell’ambito della sua esperienza diretta, ha potuto constatare direttamente la presenza di un’esposizione ad agenti inquinanti? Cioè ha potuto constatare la presenza di polveri nel quartiere dove lavora?
TESTE C. CASSETTA - Quello che verifico io su quei quartieri è un senso generalizzato di paura e un senso di rischio, un senso di pericolo. Questo percepisco normalmente tra i miei pazienti. Negli anni passati... Io sono medico da più di trent’anni, vedevo una sorta di indifferenza, quello che noi in Medicina del Lavoro chiamiamo “evitamento” - cioè quando ti viene posto un problema hai due strade - e, quindi, molto spesso loro cercavano di evitare la discussione. Questo è avvenuto per molti anni. E anche di negare, tutto sommato, il rapporto con la grande industria e con questo territorio. Dopo il 2010 (penso 2012), quando ci sono stati studi di un certo rilievo e c’è stato un certo fermento nella città di Taranto, penso che abbiano preso consapevolezza della loro condizione. Allo stato attuale, la consapevolezza si è trasformata in rassegnazione. Quindi incomincio a vedere tutte quelle malattie che possono essere collegate a una condizione di forte stress e di forte paura del pericolo, cioè di un rischio generalizzato che non si riesce a percepire. Guardi, io ho pazienti anche nel centro di Taranto e anche dei professionisti. Il pericolo lo percepiscono anche loro però, forse, la rassegnazione no perché hanno altri strumenti di difesa. In questi quartieri noi facciamo i conti anche con un attacco straordinario alla salute della gente da parte proprio degli organismi della A.S.L., nel senso noi non possiamo prescrivere esami. Ma in questi quartieri più poveri c’è una sorta di rassegnazione e, quindi, le malattie diventano malattie psicosomatiche. Che le devo dire? Le coliti, le ulcere, tutte... Gli attuali ordinamenti praticamente ci impediscono di effettuare alcuni accertamenti (le risonanze magnetiche, le TAC). Quindi c’è una limitazione anche sotto questo aspetto che fa sentire ancora di più il peso. Insomma sapere di poter essere ammalati e di non potersi curare è diverso che sapere di ammalarsi e potersi curare. Questa è la grande differenza che io vedo in questi quartieri rispetto alle altre realtà.
AVVOCATO E. PELLEGRIN - Senta, lei è al corrente anche di condizioni particolari di esposizione con riguardo agli agenti inquinanti dei lavoratori del cimitero di San Brunone a Tamburi?
TESTE C. CASSETTA - Ho un paio di miei pazienti che lavorano al cimitero. Mi raccontano di una enorme quantità di polveri. Però non ho un riscontro preciso di questo.
CONTROESAME DELLA DIFESA AVVOCATO P. ANNICCHIARICO - Lei prima ha parlato di queste coliti spastiche che ha visto comunque crescere, di queste ulcere. Questi comportamenti - per quella che è la sua competenza tecnica - possono essere collegati anche a un momento di depressione economica forte o no? Questo fatto, queste preoccupazioni economiche non danno questo tipo di problema anche?
TESTE C. CASSETTA - Non penso. In altre realtà queste malattie sono più sviluppate nei ceti più ricchi, se vogliamo. Il fatto che compaiono... Non c’è la percezione... Cioè in questi quartieri il rapporto ce l’hanno - oggi - principalmente con il medico di famiglia, con il pediatra, con le persone che ci sono gratuitamente, quindi non hanno nemmeno il tempo di pensare alla psicosomatica; cosa che invece avviene tra le persone che stanno meglio. Quando qui compaiono queste patologie io sono più preoccupato: perché non vanno dallo psicologo e quindi devono assumere farmaci e quindi altri veleni. Mi spiego? È questa la differenza.
AVVOCATO P. ANNICCHIARICO - Sì, sì. La mia domanda era più semplice: se lei, per la sua competenza tecnica, sa se preoccupazioni di carattere economico diano la stessa manifestazione di coliti da stress e cose di questo tipo.
TESTE C. CASSETTA - No.
AVVOCATO P. ANNICCHIARICO - Quindi lei lo esclude questo.
TESTE C. CASSETTA - No: perché lì sono sempre stati i poveri, Avvocato. Capisce? Io sono figlio di un medico - che operava anche lì - e le posso dire che mio padre non discuteva, nei suoi studi, delle parrucche delle pazienti. Nei miei studi adesso non si vedono più le influenze: si vedono solo i cancri e malattie correlate, leucemie. Il dibattito tra alcune signore negli ambulatori - mi riferisce la mia segretaria - avviene se conviene comprare la parrucca a Martina o da un’altra parte.
AVVOCATO P. ANNICCHIARICO - Poi le volevo chiedere: quando un paziente è affetto da malattie di questo genere (quindi comunque formazioni tumorali e cose di questo tipo) se le capita - per la sua esperienza - di vedere che comunque alla fine del ricovero, dopo un po’ di tempo, le portano la cartella clinica da far vedere.
TESTE C. CASSETTA - Sì. Noi vediamo i fogli di dimissione degli ospedali che sono poi un sunto della cartella clinica.
AVVOCATO P. ANNICCHIARICO - Le cartelle cliniche non vengono richieste?
TESTE C. CASSETTA - Non vengono.
AVVOCATO P. ANNICCHIARICO - Quando devono essere fatte poi - che so - le chemioterapie e cose di questo tipo in un’altra sede, non viene mai richiesta?
TESTE C. CASSETTA - Ma questo poi è l’Oncologia... è il reparto di Oncologia che fa la storia. Noi abbiamo i nostri dati ma non richiediamo mai.
AVVOCATO P. ANNICCHIARICO - Il paziente, per quella che è la sua conoscenza.
TESTE C. CASSETTA - Ma il paziente, se deve andare avanti nella sua... allora la richiede. Altrimenti non la richiede. Devo dirle che c’è anche una sottovalutazione del problema in questi quartieri. Perché, per esempio, mei quartieri, non c’è proprio la cultura della cartella clinica...
PRESIDENTE S. D’ERRICO - Avvocato, comunque queste domande sono del tutto estranee al capitolo di prova... queste domande non sono ammesse perché esulano dall’oggetto della prova.
AVVOCATO S. LOJACONO - Lei ha parlato di una... l’ha definita “ricerchina” che ha fatto e rispetto alla quale ha anche dato dei riferimenti numerici, delle percentuali - giusto? - poco fa.
Potrei chiederle dei piccoli riferimenti temporali su questa “ricerchina”? Da che anno a che anno andrebbe?
TESTE C. CASSETTA - Quella dello 048 è dal settembre del 2013. Mi fu chiesto da alcune organizzazioni e tutti i medici furono - diciamo - allertati e ci fu richiesto... A me lo chiese una mia collega, voglio dire.
AVVOCATO S. LOJACONO - Posso chiederle chi è questa collega, nome e cognome?
TESTE C. CASSETTA - La collega è la Dottoressa Parisi che è pediatra. Lo studio mi sembra che fu pubblicato poi da PeaceLink. L’eccesso di mortalità sul territorio dei Tamburi, Borgo e Paolo VI fu un referto epidemiologico e fu uno studio epidemiologico del Dottor Valerio Gennaro. Questo è uno studio a cui noi ci siamo prestati a dare il nostro contributo. Io personalmente mi sono estrapolato dal mio computer quanti malati di cancro avevo.
AVVOCATO S. LOJACONO - Quindi lei poi ha ritrovato il risultato anche di quelli che erano i dati che lei ha trasmesso, in una pubblicazione di PeaceLink. Giusto? Siccome dobbiamo parlare poi di cose precise, questa pubblicazione di PeaceLink che cos’era: un articolo, un comunicato, una rivista? Non penso che PeaceLink pubblichi su riviste scientifiche. Quindi se mi dice dove ha pubblicato i dati PeaceLink: sul suo sito?
TESTE C. CASSETTA - “InfoComune”, “La strage di Taranto e il codice 048”.
AVVOCATO S. LOJACONO - Quindi se adesso io le chiedo se lei è in grado di fornire al Tribunale, alla Corte d’Assise i nomi, i tipi di patologia, il momento di insorgenza della patologia, di tutti questi casi che lei ha comunicato alla Dottoressa Parisi e che poi sono stati comunicati a PeaceLink...
TESTE C. CASSETTA - No, non posso dare ad altri il nome dei miei pazienti per un problema di privacy... Io non faccio il ricercatore, non faccio... Peraltro il concetto che ho del metodo scientifico è tutto mio personale, nel senso che credo che passi attraverso la raccolta dei dati personali del paziente. Io appartengo a una vecchia concezione della medicina, lavoro poco con i computer. Quindi ascolto.
PRESIDENTE S. D’ERRICO - E da quel momento a oggi ha fatto altre verifiche, dal 2013 al 2018/19?
TESTE C. CASSETTA - No, no: perché il nostro parco clienti rimane quello. Sono morti molti pazienti... qualcuno è morto, qualcuno è in trattamento, tanti sono sotto chemioterapia.


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