Lo
“storico” sciopero di 45.000 operai alla frontiera nord del
Messico che scuote l’industria automobilistica del Nordamerica
06
FEBBRAIO 2019
Gli
impresari del settore manifatturiero riportano perdite per quasi 2
milioni di dollari al giorno, ad una settimana dall’inizio dello
sciopero del lavoro.
Lo
“storico” sciopero di 45.000 operai alla frontiera nord del
Messico che scuote l’industria automobilistica del Nordamerica
Manuel
Hernández Borbolla
Uno
sciopero operaio senza precedenti alla frontiera nord del Messico ha
generato perdite milionarie nell’industria automobilistica
dell’America del Nord. E gli impresari temono che la ribellione dei
lavoratori possa estendersi ad altre regioni del paese dopo l’aumento
decretato dal Governo del presidente Andrés Manuel López Obrador.
Si tratta di quasi 45.000 lavoratori di 45 imprese maquiladoras
(stabilimenti di assemblaggio) -nella loro maggioranza di
autoricambi-, situate nella città di frontiera di Matamoros,
Tamaulipas.
Gli operai sono scoppiati in sciopero chiedendo un
aumento salariale del 20% e il pagamento di un premio annuale che è
aumentato in modo sostanzioso dopo il decreto licenziato da López
Obrador per aumentare il salario minimo in tutto il paese, ma con un
maggiore importo nella frontiera nord del Messico. Un premio che, con
l’aumento di legge, ha raggiunto i 32.000 pesos (1.680 dollari) per
ogni lavoratore. Lo sciopero è scoppiato lo scorso venerdì 25
gennaio, dopo che i lavoratori, sfiduciati per la corruzione dei
propri dirigenti sindacali, hanno contattato l’avvocata del lavoro
Susana Prieto Terrazas come loro consigliera. In una intervista a RT,
l’agguerrita laureata che abita a Ciudad Juárez, famosa per dare
consulenza giuridica ai lavoratori delle maquilas nella sua pagina di
Facebook, afferma che lo sciopero è il frutto di un “furto” ai
lavoratori da parte delle imprese che producono parti per l’industria
automobilistica. “I lavoratori hanno detto che per colpa dei miei
video loro si sono messi in questa rivolta e che non li potevo
lasciare soli”, racconta la Prieto, spiegando dettagliatamente le
motivazioni che hanno causato il conflitto.
I
dettagli di uno “storico” sciopero
“Le
imprese hanno voluto eludere il pagamento del premio unico di cui i
lavoratori hanno diritto da più di 15 anni”, precisa l’avvocata.
In questo senso, la Prieto spiega che, per legge, ogni anno doveva
aumentare tutto il salario minimo, ma attraverso una manovra
contrattuale con i dirigenti sindacali le imprese eludevano l’aumento
dei salari mediante il pagamento di un premio unico. Detto premio
annuale veniva fissato moltiplicando la differenza del salario minimo
da un anno all’altro per i 365 giorni dell’anno. Se dal 2015 al
2016 la differenza del 4% d’aumento del salario minimo equivaleva a
2,94 pesos, questa quantità veniva moltiplicata per i 365 giorni
dell’anno e gli davano un premio di 1.073 pesos (56 dollari)
all’anno. Ma con il decreto per aumentare il salario minimo nella
frontiera nord, la differenza tra il salario minimo del 2018 e il
2019 è di 88,36 pesos, il doppio di quello che si aveva prima
(passando da 88,36 pesos a 176,72 pesos, da 4,60 a 9 dollari al
giorno), che dà un premio unico di 32.251 pesos (1.686 dollari). Una
differenza che le imprese hanno voluto evitare ad ogni costo. “Non
hanno mai creduto che sarebbe giunta una persona che avrebbe
aumentato del 100% il salario minimo”, spiega la Prieto Terrazas,
che afferma che le dimensioni dello sciopero rappresentano un
avvenimento storico. “È qualcosa che non era mai avvenuto. Non c’è
un precedente uguale. I lavoratori di Matamoros stanno facendo
storia. Sono in una posizione di potere di fronte alle imprese, ai
tre livelli di governo e ai sindacati”, dichiara l’avvocata.
Accusa che anche se dei dirigenti sindacali (come Juan Villafuerte,
segretario generale del Sindacato dei Braccianti Operai Industriali
dell’Industria della Maquila) e dei politici (come Ricardo Monreal,
dirigente del gruppo di Morena al Senato) hanno voluto mandare
all’aria lo sciopero per favorire le imprese, gli operai non lo
hanno permesso, fatto che ha creato un’agitazione in tutta la
fascia nord e nei centri delle maquilas del paese. L’avvocata ha
anche denunciato una campagna di persecuzione, disinformazione e
minacce di morte contro di lei, oltre alla repressione contro alcuni
lavoratori. Delle 45 imprese che sono scese in sciopero, 15 di loro
hanno accettato le condizioni poste dai lavoratori. Ma gli operai si
sono uniti e hanno mantenuto lo sciopero delle attività fino alla
risoluzione delle condizioni contrattuali per tutti i dipendenti del
settore della maquila. Attualmente sono 31 le imprese che hanno
accettato di pagare un aumento del 20% e il premio unico, anche se
ancora ci sono 11 imprese ostinate a non dare il premio, secondo
quanto spiega l’avvocata. “I lavoratori stanno apprendendo che la
loro forza lavoro è il motore che muove tutta questa industria
multimilionaria intorno al mondo che appartiene solo a 10 famiglie.
Se i lavoratori si rendono conto di questo, avremo una società più
giusta perché sapranno chiedere migliori salari”, dichiara la
Prieto. Lo sciopero operaio a Matamoros ha fatto sì che altri
collettivi di lavoratori chiedessero migliori condizioni di lavoro
nelle proprie imprese, così come è successo con i lavoratori della
Coca Cola e gli operai di altri centri industriali come Aguaprieta,
Mexicali e Ciudad Juárez, che hanno già contattato l’avvocata
affinché gli dia legalmente consulenza. “Questo era quello che non
volevano: questo fervore che c’è del movimento operaio nella
fascia di frontiera, derivato dal furto che le imprese stanno facendo
ai lavoratori”, afferma. Per questo, afferma che le versioni del
settore imprenditoriale sul modo in cui gli scioperi provocheranno
una fuga di capitali è una campagna mediatica che non corrisponde
alla realtà. “Quando se ne andranno le imprese negli USA per
pagare tra i 12 e i 26 dollari l’ora ai lavoratori che qui pagano
150 pesos (7,8 dollari) giornalieri?”, mette in discussione. E
lancia un ultimo avvertimento. “Che rispettino il decreto o gli
scoppierà una vera rivoluzione”, afferma la Prieto.
Perdite
milionarie
Ad
una settimana dall’inizio del conflitto, gli impresari delle
maquilas riportano delle perdite quotidiane di 37,5 milioni di pesos
(1,9 milioni di dollari), secondo il presidente del Consiglio
Nazionale dell’Industria della Maquila e della Manifattura
d’Esportazione (INDEX), Luis Aguirre. La maggioranza delle imprese
della maquila in sciopero appartengono al settore elettronico e degli
autoricambi. Le esportazioni automobilistiche dal Messico
rappresentano quasi il 36% delle manifatture esportate nel 2018, con
un valore di 142.177 milioni di dollari, secondo la Reuters. Dopo lo
scoppio dello sciopero, 15 maquilas hanno annunciato le proprie
intenzioni di andarsene dal paese. Nel frattempo, il settore
imprenditoriale, attraverso organizzazioni come l’INDEX e il
Consiglio Coordinatore Imprenditoriale (CCE), hanno fatto un appello
al Governo di López Obrador e al Governo del Tamaulipas affinché
intervengano nel conflitto e diano una soluzione alla crisi. Le
organizzazioni imprenditoriali argomentano che lo sciopero è
“illegale”, a seguito del fatto che la Giunta Locale di
Conciliazione e Arbitraggio ha dichiarato l’incompetenza per 13
imprese del settore automobilistico e le ha rimandate alla Giunta
Federale. “Allo stesso tempo ha dichiarato inesistente lo sciopero
in 16 imprese supplementari, che implica che devono iniziare di nuovo
le attività”, hanno dichiarato in un comunicato il CCE e le altre
organizzazioni degli industriali.
La
posizione del Governo
Intanto,
la Segreteria del Lavoro e della Previdenza Sociale, la cui titolare
è Luisa María Alcalde, afferma di non avere giurisdizione per
intervenire sul tema, anche se il Governo di López Obrador ha già
inviato dei funzionari per cercare di conciliare tra le parti. “Nel
conflitto del lavoro di Matamoros, si deve puntare sul dialogo e
sull’intesa tra le imprese e i lavoratori, è l’unica via
ragionevole per trovare una vera soluzione. Nonostante siano degli
scioperi locali, continueremo a cooperare per un’intesa”, ha
detto la segretaria del Lavoro nella sua pagina Twitter. Una
posizione che, nonostante ciò, non ha lasciato soddisfatti i
rappresentanti del settore imprenditoriale, così come ha manifestato
il presidente della Confederazione Padronale della Repubblica
Messicana (Coparmex), Gustavo de Hoyos, che ha affermato che lo
sciopero dei lavoratori a Matamoros mette a rischio decine di imprese
e migliaia di posti di lavoro, così come la reputazione del paese di
fronte agli investitori stranieri. Perdite economiche che, nonostante
ciò, non hanno potuto fermare lo sciopero che si mantiene a
Matamoros e potrebbe estendersi in altre regioni del Messico.
2
febbraio 2019
RT
Traduzione del
Comitato Carlos Fonseca: Manuel
Hernández Borbolla, “La “histórica” huelga de 45.000
obreros en la frontera norte de México que sacude a la industria
automotriz de Norteamérica” pubblicato il 02/02/2019 in
RT, su
[https://actualidad.rt.com/actualidad/304323-historica-huelga-45000-obreros-frontera]
ultimo accesso 05-02-2019.
TRATTO
DA INFOAUT.ORG
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