Cazzago S.Martino, l’azienda ‘italiana’ appalta il lavoro al laboratorio ‘cinese’ dove operai pakistani, anche richiedenti asilo, in condizioni brutali vengono fatti lavorare 12 ore al giorno, ritmi pressanti, chiamati ‘a giornata’ quando e come servono, massima disponibilità requisito indispensabile, senza misure di sicurezza verso polveri colle solventi, a bruciarsi i polmoni fino a quando, come sta accadendo ora, il padroncino comincia a non pagare più, nemmeno quella misera paga già dimezzata, perché è giunta l’ora di cambiare la squadra.
Gli operai non ci stanno, vogliono cambiare. Hanno capito che sottomissione è solo vita da schiavi fino a quando non ti scaricano.
Venerdì un primo presidio di protesta alla Dora srl di Cazzago S. Martino, ore 8.30, la committente, il padrone vero quello che non appare mai, quello che da in appalto il lavoro, che non si cura delle condizioni di lavoro, della retribuzione, quello che fa solo profitti.
Quello che pretende di apparire con le mani pulite perché il lavoro sporco sul campo lo fa qualcun altro.
È il principale responsabile, deve essere contestato come tale.
Per rivendicare gli stipendi arretrati, la regolarizzazione contrattuale, per fare un passo in avanti nella battaglia generale contro gli appalti nelle fabbriche, un cancro che favorisce lo sfruttamento e indebolisce la classe operaia.
Chiediamo una presenza solidale e attiva, per unire le lotte che ci sono, contro lo sfruttamento, il razzismo, la repressione.
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