"Nella loro lotta contro le autorità così come contro i singoli borghesi, gli operai si mostravano dappertutto intellettualmente e moralmente superiori, e nei loro conflitti con i così detti datori di lavoro, mostravano che ora essi, gli operai, erano gli uomini colti e che i capitalisti, invece, erano degli uomini rozzi. Inoltre essi conducevano la lotta per lo più con un senso di umorismo che è la prova migliore di quanto fossero sicuri della loro causa e consapevoli della loro superiorità". [Londra, 1 Luglio 1874).
Gli operai si devono porre il problema della conoscenza
Noi operai, come compagni,
siamo alle fabbriche e siamo impegnati tutti i giorni nella lotta
sindacale. Questa campagna sul 200° anniversario della nascita di
Engels è stata uno strumento anche per noi per avanzare ed essere
avanguardie reali, complessive, perchè le avanguardie non sono solo
di lotta ma sono quelle che si pongono la questione, come ci insegna
Engels e Marx, della conoscenza.
Alle fabbriche quando portiamo
tematiche differenti, come è successo anche con il depliant su
Engels, c’è uno spirito diverso di risposta degli operai, che
chiaramente è frutto della condizione della classe operaia oggi,
frutto di una situazione determinata; ma la campagna Engels ha
permesso di parlare delle ragioni della loro condizione, di arrivare
al dunque. E’ come se si sgombrasse il campo dei contorni e si
arriva al centro della questione. Nel senso che, come emerso dalle
discussioni ai cancelli nei giorni scorsi, si sviluppa un dibattito
sui nodi di fondo della lotta di classe: da un lato operai che
prendono coscienza che se ci fermiamo siamo noi che determiniamo
tutto, dall’altra alcuni che dicono che se si fermano i padroni è
finita, non c’è il lavoro, etc., con un ribaltamento della
situazione.
Questo dimostra che a maggior ragione se c’è
la coscienza di classe di un solo operaio o di gruppi di operai, essa
diventa come una scintilla che può incendiare la prateria. Questa è
una questione interna ed esterna, perchè si impara la lotta
politica, come ci insegnano i nostri maestri, dall’esperienza
concreta della lotta, dall’elevazione dell’attività verso la
classe, che chiaramente non può prescindere dalla lotta di classe
quotidiana che tutti i compagni devono essere impegnati a fare, ma
con la comprensione costante che questa non basta. In questo senso,
questa campagna non è una vuota celebrazione, ma serve a riportare
alla classe operaia quello che c’è scritto anche nel depliant, che
siamo in una situazione in cui nelle fabbriche il capitale, il
suo sistema vuole rendere gli operai come delle bestie.
Ma per
farlo serve appunto un lavoro dei comunisti.
Il proletariato è combattuto nella dialettica tra sofferenza e missione storica
Questa campagna per i 200 anni di Engels ha
segnato un tratto importante di discontinuità nella nostra attività
tra gli operai. Portare la necessità della teoria della scienza per
rafforzare e illuminare la prassi tra gli operai, attraverso la
figura di Engels maestro del proletariato, ha dato forza ed energia,
ed in un certo modo si è sentita la differenza. Gli operai hanno
risposto al nostro invito a celebrare Engels a impugnarne l’eredità,
a celebrarne assieme a noi gli insegnamenti. Le risposte dei
lavoratori che a volte si rappresentano lo studio come un peso in
rapporto agli impegni quotidiani, soprattutto da parte delle operaie,
sono comunque obiezioni che aprono alla soluzione dei problemi
quotidiani per liberare il tempo per lo studio. Altri commenti sono
stati di apprezzamento, qualche operaio ha ripescato le sue
conoscenze dei tempi scolastici, politiche o filosofiche, altri con
qualche anno in più sono andati subito ai tempi della lotta, quando
gli operai della Fiat avevano alzato la grande immagine di Marx nei
cartelli e dentro le rivendicazioni. E’ una campagna che è stata
positiva, perché ci ha restituito delle indicazioni importanti su
come elevare sempre di più il nostro lavoro politico, la teoria,
questa scienza che illumina la prassi, come l’analisi di Engels
sullo Stato, dove ci dice che “lo Stato è per regola della classe
più potente economicamente determinante e lo diviene anche
politicamente..., lo Stato che serve a tenere sottomessa la classe
operaia, per un sistema di sfruttamento…”, sistema che mette a
disposizione esso stesso gli strumenti per il suo superamento. Questo
rapporto tra la teoria e la prassi è sempre presente, per esempio,
quando Engels descrive gli operai come bestie che restano
assoggettati al sistema di sfruttamento se non si ribellano e non
sentono quotidianamente la necessità di opporsi alla classe
dominante, ai padroni, che solo così possono elevarsi, tornare
innanzi tutto a sentirsi uomini”; o quando scrive “l’arma della
critica non può certamente sostituire la critica delle armi, la
forza materiale deve essere contrastata dalla forza materiale, ma la
teoria diviene una forza materiale non appena si impadronisce delle
masse’. Tornando al sistema capitalista, allo sviluppo delle forze
produttive, troppo spesso oggi sono considerate solo dal punto di
vista della catena che rappresentano il sistema di sfruttamento, il
lavoro salariato e nello specifico l’attività industriale, le
macchine, i grandi impianti, fino alla scientifica rilevazione dei
tempi delle catene di montaggio. Però si tratta di un sistema che ha
già al suo interno i mezzi per essere superato, per passare ad una
società nuova, sia perché il passaggio dai modi di produzione
precedenti a quello capitalista ha favorito la nascita del
proletariato, il “becchino” dei capitalisti, sia perché è un
sistema che sviluppa la contraddizione: socializzazione della
produzione e appropriazione privata dei prodotti e dei profitti.
Qui sta un altro importate elemento scientifico della teoria nella
lotta per l’emancipazione, per la rivoluzione per i proletari, che
non è un elemento da poco, sia perché la base materiale è
importante, sia perché i limiti del lavoro politico verso gli operai
e la condizione soggettiva della classe operaia oggi hanno reso
questo elemento debole.
Dentro le fabbriche prevale l’idea che
sia difficile modificare questo sistema di sfruttamento, che i
rapporti di forza oggi non sia possibile cambiarli, perché i
padroni, oltre le catene, hanno creato le armi per mantenere il loro
sistema. Il proletariato è combattuto nella dialettica tra
sofferenza e missione storica, come Engels ha indicato chiaramente.
Il dato degli scioperi ribadisce la stretta connessione tra una
prospettiva e l’impegno pratico, con la crescita della coscienza
dentro la lotta; in questo senso Engels parla degli scioperi come
“scuole di guerra”.
Per concludere alcune citazioni dall’AntiDuhring
sul socialismo, sulla produzione.
“La società
impadronendosi di tutti mezzi di produzione per usarli socialmente e
secondo un piano, distrugge il precedente asservimento degli uomini
ai loro propri mezzi di produzione. Evidentemente la società non si
può emancipare senza che ogni singolo sia emancipato. Il vecchio
modo di produzione deve quindi essere rivoluzionato sin dalle
fondamenta e specialmente deve sparire la vecchia divisione del
lavoro”. “Tutto questo oggi non è più né una fantasia nè un
pio desiderio. Con il presente sviluppo delle forze produttive,
l’incremento della produzione determinato dalla socializzazione
delle stesse forze produttive, sono già sufficienti per ridurre,
posta una partecipazione generale al lavoro, il tempo di lavoro ad
una misura che, secondo le idee odierne, è minima.” “Certo, per
capire che gli elementi rivoluzionari, i quali elimineranno la
vecchia divisione del lavoro insieme con la separazione di città e
campagna e rivoluzioneranno tutta la produzione, sono già contenuti
in germe nelle condizione della produzione della grande industria
moderna e che il loro sviluppo viene ostacolato dall’attuale modo
di produzione capitalistico…”
Studiare queste teorie è una lotta verso la libertà
Saluto tutti i compagni
che hanno organizzato questa riunione. Grazie ai nostri maestri del
proletariato, che hanno lasciato una grande eredità, un grande
cammino per noi da seguire. Questo cammino e questa eredità dobbiamo
studiarla. Studiare queste teorie, questi maestri, è una lotta verso
la libertà.
Ringraziamo quelli che oggi hanno partecipato a
onorare il nostro grande maestro Engels.
Prima occorre studiare
le teorie dei nostri maestri e dopo studiare ancora. Prima non
conoscevamo i nostri diritti, lavoravamo e avevamo una paura dentro
di noi, che l’avevano seminata i padroni. Avevano seminato tra gli
operai la paura di perdere il posto di lavoro. Abbiamo subìto tanti
maltrattamenti, diciamo la schiavitù dei padroni. Ma dopo, quando
abbiamo cominciato a studiare, con altri compagni dello Slai Cobas,
ci siamo riorganizzati di nuovo e abbiamo capito cosa vuol dire
studiare e conoscere i nostri diritti. Che cosa vuol dire lottare per
vivere e per la libertà.
La informazione e lo studio servono
sempre alla lotta contro lo sfruttamento e contro la schiavitù dai
padroni. Noi abbiamo cominciato a studiare e abbiamo cambiato tante
cose nella nostra vita, veramente.
Studiando queste teorie
abbiamo capito che prima non avevamo niente veramente, eravamo come
degli sfruttati addormentati che non sanno oltre che cosa c’è.
Vogliamo lavorare sì, ma con dignità. È’ quello che abbiamo
imparato con lo studio. Abbiamo imparato a lottare e che la
lotta è l'unico cammino, l'unica strada per vincere la battaglia
contro i padroni e gli sfruttatori. Studiare per noi è una cosa
molto molto importante perché quando uno studia riesce a capire
e anche ad andare per un cammino giusto, su cammino che ha regole e
un obiettivo preciso. Questa è l’importanza dello studio.
Quindi
io chiedo a tutti i compagni, e anche agli altri, di cercare di
studiare per avvicinarsi a capire che cosa vuol dire la libertà, che
cosa vuol dire lotta contro lo sfruttamento e tutte le forme di
schiavitù.
Grazie a tutti.
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