Due giornate intense, articolate, difficili, data la situazione generale e quella di Taranto in particolare segnata dalla questione Ilva, ma le forze che fanno parte del Patto, lo Slai Cobas per il sindacato di classe, sostenuto dal circolo proletari comunisti, e il Fronte della gioventù comunista hanno fatto un passo in avanti nel rapporto con le masse e nella loro unità, rendendo il Patto un passo irreversibile e pronto ad allargarsi ai lavoratori, ai giovani, alle masse popolari e alle forze sociali e politiche in città che vogliano realmente unirsi e lottare su basi anticapitaliste.
I lavoratori sono stati protagonisti indiscussi della due giorni, unendo questioni della sanità alle questioni del lavoro, della lotta alla precarietà, del salario.
L'assemblea dei lavoratori delle pulizie Amat, organizzata insieme da Slai Cobas per il sindacato di classe e Cobas confederazione, che attualmente non fa parte del Patto, ha permesso di riunire le rappresentanze dei lavoratori, superando individualismo e particolarità che finora non hanno permesso ai lavoratori di pesare adeguatamente. L'assemblea ha avuto al centro la questione dell'aumento dell'orario di lavoro, il pagamento degli straordinari per il maggior lavoro di sanificazione dei bus, la dotazione di strumenti e materiali adatti a lavorare in sicurezza; ma soprattutto una forte denuncia del regime di appalti al massimo ribasso, con lavoratori sempre sotto pressione e minacciati di contestazioni quando non si è docili. "Mi sento schiavizzata", ha detto una lavoratrice durante l'assemblea.
Nell'assemblea è stato ribadito che il servizio dei trasporti è un nodo centrale nella lotta alla pandemia, nella riapertura delle scuole; i bus devono essere aumentati, puliti e sanificati più volte, questo deve portare all'aumento dell'orario di lavoro. La decisione è stata unanime: lotta! Presidi subito dopo le feste a Prefettura e Comune e, appena possibile per la procedura dei servizi pubblici essenziali, sciopero e blocco del servizio.
Nella stessa mattinata vi è stato un presidio breve ma intenso all'Ospedale Covid "Moscati". Questo presidio è stato preceduto da inchieste e colloqui con medici di base che avevano raccontato diversi aspetti critici della situazione. La loro voce, la loro richiesta, che è quella di tutto il personale sanitario, sono state messe nero su bianco e con cartelli e volantini sono state portate davanti all'ospedale.
Qui la cosa più importante è stata l'attenzione, l'interesse perchè finalmente organizzazioni sindacali di classe si occupavano della questione. Questo ha portato alcuni dei presenti agli ingressi dell'ospedale, familiari di ricoverati, ad unirsi nella denuncia, a testimoniare le varie gravità della situazione sanitaria che sta portando Taranto ad un primato nazionale di contagiati e di morti. Da questa iniziativa è emersa la proposta di uno sportello aperto specifico che possa permettere a lavoratori della sanità, a cittadini di rivolgersi e farne uno strumento di collegamento e organizzazione.
All' l'iniziativa si è concentrata all'appalto, dove grandi cartelli contro l'accordo Governo/ArcelorMittal e con le rivendicazioni operaie, hanno raccolto il consenso e numerose firme degli operai a sostegno della piattaforma. La questione ha toccato anche alcuni sindacalisti confederali attivi che visto l'interesse dei lavoratori sono intervenuti per confrontarsi con gli attivisti Slai cobas.
E' apparsa chiara una diversa valutazione dell'accordo padroni/governo, ma su questo è importante il lavoro che sarà svolto dentro e fuori la fabbrica e le Ditte dell'appalto, da qui allo sciopero generale del 29 gennaio.
Ma la novità principale della manifestazione sotto il Comune è stato il Patto d'azione anticapitalista per il fronte unico di classe, offerto anche dalla presenza di una forte delegazione del Fronte della gioventù comunista; studenti rossi schierati dietro lo striscione comune: "Lavoro casa salute facciamo pagare la crisi ai padroni" con falce e martello, con interventi che hanno inquadrato l'attuale lotta nella situazione attuale, denunciando i padroni che pensano solo ai profitti e colpiscono studenti e lavoratori e che, quindi, l'appello e l'unità che la manifestazione esprimeva deve essere mantenuta e sviluppata, perchè è e deve essere l'arma vincente per dare forza ai lavoratori nelle singole vertenze e dare forza alle lotte comuni per cambiare non solo le condizioni attuali ma l'intero sistema sociale capitalista.
Il presidio si è concluso con i prossimi appuntamenti: un'assemblea cittadina subito dopo la Befana, la marcia verso lo sciopero generale del 29 gennaio.
Interno a questo percorso la particolarità della giornata d'azione delle donne del 15 gennaio, le lavoratrici anche stamattina erano la maggioranza e le più combattive dei lavoratori presenti.
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