giovedì 31 dicembre 2020

30 dicembre - Che diritti ha una madre in Italia? La storia di un’operaia Amazon denuncia le condizioni delle donne lavoratrici

Sono una lavoratrice Italiana, di origine straniera. Dopo un breve periodo in cui ho percepito il reddito di cittadinanza, sono riuscita a trovare lavoro presso Amazon Torrazza Piemonte.

In azienda, a seguito di favorevoli giudizi sul mio lavoro, il mio riferente mi ha comunicato che mi sarebbe stato rinnovato il contratto per altri 3 mesi (come in effetti è successo). Così, fiduciosa nella possibilità futura di una mia assunzione a tempo indeterminato, ho accettato la loroproposta e mi sono completamente messa al servizio della ditta e di tutte le sue esigenze lavorative, anche lavorando in notturno (assumendo una baby sitter per quando ero costretta ad assentarmi di notte). Nel corso della mia normale attività lavorativa, a causa del ritmo di lavoro sempre più veloce e dello sforzo per il grande carico di lavoro, nel magazzino inciampo sul penultimo gradino della scaletta, cadendo da un’altezza di circa un metro E appoggiando il piede sul tallone rovinosamente. Alla fine del turno di lavoro, sono andata al pronto soccorso di Chivasso dove mi hanno medicato e mi hanno dato 13 giorni di infortunio. Dopodichè, torno ad Amazon dove il medico della sede mi impedisce di lavorare avendo visto che il trauma alle articolazioni non è del tutto ristabilito. Subito chiedo se ciò non si possa poi ripercuotere sulla decisione del rinnovo del contratto. Un responsabile di Amazon mi ha risposto che tale incidente non sarebbe stato preso in considerazione dato che durante tutto il mio periodo lavorativo mi ero sempre impegnata al massimo a svolgere le mie mansioni al meglio per l’azienda. Tuttavia, alla scadenza del contratto vengo chiamata dalla ditta che somministra il lavoro per conto di Amazon e mi si dice che Amazon non ha più bisogno di me. Nonostante che fino ai giorni antecedente all’infortunio ho sempre ricevuto apprezzamenti da parte dei miei superiori. Addirittura l’Inail contesta l’infortunio comunicandomi che: “il caso viene definito negativamente perchè non esiste nesso causale tra l’evento denunciato e la lesione accertata”, nonostante i referti degli specialisti ortopedici del Pronto soccorso, oltre il medico Legale specialista in ortopedia e traumatologia, sostengono che la mia lesione è dovuta al trauma della caduta mentre stavo lavorando in Amazon. Oltretutto l’Asl evita di prescrivermi riabilitazioni adeguate per poter guarire. Abbandonata dalle istituzioni dello stato che pure dovrebbero sostenerci in tali situazioni, mi rivolgo al sindacato Si Cobas intercategoriale, ai quali porgo i miei ringraziamenti per il loro sostegno non solo sindacale. In conclusione, ora mi trovo a dover combattere sia per garantire la sopravvivenza a me e alla mia famiglia, sia per recuperare la mia salute e la mia autonomia, con le stampelle da oltre due mesi. Ovvero per vedere riconosciuti e rispettati i miei diritti, come lavoratrice e come madre.”

Nessun commento:

Posta un commento