LA RICETTA DI FIOM/CGIL FIM/CISL UILM/UIL SI ABBATTE COME UNA SCURE SUGLI OPERAI. MESCHINI ACCORDI CON INCENTIVI ALL’ESODO (usando pure la Naspi!) PER SANARE DECENNI DI SFRUTTAMENTO E PER FARSI GARANTI DI QUELLO A VENIRE. SOLO I CIECHI NON NE VOGLIONO PRENDERE ATTO: CONTRASTARE I CONFEDERALI IN OGNI SEDE E LUOGO ‘QUI ED ORA’. TENARIS 180 ESUBERI PER COMINCIARE! SLAI COBAS SC VERSO UNA PIATTAFORMA OPERAIA, CON LA RIDUZIONE DI ORARIO A PARITÀ DI SALARIO E LA LOTTA PER LA SICUREZZA.
Si allargano come una macchia nera nelle fabbriche gli accordi confederali selettivi che eliminano gli operai che non reggono più il modo e i ritmi produttivi, operai che non si riconoscono nella fabbrica pesantemente trasformata, operai che adottano la soluzione individuale e accettano di diventare esubero.
Licenziamenti con incentivo, ristrutturazione con aumenti anche dei carichi individuali, parziale sostituzione degli esuberi con precari delle agenzie, impegnando l’intera struttura confederale a convincere gli operai a sostenere questi accordi, a non lottare contro i licenziamenti, a isolare i contrari.
É la linea sindacale confederale di cogestione per fabbriche ‘pacificate’ sottomesse ai profitti dei
padroni, che si riflette in queste trattative blindate monopolizzate dai segretari, dove la firma dell’accordo equivale allo sforzo per applicarlo:-con l’impegno attivo nella ricerca dei cosiddetti volontari (fino alla concorrenza tra delegati per portare alla propria organizzazione più conciliazioni possibili);
-con la propaganda al si per l’accordo tra gli operai che rimangono in fabbrica, diffondendo il modo di pensare del padrone, ovvero che sia giusto eliminare i vecchi, aumentare le mansioni e i ritmi individuali perché serve lo sforzo di tutti per recuperare mercato, perché siamo tutti sulla stessa barca;
-accettando la parziale sostituzione degli esuberi con precari delle agenzie docili e sottopagati.
Questo come tratto comune. A TenarisDalmine si è aggiunta anche la distorsione sui numeri dei licenziamenti effettivi: alle contestazioni dello Slai Cobas sc in assemblea ad es, hanno dovuto ammettere che i licenziamenti per Tenaris sono molti di più dei 180 esuberi incentivati. Che 180 dunque sono solo l’inizio e nascondere questo fatto e’ solo un sistema per raccogliere pareri favorevoli o opportunisticamente non contrari, tra gli operai così convinti di non essere toccati.
Sugli esuberi sono arrivate anche contestazioni ‘dall’opposizione Cgil’ delegati che hanno seguito le trattative, ma solo in assemblea hanno denunciano come la battaglia per i numeri andasse fatta all’inizio della trattativa, area per area, perché non facendolo si sarebbe dato carta bianca all’azienda per applicare l’accordo in maniera unilaterale sulla quantità dei licenziamenti… come si sta in effetti prospettando, con gli incentivi ora e i CdS/mobilità dopo. Ma queste critiche arrivano ora a giochi fatti, obiezioni deboli più per darsi un ruolo che per avere effetto, quando sarebbero servite mesi fa, per denunciare, informare gli operai di quanto accadeva nel chiuso degli incontri, per chiamare gli operai alla mobilitazione… ma lo stato delle cose vede la cosiddetta opposizione Cgil interessata agli equilibri interni e impedita allo stato attuale, a produrre effetti pratici sul campo.
ORA TUTTI AL VOTO?
Una trattativa blindata nella quale gli operai non hanno avuto un ruolo;
assemblee gestite per presentare l’accordo finale come immodificabile, al punto che hanno ignorato l’assenza in quei giorni di molti operai per la riduzione dei turni;
il referendum indetto in tutta fretta per ratificare l’operato di FiomFimUilm;
169 operai che hanno già maturato i requisiti per il prepensionamento e altri possibili ‘volontari’, decine di precari coinvolti con la possibile conferma se passa l’accordo, una schiera di iscritti ancora in discreto numero attenti alle direttive dei delegati, LA MANCANZA DI TRASPARE3NZA E CONTROLLO OPERAIO SULLE OPERAZIONI DI VOTO, con alcuni operai che hanno votato al termine dell'assemblea 5 giorni prima dell'inizio ufficiale delle votazioni!, rendono il votare No, senza la base di una lotta fatta in fabbrica, inefficace, utile solo ad alzare il quorum dei partecipanti, che indirettamente riconosce il ruolo e operato dei confederali anche se ne vorrebbe criticare l’esito o parti di esso. Questo è già successo quattro anni fa con il voto all’accordo sulla flessibilità.
Per queste ragioni Slai Cobas sc da indicazioni agli operai di BOICOTTARE IL REFERENDUM e di organizzarsi per dare battaglia contro questo piano di ristrutturazione, sulla base di una piattaforma operaia, per difendere posti di lavoro, salario, salute e sicurezza, diritti.
Di seguito la prima presa di posizione critica sottoposta agli operai per raccogliere contributi di critica all’accordo, anche specifici reparto per reparto, sostenere la partecipazione attiva alle assemblee, aggregare le forze contrarie, come base per l’opposizione a questo piano di ristrutturazione.
L’accordo aziendale alla crisi porta una sola soluzione, quella che vuole Rocca. Esattamente come sta chiedendo Bonomi (Confindustria) da settimane.
Fiom Fim Uilm e i loro delegati dicono di aver considerato vari strumenti. Falso.
Solo quelli che servono all’azienda, riduzione di organico, mano libera sulla nuova organizzazione del lavoro, dagli organici tecnologici, alle fermate…
LA RIDUZIONE DI ORARIO A PARITÀ DI SALARIO NON È STATA NEANCHE PENSATA LONTANAMENTE
Seguendo sempre la strada del padrone non si vedranno mai le possibilità di cambiamento, non si faranno mai passi in avanti, la riduzione di orario a parità di salario è un passo in avanti nella direzione giusta, per gli organici, per la sicurezza, per i posti di lavoro, per mettere finalmente in campo gli operai tenuti lontano dalle sale dove ‘loro’ trattano.
E’ LA SOLUZIONE PER ACCUMULARE FORZE NEI REPARTI, ATTORNO AD UNA PIATTAFORMA OPERAIA.
C’è poco di volontario negli esuberi: le condizioni di lavoro che peggiorano di giorno in giorno... sono una pistola puntata alla schiena.
Quelli che restano, sono volontari a subire tutto ?
Dire SI all’accordo prevede la totale sottomissione di chi resta: obbligati a pensare come il padrone.
La realtà è che chi esce viene messo in contrapposizione a chi resta.
In questo modo Fiom Fim Uilm vanno in aperta contraddizione, dimostrando di non poter fare sindacato: o ‘tutelano’ gli interessi dei loro iscritti che se ne vogliono andare, o ‘tutelano’ gli interessi di chi resta, che vogliono il lavoro, con i diritti, la sicurezza, la tutela della salute e del salario.
Ancora sui volontari: in realtà li approva (sceglie) l’azienda. Tutti quelli che votano Si pensando di andare, non ne hanno la certezza.
Fiom Fim Uilm dicono di voler salvare i contratti a tempo determinato e gli apprendisti.
Per prima cosa per farlo serve un punto dell’accordo dove sia scritto: ‘confermati, prorogati… nr operai… E questo non c’è. È un accordo, carta canta, non l’appuntamento per la pizza del sabato sera fatto a parole.
Il risultato sicuro è la diminuzione degli organici, la piena libertà per l’azienda di riorganizzare il lavoro, fermate, organici tecnologici, turni, orari, permessi ferie… e i contatti di solidarietà previsti fino al 2022!
Per chi si ricorda bene, dal 2015 sono serviti per ridurre il nr degli operai nelle varie postazioni e per dare massima flessibilità all’odl.
Con questi accordi non si difende il lavoro ma al contrario si preparano le condizioni per nuovi peggioramenti e prossimi esuberi. Gli operai non hanno alternative che organizzarsi e lottare contro le ristrutturazioni padronali e difendere lavoro, salute e salario, ora.
Mentre stanno aumentando i contagi nelle fabbriche questo accordo difende tutto l’operato dell’azienda durante la pandemia. L’unica sicurezza che conta qui è quella della produzione e del profitto.
I profitti dei padroni sempre salvati da questi accordi che fanno gli incentivi con i soldi pubblici della Naspi.
Per lo Slai Cobas sc questa prima critica è la base su cui costruire l’opposizione nei prossimi mesi, su di una piattaforma operaia, contro il via libera di Fiom Fim Uilm a Tenaris.
Facciamo sentire le critiche anche nelle assemblee, anche se le assemblee cercano di controllarle con i delegati.
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