I lavoratori e le lavoratrici dello Slai Cobas sc di Taranto si uniscono e solidarizzano con i familiari e l'ampia manifestazione svoltasi a Tamburi per la morte del piccolo Vincenzo.
L'inquinamento industriale, ma non solo, produce morti in questa città che quando riguardano anche bambini rendono acuto il dolore e la rabbia, e danno ragione a tutti i lavoratori e masse popolari che vogliono che questa strage abbia fine.
Per di più in un momento altrettanto drammatico della città che vede i contagi di pandemia e le morte raggiungere livelli sempre più alti.
Due cose vanno dette da parte nostra.
Uno, non far passare nessun nuovo accordo governo/ArcelorMittal/sindacati che non imponga l'ambientalizzazione d'emergenza della fabbrica, la bonifica del territorio con soluzioni condivise certamente non solo dagli operai di fabbrica ma dalle masse popolari di questa città, a partire da quelle dei quartieri più colpiti dall'inquinamento.
Noi siamo quelli che considerano che nocivo è il capitale non la fabbrica, e quindi pensiamo che senza lottare contro il capitalismo, il suo sistema non si può risolvere il problema della salute , della sicurezza e dell'inquinamento.
Siamo contro quegli ambientalisti che vogliono mettere una contrapposizione tra operai e cittadini sfruttando tumori e inquinamento.
Noi stiamo lavorando per il contrario di questo, per l'unità tra operai e masse popolari, per strappare risultati concreti sul terreno della difesa del lavoro e della salute, per fermare la 'macchina inquinante' attaccandola a partire dall'interno della fabbrica che vede negli operai le prime vittime e nella lotta intransigente degli operai la prima soluzione.
La morte di Vincenzo, però, è toccante e drammatica e chiama noi tutti a fare di più, di meglio e con urgenza. E il momento non è un futuro lontano, ma qui ed ora.
Dedicheremo una delle due giornate di lotta, indette per il 18 e 19 dicembre a livello nazionale a Vincenzo e a questa battaglia in fabbrica, in città e innanzitutto all'emergenza sanitaria.
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