Il 18 gennaio è stato firmato definitivamente il contratto collettivo nazionale del comparto scuola. I sindacati firmatari Cisl, Cgil, Anief e Snals stanno sbandierando il “ passo importante” raggiunto con un contratto già scaduto da ben due anni ma la loro esultanza è più che ipocrita e non corrispondente affatto a quanto vivono i lavoratori oggi nel loro complesso nel mondo della scuola perchè questo contratto non è altro che un nuovo tassello concreto del peggioramento/attacco alla condizione di lavoro del personale della scuola Docente e Ata.
La Uil che non ha firmato oggi parla di “amaro in bocca per l’occasione persa, perché con questo contratto c’era la possibilità di rimediare ad alcune forti storture del nostro sistema d’istruzione…” come se oggi fosse esente da tutte l’azione nefasta contro i lavoratori della scuola con i contratti firmati precedentemente mentre si affretta a rassicurare che non sarà esclusa dalle contrattazioni…
A detta dei Confederali e compagnia firmatari “le tasche” dei lavoratori della scuola si sarebbero riempite “di soldi”, ma in realtà si tratta solo di volgari e odiose falsità, con cui peraltro si trattano le tantissime lavoratrici e lavoratori della scuola come dei veri e propri emeriti ebeti, che non hanno neanche un minimo di cervello, perché basta poco per farsi i conti: di fatto la parte economica era già stata sottoscritta a dicembre 2022, gli aumenti con gli arretrati sono stati già percepiti a gennaio 2023, quindi si è trattato, per esempio, per i docenti di un aumento in media di 124 € lordi e per gli Ata di 97 € lordi, i lavoratori hanno quindi già percepito il 95% dei soldi e ora ricevono l’ulteriore 5 per cento che mancava corrispondente mediamente a 13 euro circa in più per i docenti e a 7 euro in più per il personale Ata.
Altro che arricchimento di tasche! Gli stipendi sono stati incrementati di appena il 5%, e di fronte al caroprezzi, a tutte le spese quotidiane, alle bollette sempre più care, questi aumenti sono assolutamente irrisori, insufficienti, inadeguati per un settore lavorativo che resta comunque a livello europeo tra i più bassi come retribuzione. I lavoratori della scuola si sono visti in questi anni colpiti i salari, si è perso circa in media il 15%, circa 300 € netti e non saranno questi aumenti per cui si sciacquano la bocca il governo Meloni/Valditara e i servi confederali a risolvere la situazione.
Così l’aumento delle risorse del MOF del 10% a parità di risorse trasferite per la contrattazione integrativa è solo una presa per i fondelli per i lavoratori che si stanno vedendo “aumentare” per esempio il compenso orario per le attività aggiuntive quando si fanno ma di fatto diminuiscono le ore o saranno distribuite a meno lavoratori perché i soldi stanziati non sono aumentati, il cosiddetto cane che si morde la sua stessa cosa.
I confederali come la Cgil in particolare rimarcano ipocritamente, per pararsi e per cercare di nascondere la nefandezza del contratto in sé, una nuova misura inserita in questo contratto che riguarda i lavoratori precari annuali, l’introduzione del permesso retribuito per motivi personali e familiari anche per i precari, che spettava fino al precedente contratto solo al personale di ruolo. Sicuramente si elimina una discriminazione che fino ad oggi hanno subito i precari, sia docenti che ATA, ma fermo restando che intanto si trattava di un atto dovuto e comunque di una misura che già doveva essere da anni prevista per il personale precario, in realtà è assolutamente parziale, perché riguarderà soltanto una fetta dei precari e cioè quelli che hanno un contratto annuale al 31 agosto e al 30 giugno, mentre saranno esclusi i tantissimi precari temporanei, cioè "l'ultima ruota del carro" della scuola, che invece restano discriminati in tutto. Precari, e ricordiamo a maggioranza donne, a cui non hanno praticamente garantito quasi nulla: appena un mese di malattia pagato al 50% e se si esaurisce sono soggetti a licenziamento, non hanno previsto nessun giorno se capita loro un'esigenza familiare. Si tratta di un personale a maggioranza fatto da lavoratrici donne che hanno tante difficoltà, soprattutto da supplenti, a gestire anche il tempo lavoro, il tempo famiglia e quindi assolutamente discriminate, visto che siamo in un paese in cui il lavoro, il peso, la cura della famiglia, dei figli è quasi tutto scaricato sulle spalle della maggioranza delle lavoratrici, delle donne.I supplenti brevi inoltre restano assolutamente penalizzati per quanto riguarda il pagamento dello stipendio, perché per mesi e mesi il Mef conitnua a non pagare gli stipendi.
Restano poi tutti i problemi annosi della scuola che addirittura si aggravano e sui cui i sindacati firmatari si sono limitati alle denunce/lacrime da coccodrillo in questi mesi, resta il problema degli organici che non vengono assolutamente potenziati, permane il divieto di chiamare i supplenti, e soprattutto per quanto riguarda gli ATA, resta la questione della insufficiente stabilizzazione dei precari in un paese in cui il precariato è veramente una piaga sociale. Secondo recenti dati statistici il tasso di precarietà nella scuola italiana ha raggiunto il 25%., un docente su quattro che siede in cattedra è precario, e si aggiunge anche tutto il precariato Ata. E con la revisione dei titoli di accesso nelle graduatorie di 3 Fascia del personale Ata, con questo contratto, per esempio, si butteranno fuori dalle graduatorie illegittimamente tantissimi precari e precarie.
Problemi che si aggraveranno ancora di più alla luce anche dell'ulteriore pesantissimo attacco che questo governo si prepara a fare nell'anno scolastico 2024-25 con il ridimensionamento e la conseguente soppressione di centinaia e centinaia di scuole che colpirà soprattutto il sud e a maggior ragione con la questione dell'autonomia differenziata su cui che il governo Meloni sta procedendo a tappe forzate.
Mentre si aggiungono nuovi peggioramenti per i lavoratori, vedi anche il vincolo triennale sulla mobilità che oltre ai contratti sulla mobilità (trasferimenti e assegnazioni) ora entra ufficialmente nel contratto nazionale con alcune deroghe ma la sostanza non cambia, penalizzando tanti lavoratori e soprattutto donne lavoratrici della scuola che in tanti casi rinunciano anche al ruolo per esempio al Nord, venendo dal Sud, per l’impossibilità concreta di potere per esempio permettersi le spese.
Ma questo contratto è un ulteriore attacco in senso anche ideologico, e poi pratico, perché costituisce un ulteriore passo in avanti in quella che deve essere la marcia rapida moderno fascista che questo governo vuole portare avanti,.
La scuola ideologicamente e praticamente deve essere sempre più fondata sul merito, sulla logica gerarchica e verticistica, con privilegi per pochi, a danno dei tanti e quindi sulla divisione dei lavoratori, sul depotenziamento dei lavoratori, vedi per esempio il nuovo ordinamento professionale del personale Ata previsto da questo contratto e così decantato dai firmatari del contratto come una delle vere novità di esso mentre si tratta di un vero e proprio peggioramento della condizione di lavoro:
gli amministrativi non hanno riconosciuto nessun innalzamento di livello contrattuale mentre sono sempre più investiti di carichi di lavoro e gli si vuole scaricare illegittimamente la lavorazione di pratiche non di loro competenza e di altri Enti come quelle per esempio delle pensioni/Passweb/Inps, o la nuova guerra tra poveri che si produrrà inevitabilmente con l’istituzione di nuove figure intermedie e ambigue per non dire altro come quella dell’Operatore Scolastico, un misto di collaboratore scolastico, assistente ai disabili di tipo non specialistico e di supporto alle segreterie nello stesso tempo che non risolve affatto né il problema degli organici né dei carichi di lavoro e che si userà per esempio illegittimamente dalle istituzioni che tagliano le risorse contro i precari delle Coop Sociali specializzati che già si occupano di studenti disabili nelle scuole, come in Sicilia, per estrometterli dal mondo della scuola
Ma anche con questo contratto il governo Meloni/Valditara con l’azione complice dei sindacati firmatari vuole agire per scardinare la potenzialità dei lavoratori nell'unirsi, nel fare determinate battaglie o proteste, per dare invece sempre più poteri, anche repressivi, ai dirigenti scolastici manager accerchiati dall’elite dei collaboratori, tutor e orientatori al servizio della scuola che deve vedere studenti e lavoratori sempre più collimati alle esigenze dei padroni e oggi della guerra, e avere sempre più larghi margini di attaccare i diritti dei lavoratori e reprimere le giuste proteste degli studenti.
Lottare contro tutto questo e organizzarsi per farlo tocca oggi ai lavoratori e alle lavoratrici della scuola!
Slai Cobas per il sc Palermo
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