Ex Ilva Amministrazione straordinaria: Tutti contenti - Ma cosa significa per gli operai?
Il governo ha deciso per l’ex Ilva l’amministrazione
straordinaria con l’appoggio delle organizzazioni sindacali
confederali e Usb. Anche i sindacati, come all'inizio
Palombella della Uilm, dicevano NO all'AS, oggi tutti sono
soddisfatti, perchè è stato mandato via dal governo Mittal e la
famigerata Morselli. Di fatto si è propagandata l’idea che se
governance e management cambiano la gestione di questa fabbrica i
problemi si risolvono. E’ una illusione profonda.
Mentre
non si capisce - o si può capire molto bene - quello che significa
dal punto di vista degli operai della Acciaieria e dell’Appalto.
In tutti questi mesi di incontri romani nessuna piattaforma operaia è stata posta sul tavolo, nessuna rivendicazione concreta a difesa dei lavoratori: dalla minima dell'integrazione salariale alla cassintegrazione (milioni ai padroni e neanche centinaia di euro agli operai); alla ripresa del lavoro sia nell'appalto che per tutti in Acciaieria; dal blocco dei licenziamenti; all'impegno nelle bonifiche area industriale degli operai da più di 5 anni in cig in AS; al contratto unico metalmeccanico e a tempo indeterminato per tutti nell'appalto; da 25 anni bastano per andare in pensione, al rientro nei lavori usuranti/legge amianto; alla riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga in siderurgia
Noi consideriamo l’amministrazione straordinaria un rimedio peggiore del male.
Saremmo contenti di sbagliarci SE gli operai, a partire dall’appalto ritornassero in massa a lavorare; se finisse la cassa integrazione permanente ad Acciaierie che fa lavorare a volte anche per pochi giorni al mese; se gli operai Ilva in As rientrassero in fabbrica; se l’ambientalizzazione di impianti e attività produttiva avesse una accelerata; se gli operai Acciaieria possano lavorare in sicurezza e i loro diritti rispettati; se nell’appalto si applicasse il contratto unico dei metalmeccanici tutelato da una clausola sociale per tutti e tutti i contratti si trasformassero a Tempo indeterminato, e rispettati da padroni e padroncini dell’appalto; se gli effetti inquinanti in città avessero un freno e una decisa inversione di tendenza e si avviasse seriamente e realmente il piano di bonifiche, ecc.
Ma lo Slai cobas per il sindacato
di classe non pensa che questo avverrà.
Pensiamo invece
che avremo più cassa integrazione permanente; che non vi sarà
ritorno al lavoro degli operai di tante ditte dell'appalto; che vi
saranno esuberi/licenziamenti nel prossimo futuro di operai sia
dell'appalto che di Acciaierie (con numeri di migliaia di operai già
annunciati, al di là delle soluzioni post AS del governo); che vi
saranno peggioramenti delle condizioni salariali/ lavorative/
contrattuali; che per ambientalizzazione, bonifiche,
decarbonizzazione, bene che vada, passeranno anni e anni.
La fabbrica oggi commissariata con un commissario, Giancarlo Quaranta, che in questi anni ha fatto parte delle precedenti gestioni, sarà poi consegnata a nuovi padroni, che metteranno in campo la stessa logica di Mittal: fare il massimo profitto, tagliando posti di lavoro e costi, in primis quelli esosi su una effettiva sicurezza e difesa della salute, avere mani libere.
Noi pensiamo che solo la lotta autonoma e unitaria prolungata e generale degli operai Acciaieria/ appalto/operai cigs in Ilva AS debba e possa difendere gli interessi di classe dei lavoratori su lavoro, salari, condizioni di lavoro, diritti e sicurezza; e che, quindi, sia necessaria un’altra linea e un’altra direzione sindacale da costruire nel fuoco della lotta, ed essere parte della battaglia strategica contro questo governo e ogni governo dei padroni, lo stato del capitale e il sistema capitalistico/imperialistico per un governo operaio, un nuovo stato e un nuovo potere nelle mani dei proletari e masse popolari.
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Stralci dall'art. del Corriere di Taranto - Gianmario Leone
(ieri) "...con decreto del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, Acciaierie di Italia S.p.A. è stata ammessa, con decorrenza immediata, alla procedura di amministrazione straordinaria. E la scelta sul primo commissario straordinario (probabilmente saranno tre come in passato) è ricaduta sul dott. Giancarlo Quaranta, che vanta nel suo curriculum un’esperienza quarantennale nel settore siderurgico. E che ha attraversato tutta la storia del siderurgico tarantino: prima come dipendente dell’Italsider a partire dal gennaio 1984, per poi iniziare a ricoprire una serie di ruoli apicali del gruppo Riva, per poi venire nominato il 2 luglio 2014 dall’ex commissario Ilva Piero Gnudi, CEO (Chief Operations Officer, in pratica un direttore operativo), dell’Ilva. Arrivando all’oggi dove attualmente è il direttore della Divisione tecnica e operativa di Ilva in amministrazione straordinaria. Il governo ha scelto dunque di andare sul sicuro, affidandosi ad una persona che conosce perfettamente l’intero sistema Ilva in ogni suo aspetto e che gode della massima stima dei Commissari Ilva in AS con i quali lavora da anni, delle organizzazioni sindacali, così come di Confindustria Taranto e delle ditte dell’indotto presente nell’associazione Aigi.
il Governo stia studiando due-tre emendamenti al Dl ex Ilva. Le modifiche riguardano due temi: la necessità di raccordare l’amministrazione straordinaria del 2015 dell’Ilva relativa alla proprietà degli impianti con quella su Acciaierie d’Italia che li gestisce. L’altro aspetto riguarda l’indotto: per il rafforzamento delle risorse stanziate, per valutare la praticabilità sull’utilizzo dell’avanzo di amministrazione della Regione. Il Dl, che deve essere convertito in legge entro il 18 marzo.
(in) una nota ufficiale della multinazionale si legge che “con l’amministrazione straordinaria si conclude il coinvolgimento di ArcelorMittal in Acciaierie d’Italia, iniziato nel 2018.
Restano però irrisolti tutti i nodi che adesso si dovrà provare a sciogliere. A cominciare dalla grave crisi di liquidità in cui versa l’azienda (visto che anche qualora fossero subito messi a disposizione del neo commissario i 320 milioni di euro di cui si parla da mesi, quest’ultima evaporerebbero in pochissime settimane), passando per la gestione degli impianti e della loro manutenzione, passando per i crediti vantati dai fornitori e da decine di aziende dell’indotto e dall’autotrasporto: in ballo c’è il presente e il futuro di migliaia di lavoratori.
Infine, non va dimenticato che è in corso il procedimento per il rinnovo dell’Autorizzazione Ambientale Integrata che segnerà inevitabilmente l’eventuale futuro produttivo dell’ex Ilva (sia nella quantità massima che difficilmente supererà i 6 milioni di tonnellate annue, con relativo ridimensionamento occupazionale, che nel processo produttivo che vedrà inevitabilmente l’implementazione dello stesso con l’utilizzo dei forni elettrici). Questo significa che al di là degli annunci e delle promesse, difficilmente si potrà mettere mani sin da subito ad un piano industriale degno di questo nome, ma soprattutto servirà molto tempo per bandire una nuova procedura di gara internazionale per affidare la gestione degli impianti."
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