Nuova intensa e combattiva giornata di lotta dei cassintegrati Ilva.
Sin dalle 8,30 di questa mattina alla Direzione sono affluiti gli operai in cig del TNA, del Laf e di altri reparti dell'area a freddo, nell'arco di un'ora sono diventati più di 200.
La Direzione Ilva aveva fatto trovare la sorpresa dei cancelli sbarrati con catene, dimostrando subito la sua intenzione di non voler incontrare i lavoratori.
Questa mattina gli operai si sono presentati, anche su appello dello Slai cobas per il sindacato di classe, ben determinati a non perdersi in chiacchiere e a richiedere subito l'incontro con la Direzione Ilva per
ottenere il rientro al lavoro, perchè non è giusto che ci siano operai in cig, mentre tutto il resto della fabbrica è in produzione e nonostante le promesse dell'azienda di ricollocarli in altri reparti (invece non si è
permesso neanche che quelli del TNA fossero ricollocati al TNA2 che è operante).
I sindacalisti Fiom prima, e Fim, Uilm dopo, hanno cercato di tenere buoni i lavoratori richiedendo la riapertura del cancello della direzione e l'incontro a cui però solo loro dovevano andare.
Lo Slai cobas ha sostenuto subito di lasciarli perdere e di cercare di entrare da un altra portineria all'interno dello stabilimento. Dopo discussione ed esitazioni, gli operai sono partiti e hanno raggiunto la
portineria A. Qui, sindacati confederali e azienda hanno detto che dovevano entrare solo i sindacati confederali e una piccola delegazione dei lavoratori. Lo Slai cobas e gli operai hanno invece preteso con decisione che tutti i cassintegrati entrassero e raggiungessero la direzione perchè l'incontro si doveva fare con tutti gli operai. La tensione è cresciuta e gli operai hanno forzato la mano e invaso la fabbrica. A questo puntoDirezione, Digos, con l'appoggio dei sindacati confederali, hanno fatto muro per impedire che i coordinatori dello slai cobas per il sindacato di classe entrassero in fabbrica, utilizzando il pretesto che potevano entrare solo i dipendenti e attuando una chiara discriminazione antisindacale col preciso
scopo di depotenziare la lotta e le richieste dei lavoratori. Quanto è successo dopo e soprattutto la conclusione della mattinata è stata una chiara conseguenza di questa volontà di tenere fuori l'unica realtà a difesa degli operai per paura che potesse disturbare i manovratori: sindacati confederali e azienda.
Entrati in fabbrica e raggiunta la Direzione, gli operai si sono trovati anche questa sbarrata dall'interno. I sindacati, quindi, hanno spostato gli operai nella sala delle assemblee del consiglio di fabbrica. Qui è
sopraggiunto il rappresentante dell'azienda, l'Ing. Martino, che spalleggiato dai sindacati confederali ha incontrato gli operai, ma per ripetere il ritornello che va avanti da alcune settimane: "gli operai
restano in cassintegrazione perchè ci sono i prodotti bloccati dalla magistratura di cui si chiede il dissequestro, per cui finchè permane questa situazione gli operai non possono rientrare e, per non ben precisati motivi tecnici, non si può attuare neanche la rotazione".
Non è mancato il tentativo di azienda e sindacati confederali di indirizzare gli operai contro la Magistraturta a fianco dell'azienda, dicendo loro di andare al Tribunale e in Prefettura. Ma questo tentativo è fallito.
Comunque questo pilotamento dell'assemblea, nella voluta assenza dello slaicobas, è servito a ciò che era prevedibil: non dare continuità alla lotta e tentare di ricacciare gli operai in un clima di attesa dell'esito della
contesa Procura/governo/Riva.
Ma non ci possiamo stare! I cassintegrati devono rientrare subito. Se negli immediati prossimi giorni questo non avverrà, è inevitabile che Slai cobas per il sindacato di classe Ilva e operai torneranno in azione per bloccare le merci e il carico e scarico, attività che comunque non è fermata erichiederanno a tutti gli operai che stanno lavorando di fermarsi a loro volta, contro azienda e sindacati confederali che non lo vogliono fare.
SLAI COBAS per il sindacato di classe ILVA
Taranto - 15.1.13 slaicobasta@gmail.com - 3475301704
La Direzione Ilva aveva fatto trovare la sorpresa dei cancelli sbarrati con catene, dimostrando subito la sua intenzione di non voler incontrare i lavoratori.
Questa mattina gli operai si sono presentati, anche su appello dello Slai cobas per il sindacato di classe, ben determinati a non perdersi in chiacchiere e a richiedere subito l'incontro con la Direzione Ilva per
ottenere il rientro al lavoro, perchè non è giusto che ci siano operai in cig, mentre tutto il resto della fabbrica è in produzione e nonostante le promesse dell'azienda di ricollocarli in altri reparti (invece non si è
permesso neanche che quelli del TNA fossero ricollocati al TNA2 che è operante).
I sindacalisti Fiom prima, e Fim, Uilm dopo, hanno cercato di tenere buoni i lavoratori richiedendo la riapertura del cancello della direzione e l'incontro a cui però solo loro dovevano andare.
Lo Slai cobas ha sostenuto subito di lasciarli perdere e di cercare di entrare da un altra portineria all'interno dello stabilimento. Dopo discussione ed esitazioni, gli operai sono partiti e hanno raggiunto la
portineria A. Qui, sindacati confederali e azienda hanno detto che dovevano entrare solo i sindacati confederali e una piccola delegazione dei lavoratori. Lo Slai cobas e gli operai hanno invece preteso con decisione che tutti i cassintegrati entrassero e raggiungessero la direzione perchè l'incontro si doveva fare con tutti gli operai. La tensione è cresciuta e gli operai hanno forzato la mano e invaso la fabbrica. A questo puntoDirezione, Digos, con l'appoggio dei sindacati confederali, hanno fatto muro per impedire che i coordinatori dello slai cobas per il sindacato di classe entrassero in fabbrica, utilizzando il pretesto che potevano entrare solo i dipendenti e attuando una chiara discriminazione antisindacale col preciso
scopo di depotenziare la lotta e le richieste dei lavoratori. Quanto è successo dopo e soprattutto la conclusione della mattinata è stata una chiara conseguenza di questa volontà di tenere fuori l'unica realtà a difesa degli operai per paura che potesse disturbare i manovratori: sindacati confederali e azienda.
Entrati in fabbrica e raggiunta la Direzione, gli operai si sono trovati anche questa sbarrata dall'interno. I sindacati, quindi, hanno spostato gli operai nella sala delle assemblee del consiglio di fabbrica. Qui è
sopraggiunto il rappresentante dell'azienda, l'Ing. Martino, che spalleggiato dai sindacati confederali ha incontrato gli operai, ma per ripetere il ritornello che va avanti da alcune settimane: "gli operai
restano in cassintegrazione perchè ci sono i prodotti bloccati dalla magistratura di cui si chiede il dissequestro, per cui finchè permane questa situazione gli operai non possono rientrare e, per non ben precisati motivi tecnici, non si può attuare neanche la rotazione".
Non è mancato il tentativo di azienda e sindacati confederali di indirizzare gli operai contro la Magistraturta a fianco dell'azienda, dicendo loro di andare al Tribunale e in Prefettura. Ma questo tentativo è fallito.
Comunque questo pilotamento dell'assemblea, nella voluta assenza dello slaicobas, è servito a ciò che era prevedibil: non dare continuità alla lotta e tentare di ricacciare gli operai in un clima di attesa dell'esito della
contesa Procura/governo/Riva.
Ma non ci possiamo stare! I cassintegrati devono rientrare subito. Se negli immediati prossimi giorni questo non avverrà, è inevitabile che Slai cobas per il sindacato di classe Ilva e operai torneranno in azione per bloccare le merci e il carico e scarico, attività che comunque non è fermata erichiederanno a tutti gli operai che stanno lavorando di fermarsi a loro volta, contro azienda e sindacati confederali che non lo vogliono fare.
SLAI COBAS per il sindacato di classe ILVA
Taranto - 15.1.13 slaicobasta@gmail.com - 3475301704
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