venerdì 25 gennaio 2013

Fiege, sindacalista Cobas condannato


Dopo tre anni e innumerevoli udienze per lo sciopero del 30 dicembre 2009
alla Fiege Borruso di Brembio ... Quanta acqua è passata.
Qualche prezzo politico hanno dovuto far scontare. Seguirà come da rito il
ricorso in appello.
Fulvio Di Giorgio

dal Cittadino di Lodi 23/1/2013

Fiege, sindacalista condannato
(23 gennaio 2013)

Quattro mesi di carcere per resistenza a pubblico ufficiale, ma con i doppi
benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione sul
casellario giudiziale: il giudice Stefania Letizia ha condannato Fulvio Di
Giorgio, il 43enne leader del sindacato autonomo Si Cobas che era stato
arrestato alla fine di dicembre del 2009 per gli scontri tra manifestanti e
forze dell'ordine davanti ai cancelli della logistica Fiege Borruso in
località Garibaldino a Brembio, ma il sindacalista è stato ritenuto
responsabile solo di resistenza a pubblico ufficiale. È stato assolto
“perché il fatto non costituisce reato”, invece, dal secondo capo d’imputazione,
quello di lesioni per i 20 giorni di prognosi riportati dal dirigente della
Digos di Lodi Angelo Di Legge, trattenuto in ospedale per un’intera nottata,
per trauma toracico. «Ritengo che il giudice abbia escluso il dolo - spiega
l’avvocato Sergio Pezzuchi di Brescia, che ha difeso Di Giorgio e l'altro
manifestante arrestato -, probabilmente

si ritiene che il dirigente sia
stato colpito involontariamente, durante la resistenza alle pressioni delle
forze dell'ordine per rimuovere il blocco degli operai davanti ai cancelli
della logistica. Credo però che faremo appello, perché c’è giurisprudenza
che scrimina la resistenza passiva: Di Giorgio si sarebbe solo opposto ad
essere caricato sull’auto della polizia puntando i piedi, ritenendo che
stesse avvenendo qualcosa di illegittimo».

Il coimputato, l'operaio albanese Ermir Gremi, 33 anni, di Brembio, è stato
invece assolto da entrambe le accuse: da quella di resistenza a pubblico
ufficiale “perché il fatto non costituisce reato”, da quella di lesioni, nel
suo caso secondo l'accusa ai danni di un ispettore capo, V.S. (dieci giorni
di prognosi per una contusione alla spalla) l’assoluzione è arrivata “per
non aver commesso il fatto”. L'agente contuso, infatti, al processo ha
testimoniato di essere caduto, e secondo il giudice quindi le lesioni non
sono attribuibili all'operaio.

I Cobas avevano filmato gli scontri, e il giudice nel corso del processo
aveva visionato le immagini. I picchetti davanti alla Fiege erano scattati
dopo una riorganizzazione, con cambio di cooperativa, che sarebbe costata la
perdita di circa 30 dei 70 posti di lavoro complessivi. Anche la prefettura
si era interessata al caso e l'esito era stato, secondo i Cobas, un
successo. Alle prime udienze del processo si erano presentati anche i
colleghi di Gremi e giovani dei centri sociali. Ieri invece in aula c’era
solo l'avvocato.
Carlo Catena

--
S.I. Cobas
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