martedì 26 novembre 2013

accesa assemblea degli operai ex Fiat Termini Imerese



La seconda assemblea degli operai Fiat dello stabilimento di Termini Imerese che si è tenuta ieri pomeriggio è stata molto accesa, con un dibattito tra gli operai che è andato oltre la denuncia delle attuali condizioni di insostenibilità della cassa integrazione  e dei sindacati confederali che hanno trascinato negli anni gli operai in questa situazione. Una cassa in deroga, tra l'altro, di cui non si conosce il futuro, visto che il governo dice che i soldi sono finiti già per il 2013, mentre ancora più nera è la prospettiva per il 2014. Un'assemblea, che rivendicando il diritto di pretendere le promesse fatte dallo stesso Marchionne e da qualche ministro sulle garanzie di futuro per gli operai, si è anche espressa sulle iniziative da fare.

Le proposte sono state tante: si va dalle manifestazioni per coinvolgere altri operai e informare nuovamente l'opinione pubblica, alle manifestazioni davanti lo stabilimento di Termini, all'occupazione della fabbrica stessa.

Il dibattito vivace, introdotto dalla lettura del comunicato precedente che ha sottolineato l'aspetto della necessità di un programma di lunga durata, ha visto posizioni ancora indecise sul tipo di organizzazione dal basso necessaria per portare avanti la lotta.

Il giornalista de La Sicilia che ha seguito tutta l'assemblea a quanto pare, leggendo l'articolo pubblicato oggi, non aveva assistito mai ad una vera assemblea operaia dove si dicono le cose come stanno veramente e non come succede nelle assemblee preconfezionate dei sindacalisti confederali e dove lo scontro anche acceso è normale al fine di arrivare ad una decisione collettiva sul da farsi; è rimasto impressionato tanto che nell'articolo riporta cose che nessuno ha detto ieri, come la storia della non violenza!, e della "speranza che la Fiat ascolti", al contrario, è stato detto che la violenza è sempre quella dei padroni e delle istituzioni e che a questa violenza gli operai devono saper rispondere per far valere i propri diritti e che per farsi "ascoltare" dalla Fiat bisogna mettere in campo una lotta molto seria, che proprio perché seria, costringa il padrone alla "discussione".

Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo

In allegato articolo di oggi di "La Sicilia"




 


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