sabato 2 novembre 2013

infosolidale - sciopero alla TNT Roma


La Tnt e la Dhl hanno scelto il braccio di ferrro contro i lavoratori. Nei
giorni scorsi sono scattati i licenziamenti politici contro alcuni dei
lavoratori più combattivi nei tre depositi di Roma. La rappresaglia è
scattata a seguito dello sciopero dei giorni scorsi resocontato qui di
seguito.

Un report della giornata di sciopero alla TNT di Roma che si è tenuto dalla
notte di venerdì fino alla giornata di ieri e che testimonia l'allargamento
sempre più ampio delle lotte nel settore della logistica:

Stanotte a Roma c'è stato lo sciopero dei lavoratori delle cooperative con
committente la multinazionale T.N.T. I blocchi dei camion per mezzo dei
picchetti si sono verificati in due hub, Roma Tiburtina (via di Salone) e
Fiano Romano. In quest'ultimo magazzino sono scesi in sciopero 60 lavoratori
insieme a 8 dell'area di sostegno. Il clima era pesante. I capetti delle
cooperative hanno organizzato i crumiri che hanno cercato, a più riprese, la
rissa con gli scioperanti, in alcuni casi con successo. Sono arrivati in
tempo relativamente breve i carabinieri che hanno avuto un atteggiamento di
"umana comprensione" rispetto alle rivendicazioni dello sciopero. Una volta
andati via al loro posto è arrivata la Polizia che ha fatto presente che i
camion a cui veniva impedita l'entrata bloccavano la strada e non era più
possibile il protrarsi della cosa. Dopo una lunga "contrattazione" sono
stati fatti entrare due camion. Ricapitolando: il blocco è iniziato alle
4:00 ed è finito alle 11:00. Fino alle ore 10:00 non è entrato nessun
camion, dalle 10:00 alle 11:00 due.

I lavoratori (maliani, eritrei, qualcuno del Ghana, qualche rumeno e
italiani) sono stati decisi, responsabili e compatti. C'è molta rabbia e in
alcuni casi una vera e propria disperazione. Di fronte alle continue
minacce, spintonamenti e qualche cazzotto da parte dei crumiri, un
lavoratore ha dato letteralmente di "matto". Ha cominciato a gridare
cercando la rissa, dicendo che lavora tre ore al giorno per volere della
cooperativa (che va a prendere altre persone al campo profughi della Croce
Rossa facendoli lavorare parecchie ore al giorno per un terzo di quello che
prendono gli altri) e deve mantenere quattro persone. Dal canto loro, i
crumiri urlavano la stessa disperazione e la loro paura di perdere, per via
delle lotte, anche quel poco che ancora hanno. La stessa condizione di
miseria, due collocazioni differenti: i primi fuori a bloccare i camion, gli
altri dentro a fare i cani da guardia.

A questo coro si aggiungeva la voce dei camionisti che solidarizzavano con
lo sciopero ma sottolineavano che il blocco gli toglieva giorni di riposo,
pause e soldi.

L'unico delegato della CGIL era uno dei più attivi tra i crumiri e
"spiegava" ai lavoratori che gli scioperi non si possono fare senza il
dovuto preavviso e così facendo si rischia il licenziamento. Aggiungeva che
se la T.N.T ha meno ordini e il lavoro diminuisce non è colpa dell'azienda.

A via di Salone i fatti si sono svolti più o meno nello stesso modo, fino a
quando non è arrivata la celere che, dopo aver identificato tutti i
presenti, lavoratori e non, ha imposto l'entrata dei camion perché la fila
stava arrivando sulla Tiburtina, bloccando il traffico già intasato.

Considerazione finali: questi scioperi stanno progressivamente diventando
più impegnativi dal punto di vista della reazione delle cooperative e dei
loro scagnozzi. Sarebbe pertanto auspicabile che la presenza fisica di chi è
solidale con le mobilitazioni aumentasse: in un futuro molto prossimo le
forze attualmente in campo potrebbero non essere sufficienti.

L'unione di tutti i lavoratori del settore inizia a essere difficile, c'è
bisogno di supporto e di maggiore coordinamento. Non considerando chi piega
la testa e baratta dignità per due ore di lavoro in più al giorno, per come
è congegnato il meccanismo della logistica, se i facchini incrociano le
braccia ledono oggettivamente i camionisti che, a loro volta, se scioperano
non fanno lavorare i facchini. Potrebbero scioperare insieme ma, al fine
della trattativa, sono diversi i committenti. A noi non interessa la
trattativa come fine, vediamo nelle lotte e nell'esperienza che i lavoratori
stanno facendo un modo per estendere la solidarità di classe.

In serata abbiamo saputo che sei lavoratori (quattro appartenenti alle
cooperative che lavorano per T.N.T e D.H.L) sono stati sospesi dal servizio.
Attendiamo ulteriori informazioni in merito. 



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