sabato 2 novembre 2013

Chiude la Marcegaglia

TARANTO - «Un'ennesima mazzata per questo territorio già martoriato da una
crisi senza precedenti». Così i sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm
commentano la decisione di Marcegaglia Buildtech di chiudere la sede di
Taranto e mettere in mobilità 134 dipendenti. L'annuncio è arrivato questo
pomeriggio, come un fulmine a ciel sereno, dopo un faccia a faccia tra
azienda e organizzazioni sindacali. La sospensione dell'attività produttiva
dello stabilimento tarantino è stata proclamata per il prossimo 18 novembre,
alla scadenza della cassa integrazione ordinaria in corso. Il gruppo
Marcegaglia già da tre anni ha dismesso a Taranto la produzione di caldaie
industriali per riconvertirsi al fotovoltaico e produrre in proprio le
lamine flessibili a film sottile, in silicio amorfo. Queste lamine vengono
poi incollate su un pannello per ottenere un manufatto, il pannello , da
utilizzare per la copertura dei tetti delle nuove costruzioni volte alla
produzione di energia elettrica solare.

Il 29 settembre del 2011 fu presentato il piano industriale alla presenza
del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. «Vogliamo fare di Taranto
la capitale del fotovoltaico in Italia», disse in quella occasione Antonio
Marcegaglia, amministratore delegato del gruppo. Ma le aspettative sono
state disattese.

«La cessazione dell'attività del suo stabilimento di Taranto per la
produzione di pannelli coibentati e di pannelli fotovoltaici - sostiene l'azienda
in una nota - è causata dalla grave crisi che ha irreversibilmente colpito
il settore del fotovoltaico in Italia e nel mondo».

Fim, Fiom e Uilm hanno convocato, per domani, dalle 15, un'assemblea con
tutti i lavoratori dello stabilimento Marcegaglia, proclamando, ad horas, lo
stato di agitazione del Gruppo. «Lasciano Taranto - osservano i sindacati -
per una riorganizzazione del Gruppo Marcegaglia, scippando nuovamente a
questa città posti di lavoro e opportunità di sviluppo non inquinante». E
Taranto deve fronteggiare l'ennesima vertenza dopo quelle dell'Ilva, dello
stabilimento tessile Miroglio, della Taranto container terminal che gestisce
il molo polisettoriale, dell'azienda di divani Natuzzi, del settore delle
costruzioni, delle ditte dell'appalto dell'Arsenale militare e, da ultima,
dell'Eolico. L'azienda danese Vestas ha annunciato la chiusura dello
stabilimento 'Nacelles' con la mobilità per 127 lavoratori.

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