martedì 26 novembre 2013

Ilva che succede……..

RSU all'ilva - impazza la campagna elettorale di una elezione truffaldina e
pilotata dall'azienda.. la cui fine è nota !

La fiom ha fatto ricorso perchè non vuole votare con le vecchie regole , ma
con le nuove e ha chiesto al giudice di sospendere le elezioni..
intanto la campagna prosegue come sempre in questo stabilimento con
sindacalisti e sedicenti tali, quasi tutti i vecchi e qualche nuovo adepto
che fanno promesse di passaggio di livello, ricordano agli operai i favori
già fatti e concludono.. 'per ogni cosa.. a disposizione'..
quindi non siamo davanti a elezioni democratiche e le nuove RSU saranno come
le vecchie anzi forse peggio.. perchè in passate RSU vi erano delegati fiom
come Rizzo, Ranieri, Battista che comunque un po' di fastidio a azienda e
sindacalisti collusi lo davano in materia di accordi e sicurezza..poi sono
stati fatti fuori e ora uno capeggia la USB e gli altri sono del Comitato
liberi e pensanti e a queste elezioni non votano.
La USb ha presentato la lista e si aspetta molto, per gli operai che votano
è l'unica alternativa..alcuni degli operai presenti sono stati combattivi in
questi mesi, altri sono un po' raccattati..
comunque il sindacato di classe che serve in questa fabbrica è altra cosa,
ma non ci siamo ancora
quella che segue è la posizione dello slai cobas per il sindacato di classe
ILVA

Lo Slai cobas per il sindacato di classe non si presenterà alle prossime
elezioni Rsu in Ilva. Questo per due ragioni principali: primo, dato che
sarà presente l'Usb vogliamo evitare che chi vuole votare, contro i
confederali, possa dividersi; secondo, perchè noi siamo contro queste
elezioni rsu; per il momento in cui si fanno, per le regole con cui vengono
fatte, sono elezioni che servono il padrone e i sindacati confederali, e non
possono portare nessun reale beneficio e cambiamento ai lavoratori.

Detto questo facciamo un po' di storia e di chiarezza su questa vicenda.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe Ilva ha chiesto in tempi non
sospetti, l'anno scorso, l'anticipo delle elezioni Rsu, a fronte della
situazione che si era generata in Ilva: accordo truffa cambio tuta,
delegittimazione dei sindacati confederali per l'inchiesta della
magistratura. Abbiamo raccolto all'epoca oltre 800 firme su questo obiettivo
e a sostegno della presentazione alle elezioni dello Slai cobas che era
pronto a presentarsi se l'anticipazione c'era.
Avevano firmato per la presenza dello Slai cobas operai sia senza tessera,
sia, tantissimi, con le tessere dei sindacati confederali, e la nostra
proposta era appunto rivolta a tutti i lavoratori dell'Ilva - e peraltro su
fatti concreti: il rifiuto dell'accordo truffa; nessun operaio deve perdere
il lavoro anzi devono essere impiegati nella messa a norma dell'Ilva con
garanzia di salario integrale; la sicurezza deve essere una priorità come la
salute dei cittadini perchè in questa fabbrica sono stati gli operai a
pagare, prima di tutti gli altri, con le morti; la postazione fissa
ispettiva in Ilva; i passaggi automatici di livello, ecc.
Quello che avevamo proposto allora era una cosa semplice e chiara: da una
parte i sindacati del padrone dall'altro gli operai che utilizzavano lo slai
cobas per battere sul campo il sindacalismo confederale e dare ai lavoratori
una nuova forte rappresentanza che conquistasse subito dei risultati
concreti.
Questa era l'unica proposta seria e vincente per gli operai!
Padroni e sindacati confederali naturalmente fecero muro, con le buone e con
le cattive, con le buone: promesse, bugie, ecc; e le cattive: il non
riconoscimento delle deleghe slai cobas.
Allora c'era una sola via per battere questa manovra, che gli operai
andassero oltre la firma e il sostegno morale e si trasformassero in forza
reale che imponeva con le deleghe di massa e la lotta questa via vincente.
L'anticipo delle elezioni delle Rsu non c'è stato, anzi c'è stato il rinvio;
alle regole di "merda" esistenti per le elezioni (la riserva del 33%, le
firme che devono raccogliere solo i sindacati di base, il sistema di voto e
di elezione che favorisce chi già il potere c'è l'ha e chi fa imbrogli), si
sono aggiunte nuove regole, decise tra padroni e sindacati, per le quali se
ti vuoi presentare devi accettare gli accordi svendita - cosa che noi non
faremo mai!
Intanto dal lato operaio invece di avanzare la chiarezza è avanzata la
confusione, è nata l'Usb, ci sono i "liberi e pensanti", e la forza di
opposizione degli operai invece che unirsi si è andata dividendo.
Per questo ora i sindacati confederali, su ordine e per conto dell'azienda,
le elezioni le vogliono fare. La Fiom ha fatto ostacolo ma solo perchè
voleva votare con le nuove regole altrettanto di "merda".
In questo contesto è scontato che le elezioni le vincono i sindacati del
padrone e che in Ilva non cambia niente.
C'era un solo modo per far saltare questo giochetto ora, unire gli operai
alternativi e critici verso i confederali, o per votare tutti insieme o per
boicottare la farsa tutti insieme.
Ma questo, l'Usb, nonostante gli sforzi e le lotte coraggiose dei suoi
operai, per il suo modo di concepire il sindacato "tutto tutto, niente
niente" e di affermazione di sigla, e i "Liberi e pensanti" che fanno una
giustissima critica a tutti i sindacati ma non si vogliono impegnare per un
sindacalismo operaio alternativo in fabbrica, con il risultato, anche qui,
di "tutto tutto, niente niente" - non lo vogliono fare .

A questo punto gli operai non possono avere una vera rappresentanza in
queste elezioni e lo Slai cobas non può dare una indicazione di voto che
corrisponda effettivamente agli interessi dei lavoratori, MA DA' INDICAZIONE
AGLI OPERAI CHE NON CI STANNO, CHE NON SI ACCONTENTANO DI CAMBIARE SOLO
QUALCHE DELEGATO PER LASCIARE L'ANDAZZO DI SEMPRE, DI DARE UN SEGNALE FORTE
DI PROTESTA BOICOTTANDO QUESTE ELEZIONI!

Gli obiettivi che i lavoratori vogliono si possono conseguire, soprattutto
in questa fabbrica, solo con la lotta e con una nuova organizzazione
sindacale di base, di classe e di massa, che ancora non c'è e che bisogna
fare.
Lo Slai cobas non ha avuto bisogno di stare nelle Rsu per contestare prima
di tutti l'accordo su cambio tuta, per avviare i ricorsi, per presentare
l'esposto penale contro Riva e fim, fiom, uilm; non ha avuto bisogno delle
Rsu per contestare punto per punto la sicurezza in fabbrica, anche a fianco
dei familiari degli operai morti, portando Riva spesso in Tribunale; per
ottenere la più pesante condanna a Riva con il processo Nuova Siet; per
definire prima della Todisco: "Riva assassino" e fare passare questa
denuncia come legittima in Tribunale; per respingere le querele dei servi
del padrone, dal "gigante" Palombella al "nano" Fiusco, quando li abbiamo
denunciati come corrotti e collusi. E non abbiamo bisogno di queste Rsu per
chiedere ora con forza: un nuovo accordo su cambio tuta secondo la sentenza
della Cassazione, i passaggi automatici di livello, il contratto
siderurgico, il "decreto operaio" che sancisca che "20 anni" in questa
fabbrica bastano per andare in pensione.
Non abbiamo bisogno di queste Rsu ma abbiamo bisogno degli operai, iscritti
e non iscritti, per lottare e organizzarsi seriamente.


SLAI COBAS v. Rintone, 22 TA slaicobasta@gmail.com 3475301704

L'inchiesta della procura di taranto è incompleta ..
mentre è bene ricordare che all'ilva anche sul fronte giudiziario si poteva
e in alcuni casi si è fatto di più per iniziativa delllo slai cobas per il
sindacato di classe
l'inchiesta sull'ilva ci lascia ancora senza vere e convincenti risposte su
2  questioni
1- tutti gli esponenti politici nazionali, regionali e locali del centro
detstra sono legati a RIVA, lo hanno favorito e ne hanno ottenuto soldi e
favori da Berlusconi alla Prestigiacomo, da Fitto a Franzoso e i loro
factotum eppure non c'è una incriminazione per queste persone
2- i sindacalisti fim-fiom-uilm dell'Ilva nazionale e locale sono uomini
dell'azienda da distinguere in prezzolati e alleati, anche costoro non sono
nell'inchiesta e nessuno sulla stampa dice una parola su questo

invece
ci sono nell'inchiesta 3 delegati rls fim-fiom-uilm su denuncia dello slai
cobas per il sindacato di classe taranto nell'inchiesta per la morte
dell'operaio di leo

così è nell'inchiesta NUOVA SIET - ILVA targata slai cobas  che ha portato
alla più alta condanna finora ricevuta da padron Riva  - 4 anni -e figlio, e
due dirigenti ILVA che i sindacalisti confederali PALOMBELLA e quelli fim e
fiom risultano come testimoni a difesa dell'ILVA contro i lavoratori - 150
dei quali e lo slai cobas sono parte civile
nessuno dei delegati fiom dell'epoca si schierano

i dirigenti sindacati confederali Palombella UILM e Fiusco FIOM querelano
senza successo lo slai cobas
che ne aveva denunciato la collusione per il primo in tutti gli accordi
aziendali - compreso quelli sullla sicurezza - e il secondo per la
emarginazione di due delegati fiom Battista e Semeraro su indicazione
dell'azienda - nessuno dei delegati della fiom dell'epoca compreso quindi
ranieri,rizzo e battista si schierano

padron riva denuncia e porta in processo la coordinatrice dello slai cobas
per il sindacato di classe di taranto
margherita calderazzi per essere la mandante della scritta RIVA ASSASSINO -
partecipa direttamente al processo- l'unico in cui riva si è presentato - ma
la sua denuncia non passa e la coordinatrice viene assolta
nonostante la rilevante solidarietà operaia per l'occasione - nessun
delegato fiom, compreso quindi rizzo, battista ranieri si vedono al processo
o prendono posizione pubblica

è l'esposto denuncia sull'accordo truffa cambio tuta - fatto dallo slai
cobas per il sindacato di classe - che si estende ai sindacalisti
confederali di cui si chiede l'incriminazione - oggi arrivano alla stessa
posizione anche usb e liberi pensanti, anche se non sono inseriti tutt'ora
denunciati i segretari fim-fiom-uilm


tutti gli intercettatti della vicenda Ilva Archinà si devono dimettere.. e
invece non si dimette nessuno.. anzi, vogliono giustificare.. senza la lotta
di operai e cittadini non succede niente lo stesso
di MIMMO MAZZA

TARANTO - C'è l'attuale presidente del consiglio regionale Onofrio Introna
che invia un sms a Girolamo Archinà alla vigilia di Pasqua per fare gli
auguri e non solo («Ringrazio per il prezioso sostegno alla mia
rielezione»). E c'è l'attuale capogruppo di Sel Michele Losappio, già
assessore all'ambiente nella prima legislatura Vendola, che continua a
dialogare con il potente responsabile delle relazioni esterne dell'Ilva,
arrestato il 26 novembre del 2012 e tutt'ora ai domiciliari...
Il 2010 è anno di elezioni regionali e dunque Archinà vigila su quello che
accade a Bari.

Il 19 febbraio il parlamentare Pdl Pietro Franzoso (morto tragicamente il 4
novembre 2011) ad Archinà dice che «Rocco Palese (candidato alla presidenza
della Regione Puglia per il centrodestra) sta qualche punto avanti a Nichi
Vendola». Il pr dell'Ilva sente più volte e incontra il consigliere
regionale Pdl Pietro Lospinuso, chiede ad un dipendente dell'azienda se «uno
che ha chiesto aspettativa elettiva può fare campagna elettorale in
stabilimento (si riferisce a Giuseppe Cristella, ora consigliere Pdl in via
Capruzzi)», critica aspramente lo spot per la campagna elettorale di Alfredo
Cerveller a (Sel) che indica il siderurgico come il male di Taranto, il
quale, Cervellera, prima del voto invia ad Archinà due sms stile catena di
Sant'Antonio («Ti ringrazio di tutto ciò che hai fatto e farai per me con
affetto Alfredo Cervellera» e «domenica 28 e lunedi 29 vota e fai votare
Vendola, il suo Partito Sinistra Ecologia e Libertà con Vendola e se vuoi
invita famigliari e conoscenti a scrivere sul rigo Cervellera»)...
Girolamo Archinà il 27 aprile 2010, chiama l'allora parlamentare del Pd
Ludovico Vico e gli chiede se ha visto «l'altro scherzo - si legge nei
brogliacci - che ha fatto il presidente Vendola. Gli riferisce che ha messo
come assessore all'ecologia Nicastro (Idv) il giudice, lamentandosi della
scelta».
Il giorno dopo chiama Losappio, ribadendo all'attuale capogruppo di Sel «che
è preoccupato dell'incarico assegnato a Nicastro, che il suo problema è
l'appartenenza al partito Idv visto che a Taranto hanno un "pazzo" che rema
contro lo stabilimento. Losappio gli dice che dall'esterno seguirà il tutto
come se fosse all'interno. Girolamo gli dice che oltre a presidente del
gruppo si augura che sia presidente della Commissione all'Ambiente...
Losappio gli dice che l'unica persona che può fornirgli delle garanzie è il
presidente Nichi. Girolamo gli dice che si rende necessaria una regia dietro
e Losappio ribatte dicendo che bisogna dire a Vendola che il problema non è
solo dell'ambiente ma anche lavoro, occupazione e sviluppo».
Il rapporto tra Archinà e Losappio resiste nei mesi. Il 29 settembre del
2010 i finanzieri intercettano una telefonata nella quale Losappio illustra
al dirigente dell'Ilva e regionale la dinamica delle presentazione del
disegno di legge sul benzo(a)pirene, sottolineando che «avrebbe voluto
cambiare alcune parti della proposta legislativa, adattandola alle esigenze
in corso ma a suo tempo non gli venne concesso».

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