sabato 2 novembre 2013

Tutti liberi! Tutti assolti! Il 19 ottobre continua a vincere.

nei presidi, nelle assemblee , nelle manifestazioni del dopo roma
festeggiamo ANCHE LA LIBERAZIONE DEI RAGAZZI E RAGAZZE ARRESTATE

Proletari comunisti - PCm Italia
23 ottobre 2013

La notizia è arrivata intorno alle 16 di oggi: il Gip, dopo ore di
interrogatori e di camera di consiglio, ha deciso la scarcerazione
immediata di tutti e sei i manifestanti arrestati sabato pomeriggio a
Roma nel corso della manifestazione nazionale dei movimenti sociali.

La decisione è stata adottata dal Gip Riccardo Amoroso sulla base del
fatto che nei confronti dei quattro dimostranti e delle due studentesse
non esisteva alcuna prova della loro partecipazione agli scontri davanti
al Ministero dell'Economia e delle Finanze, nonostante che nei loro
confronti il Pm Luca Palamara avesse ipotizzato l'accusa di resistenza
aggravata. Era evidente fin da subito l'estraneità dei fermati rispetto
agli scontri, tra l'altro di lievissima entità, che avevano
caratterizzato soltanto un episodio all'interno della grande e
determinata manifestazione che ha poi portato all'assedio del Ministero
delle Infrastrutture a Porta Pia. Eppure sei persone hanno dovuto
trascorrere in carcere quasi quattro giorni, private della loro libertà
personale e additate da tv e giornali come violenti. Che ora farebbero
bene a chiedere scusa. Così come dovrebbero chiedere scusa coloro che
decidendo il capo d'imputazione nei loro confronti avevano abusato in
colpevole fantasia sostenendo che il fatto che i manifestanti in tasca o
scritto a penna su un braccio avessero i numeri degli avvocati del Legal
Team costituisse una 'aggravante' al reato già pesante di resistenza a
pubblico ufficiale. E' bene che tutti, la prossima volta, portino con sé
ai cortei il numero di un legale al quale affidarsi in caso di arresto
perché come abbiamo visto sabato la repressione è cieca e colpisce nel
mucchio.



Finché non è arrivata la notizia della liberazione, accolta da
un'ovazione, da questa mattina alle 10 era in corso un presidio di massa
davanti all'ingresso del carcere romano di Regina Coeli dove si stavano
svolgendo gli interrogatori di garanzia dei sei compagni e compagne.
"Tutti liberi tutte libere" è stato lo slogan più volte scandito dai
circa 200 manifestanti che hanno anche esposto uno striscione con la
scritta: "Chi devasta e saccheggia le nostre vite è lo Stato, liberi
tutti" ed altri che facevano riferimento alla repressione contro le
lotte sociali e il movimento No Tav. "Non accetteremo mai alcuna
divisione tra buoni e cattivi, crediamo che l'intelligenza collettiva di
una piazza sia responsabilità di tutti, sia quando va 'bene' che quando
va 'male', e che nessuno debba mai sottrarsi a questo" affermano gli
attivisti che stanno presidiando l'entrata del carcere sul Lungotevere.
Gli interrogatori, iniziati con forte ritardo, sono terminati poco dopo
le 13 e poi i giudici si sono riuniti in camera di consiglio. Durante
gli interrogatori gli avvocati della difesa hanno prodotto foto e
filmati che attestano l'arbitrarietà degli arresti e della carcerazione
per i loro assistiti e assistite, fermati dopo una carica in via XX
Settembre davanti alla Sede del Ministero dell'Economia e delle Finanze
che ha travolto alcuni spezzoni del corteo che stavano semplicemente
passando nel momento in cui alcuni gruppi di dimostranti incappucciati
hanno bersagliato l'ingresso e i celerini di petardi. In attesa per
tutto il giorno davanti all'ingresso del carcere romano stamattina anche
i genitori di alcuni degli arrestati, in particolare quelli di Sara e
Celeste, le due universitarie di Napoli rinchiuse a Rebibbia da sabato
scorso e stamattina trasferite a Regina Coeli per gli interrogatori.
''Mia figlia - ha detto il padre di Celeste alle agenzie di stampa - si
è fermata per aiutare una sua amica ad alzarsi da terra e poi è stata
travolta dalla calca e gli agenti l'hanno fermata. Dalle immagini dei
video si vede chiaramente che lei stava solo aiutando la sua amica ad
alzarsi e io sono orgoglioso di questo gesto di solidarietà che ha
avuto. Era a Roma solo per dimostrare democraticamente. L'avvocato mi ha
detto che è serena in carcere. Abbiamo fiducia nella giustizia. Ieri
sono andato al carcere a portarle un cambio, avrei voluto darle un libro
di Sciascia ma non mi è stato permesso''.
Stanotte anche Napoli si era riempita di cartelli e striscioni che
chiedevano la liberazione degli arrestati alla manifestazione di sabato.
Numerose statue e monumenti "hanno preso la parola" per amplificare
questa rivendicazione.

Proprio a Napoli i movimenti e i collettivi studenteschi danno
appuntamento per venerdì 25 ottobre per una nuova mobilitazione a
sostegno delle parole d'ordine delle due giornate di lotta del 18 e 19
ottobre e per chiedere la liberazione immediata di tutti gli attivisti e
i dimostranti arrestati. Scrivono i promotori nell'appello di
convocazione del corteo che partirà alle 9,30 da Piazza del Gesù:
/"Per chiedere la libertà per tutti i manifestanti arrestati il 19
ottobre, e per tutti i ragazzi che sono in carcere solo per essersi
ribellati a questo stato di cose, come già era successo il 14 dicembre
del 2010 e il 15 ottobre del 2011. Per dimostrare a chi ci ha arrestato
e criminalizzato che non ci hanno per nulla intimorito, anzi: che la
nostra lotta continua e si allarga. Perché tutte quelle idee, quella
rabbia, quei contenuti che erano in piazza a Roma trovino espressione
anche nella nostra città, e magari cominci finalmente quella
sollevazione di cui abbiamo tutti bisogno". /

A Napoli già per domani, giovedì 24 Ottobre, all'aula Matteo Ripa di
Palazzo Giusso, è prevista una nuova assemblea pubblica a partire dalle
16.30 dopo quella già realizzata lunedì pomeriggio sfociata poi in un
corteo improvvisato nelle vie del centro della città.


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