domenica 10 novembre 2019

10 novembre - EUROGRAVURE/POZZONI la ristrutturazione delle fabbriche la pagano gli operai con gli accordi sindacati confederali/padroni, (in questo caso con il ruolo predominante della Cgil) MA CI SONO OPERAI CHE LOTTANO PER CAMBIARE IL RISULTATO MERCOLEDÌ 13.11 ORE 17.00 CORTEO

Gli operai del reparto confezionamento Eurogravure/Pozzoni, lottano per rientrare in fabbrica con tutti i diritti. IL LAVORO C’È. Sono stati buttati in mezzo ad una strada dopo 15 anni di lavoro in fabbrica con un accordo sindacale. Hanno lavorato 15 anni in cooperativa, adesso a sentir i padroni, nessun diritto! SOLO IL RICATTO: lavoro sottopagato al livello più basso con l’agenzia con contratti precari di ¾ mesi, o fuori. Questo è ciò che vogliono i padroni in tutte le fabbriche.
Mentre i confederali incanalano gli operai dalle agenzie per capitolare e verso le conciliazioni tombali.
Gli operai Eurogravure lottano per riprendersi ‘il loro posto di lavoro alle stesse condizioni’. LOTTANO PER TUTTI. Serve sostegno e solidarietà proletaria. Vince uno, vincono tutti!!!

Questa la mobilitazione di sabato mattina al popolare e affollato mercato comunale di Treviglio. Una mobilitazione diretta a raccogliere le forze per la manifestazione di mercoledì 13 novembre 2019 che alle ore 17.00 si concentrerà sotto il comune di Treviglio.
Da segnalare la crescente presenza delle forze dell’ordine alle iniziative degli operai e il supponente intervento della polizia locale teso a limitare la diffusione dei volantini nell’area del mercato, perché dice ‘un regolamento comunale vieta la diffusione tra i banchi di qualsiasi volantino...’ Parole significative quelle usate da chi ormai è stato trasformato in un nucleo operativo al servizio dei sindaci, qui iper leghista con il pallino della sicurezza..., per i quali gli operai che lottano sono equiparati ad un qualsiasi volantino pubblicitario...’ 
Ma sabato mattina in tanti hanno risposto e portato la loro solidarietà.
Le rivendicazioni degli operai Eurogravure hanno toccato e fatto immedesimare i proletari che subiscono le condizioni che padroni governi e i sindacati confederali complici hanno imposto in tutti i posti di lavoro.
Pensionati delle grandi fabbriche che oggi vivono tutto sommato una condizione ancora decorosa ma che hanno fatto in tempo a veder consumare le conquiste per le quali si sono battuti e hanno portato tutto il loro senso di frustrazione per le condizioni attuali di figli e nipoti, disoccupati che passano da un’agenzia all’altra nell’attesa di una ‘missione’, operai che hanno portato la loro esperienza diretta dei peggioramenti che vivono tutti i giorni, operai licenziati dalle ristrutturazioni che hanno vissuto solo l’alternativa di una misera ‘buonuscita’, un delegato di una fabbrica della zona che si è offerto di tradurre in arabo l’appello per il corteo… il ferroviere, l’ex operaio che lavora come può, insegnanti, i lavoratori indiani di una serra dove sfruttamento è faticose condizioni di lavoro che consumano a vista d’occhio, ritmi pesanti e giornate infinite che si accompagnano alla diffusa pratica del pagamento degli straordinari in nero, ovvero, valore più basso per l’ora lavorata, invece della maggiorazione e forfettizzazione del totale delle ore per un’approssimazione di almeno 400 euro al mese rubate a testa... le volontarie presenti ad un banchetto contro una malattia rara, giovani che porteranno i volantini nei loro quartieri.
Una vicinanza non scontata, viva e genuina che i tanti proletari al mercato hanno voluto portare agli operai in lotta, perché sono stati colpiti proprio dal fatto di aver incontrato operai che lottano rivendicando il posto di lavoro perché è loro, che rifiutano il ricatto del padrone del lavoro sottopagato e precario, operai che si sono organizzati. 

Gli sforzi continuano per far arretrare il padrone, far avanzare la lotta di classe, per ottenere la presenza effettiva di tutti quelli che si sono fermati e hanno portato il loro calore ieri al presidio.
A partire dall’ex operaia che con orgoglio ci ha detto ‘io ha fatto il ‘69 e le lotte degli anni 70’ in una fabbrica della zona, scioperi picchetti e tante manifestazioni, venivano i ragazzi di Lotta Continua, erano giovani ma a differenza di oggi sapevano cosa facevano, conoscevano la fabbrica… andate avanti, non mollate.






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