giovedì 12 agosto 2021

CONTRO LA NOCIVITÀ DEL CAPITALE PER IL PROTAGONISMO OPERAIO

 

Sicurezza sul lavoro, decine di controlli nelle aziende tra Prato e Milano: «Il 100% è risultato irregolare»

Lavoro,decine controlli a Prato e Milano, 100% irregolarità

Giordano (Inl), ispezioni effettuate nell'ultima settimana

Sicurezza sul lavoro, Landini: "Introdurre patente a punti per le imprese''

 

Ancora una volta con una proposta irreale, smentita dai fatti quotidiani che persino le ispezioni ufficiali devono ratificare, i confederali per bocca ‘dell’uomo di governo’ Landini, continuano a far danni tra i lavoratori, assolvendo al loro compito di copertura delle aziende. In un particolare momento in cui gli infortuni mortali, visibili o meno ma sempre 3 al giorno sono, hanno di nuovo colpito e aperto un dibattito sulla mancanza di protezioni e formazione per i lavoratori e sulle responsabilità dei padroni, con la patente a punti offrono l’ancora di salvezza alle aziende, l’escamotage per continuare a produrre alle medesime condizioni di oggi, cioè pericolose e impunite. La patente a punti è una proposta bloccata da 15 anni. Che Landini aspiri ad essere l’uomo giusto per questo progetto può darsi, ma l’annuncio nell’immediato suona come una indicazione di linea alle migliaia di Rls purtroppo ingessati nelle strutture confederali tramite le Rsu: la produzione non si può fermare, niente grossi ostacoli, niente guerre di trincea con i padroni. Così come sono inevitabili i licenziamenti, ora con più evidenza, sono inevitabili i morti.

Il neo presidente di INL costituita nel 2015, rilascia dichiarazioni più avanzate ammettendo che contro le aziende serve il potere ispettivo di fermare la produzione irregolare fino alla messa in sicurezza, fino alla regolarizzazione.

Noi diciamo con il grande esempio dell’Autunno Caldo, l’esperienza storica del potere operaio, che è la classe operaia che deve porsi l’obiettivo di darsi gli strumenti di controllo e di intervento a partire da delegati e delegati alla sicurezza eletti su scheda bianca e libera, revocabili in ogni momento dall’assemblea dei lavoratori. Per decidere direttamente sulle questioni che li riguardano senza delegare… E che solo a partire dal suo protagonismo, e dalla sua organizzazione, è possibile trascinare il contributo di tecnici, medici e organi di controllo.

… La forza sindacale, politica, ideologica degli operai portò tecnici, medici, studenti, a mettere le loro conoscenze al servizio delle risposte, alla difesa, miglioramento della condizione operaia. Ma sul fronte della sicurezza in fabbrica, della difesa delle salute, della lotta alla nocività anche fuori dalla fabbrica, furono prima e soprattutto gli operai che fecero piani, proposero soluzioni, dimostrando che le fabbriche, anche quelle più nocive, in mano agli operai possono essere trasformate. Si affermò il rifiuto della monetizzazione della nocività. Sull’esempio della Cina di Mao si affermo’: UNIRE IL ROSSO E L’ESPERTO. Mettersi al servizio della classe operaia, e in questo mettersi al servizio della sua causa, delle sue lotte, cambiare la cultura, le conoscenze così come erano state fino ad allora... (tratto dalla rivista La Nuova Bandiera, Atti del Convegno sul 50° dell’Autunno Caldo 1969)

Prodotto di questa stagione l’attività di tanti medici, coinvolti dalla forza e dall’energia del movimento operaio, rotte le catene sindacali confederali, finalmente lanciato alla difesa dei propri interessi:

‘ …. molti tecnici si trovarono a dover prendere apertamente posizione e decidere se rendersi o meno disponibili a lavorare a fianco della classe operaia che in questo campo specifico intende svolgere un ruolo egemonico ovvero di direzione delle indagini e delle conseguenti scelte di intervento.

È con chi sa compiere questa scelta, primo fra tutti Giulio Maccaccaro, che con il movimento operaio instaura ‘ una collaborazione tesa a condurre un’analisi del sapere medico (che solo dall’interno della medicina poteva essere svolta) e che, partendo dalla soggettività operaia e dalle conoscenze dei tecnici, trasformasse il sapere medico e l’intervento sull’ambiente, e trasformasse quindi anche il processo di produzione del sapere...’. (tratto da L’impegno di Giulio Maccaccaro per una nuova medicina, Maria Luisa Clementi, ed Medicina Democratica)

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