Il caso emerso alla fine di luglio, per le condizioni subite dai lavoratori pakistani assunti tramite cooperativa alla Grafica Veneta, irregolarità contrattuali, furti sulle ore… picchiati dai caporali, giornate di 12 ore a pesanti ritmi di lavoro pagati miseramente, ha avuto un certo scalpore perché sono stati arrestati anche due manager dell’azienda committente.
I due manager sono stati messi agli arresti domiciliari con l’accusa di reclutamento e impiego di manodopera in condizioni di sfruttamento. Secondo la Procura, i due dirigenti di Grafica Veneta erano a conoscenza della situazione di illegalità e dei metodi violenti usati dall'organizzazione per soggiogare e intimidire i lavoratori.
Ieri l’incontro in Prefettura con ADL Cobas per rivendicare l’assunzione dei lavoratori a tempo indeterminato in fabbrica, con l’avvocato dell’azienda che lascia il tavolo inveendo contro i lavoratori che si vogliono approfittare dell’azienda, perché solo chi può dimostrare di aver lavorato 300 ore al mese merita di essere preso in considerazione.
L’avvocato giusto al posto giusto, verrebbe da dire, con una concezione da negriero a difesa delle condizioni di lavoro neoschiaviste.
Non facciamo previsioni sull’esito delle indagini.
Ma succede poche volte ed è importante che al centro sia finita l’azienda committente. Questo nel sistema degli appalti resta una tendenza che solo la mobilitazione mirata dei lavoratori contro il moderno caporalato può provare a invertire.
I padroni hanno il pieno controllo dell’organizzazione del lavoro nelle aziende, appalti compresi; impongono condizioni economiche al massimo ribasso nei contratti di appalto; pretendono la totale flessibilità oraria, fine turno solo alla fine del lavoro, con la conseguente piena disponibilità e sottomissione, violando la stessa libertà dei lavoratori. Questo regime di impiego è determinato dai committenti. Conoscono bene le conseguenze dell’intermediazione della manodopera perché lo scrivono nei loro stessi bilanci: utili alle stelle e costo della manodopera al minimo.
E’ il moderno caporalato istituzionalizzato che giorno dopo giorno attacca i diritti di tutti gli operai.
Perché in fabbrica i padroni, salari e diritti li livellano sempre verso il basso.
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