30 luglio 21 confederali alla Prefettura di Bergamo nello sciopero provinciale metalmeccanico contro i licenziamenti |
Cgil Cisl Uil fanno ora lo sciopero contro i licenziamenti, incalzati dalle pressioni dei lavoratori delle fabbriche colpite dai licenziamenti collettivi, come Giannetti Ruote (Mi), Gkn (Fi), Tinken (Bs),
Ma non è vero che a Bergamo non ci siano licenziamenti, tanti ce ne sono già stati nei mesi scorsi, soft, SEMATIC, TENARIS, EVOCA, BREMBO, MONTELLO centinaia e centinaia e li hanno fatti loro con accordi meschini per le cosiddette dimissioni volontarie incentivate, abusando pure della Naspi per regalare forti sconti ai padroni, che hanno così portato a termine, nella specificità delle diverse aziende le ristrutturazioni, sfruttando la fase della crisi economica e pandemica, con delocalizzazioni e chiusure senza lotte, con lo scambio in un clima da pace sociale, tra i propri operai a fine carriera e nuove braccia che entrano in fabbrica con Adecco!
Intanto vola il PIL nel 2021 + 4.7% nel commento entusiasta del Sole 24 ore, mentre l’Istat più equilibrato ne prevede una tendenza costante anche per il 2022 al +4.4%. Riprende l’occupazione, con numeri ipotizzati in linea con quelli del Pil.
Ma la disoccupazione al 9.8%, seppur scesa sotto la quota simbolo del 10% resta la terza più alta in Europa. Più 400.000 in 5 mesi le assunzioni. Gli ultimi dati disponibili nel dettaglio su 200.000 assunti da aprile, li davano tutti precari e con contratti brevi. Dall’inizio della pandemia in negativo per i lavoratori ci sono ancora 500.000 posti persi, dentro la fase post ‘pacco confederale’ del 30 giugno, che ha sbloccato i licenziamenti collettivi.
La nuova concertazione di Cgil Cisl Uil fa bene ai padroni, ma schiaccia i lavoratori tra la prospettiva di un lavoro precario all’infinito e le nuove povertà segnata dalla mancanza o dall’incertezza del lavoro, per una vita sempre più cara e insostenibile, con i servizi che si assottigliano e privatizzano ogni diritto da quello della cura a quello dell’istruzione, dalla casa alla sanità.
estratto dal volantino alle fabbriche
... I sindacati confederali, delegati compresi, che a differenza di come pensa qualche operaio agiscono in fabbrica esattamente secondo la linea nazionale, dopo aver mollato sul blocco dei licenziamenti, adesso si agitano spinti dalle pressioni dei metalmeccanici licenziati.
Nessuno si deve far ingannare, cavalcano la crisi per tenere sotto controllo le fabbriche per imporre agli scioperi parole d’ordine come ‘riforma degli ammortizzatori sociali, difesa dell’occupazione, difendere la capacità industriale del paese’ che nelle mani di cgil Cisl Uil vogliono dire solo chiedere al governo ‘ un minimo di sussistenza dopo il licenziamento, per traghettare gli operai a nuovi lavori da precari, proprio come immaginano la capacità industriale i padroni: lavoro non diritti, sfruttamento non paga decente, profitti e morti operaie e tanti disoccupati di riserva.
Difendere le condizioni di vita e di lavoro è necessario, scioperare in massa serve, ma per liberarsi da questa influenza, per l’autonomia nelle lotte, per costruire l’organizzazione, per il potere operaio.
Il recente Report elaborato dall’Inali, spiega bene l’aumento di contagi nei posti di lavoro, nella seconda ondata, a livello nazionale con il primato della Lombardia! È dettagliato e merita di essere letto. Potete trovarlo al blog https://proletaricomunisti.blogspot.com/ in data 25 luglio 21.
Questo per alzare la denuncia sui movimenti fascio populisti, prima negazionisti del virus, poi no mask, ora no vax. Il movimento no vax è un movimento reazionario e fascista, che sfrutta anche ignoranza qualunquismo e individualismo presente tra le masse e che inevitabilmente fa capo a Salvini Meloni e su scala internazionale ai regimi ed esponenti più fascisti nel mondo Trump Bolsonaro Modi Orban ecc.
Noi siamo da sempre per la vaccinazione obbligatoria, perchè non è un fatto individuale ma sociale, anche se naturalmente chiediamo, pretendiamo rigore e accertamenti nei controlli medici dei casi particolari. E facciamo un particolare appello agli operai, perché nelle fabbriche la sicurezza, anche contro il virus non può essere lasciata nelle mani di Confindustria che punta solo alla produzione, ma imposta con la partecipazione attiva e il controllo degli operai organizzati.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
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