L'udienza si è aperta, insieme ad alcune informazioni, con la lettura e risposta ad una istanza fatta nei giorni precedenti dallo Slai Cobas (parte civile del processo Ilva e organizzatore di più di 100 parti civili di operai Ilva/Appalto, lavoratori e operatori cimiteriali e abitanti dei quartieri inquinati) che conteneva due richieste: la prima, principale: "atteso che il processo "Ambiente svenduto", anche in questa fase d'appello, è pubblico, si chiede che esso sia effettivamente pubblico; che, pertanto, anche persone non parti civili, possano entrare nell'aula delle udienze - come peraltro è avvenuto nel processo di 1° grado, sia pur con limitazioni numeriche..."; la seconda: "si chiede, inoltre, di elevare il volume audio, atteso che le parti civili presenti ascoltano con molta difficoltà gli interventi per il basso volume dei microfoni".
Alla prima richiesta, il presidente della CdA, Del Coco, premettendo che lui non capiva cosa si intendesse per "pubblico" (? - ma più chiaro di così!) e che lui non poteva sapere se chi entrava era parte civile o no, ha rimandato la decisione al Procuratore generale presente in aula; sulla seconda, ha fatto appello ai tecnici e agli stessi avvocati di migliorare l'audio (qualcosa è migliorato).
Il presidente ha poi voluto ribattere alle critiche e polemiche - tra cui fortemente quella dello Slai Cobas - contro la grave ordinanza di sospensione dell’esecutività del pagamento delle provvisionali alle parti civili decise con la sentenza di primo grado, dichiarando che "non intende rispondere o assecondare tali polemiche e che tutte le questioni troveranno spazio e discussione all’interno del dibattimento e che troveranno la loro naturale conclusione all’interno del provvedimento che la Corte che emetterà in merito a tutte le questioni sollevate".
Altra questione posta all'inizio - negativa, anche questa di fatto nella direzione di "segnali" a favore degli imputati - è stato il divieto al lavoratore, operatore delle registrazioni/video, a sua volta parte civile, di continuare a fare riprese video se non previa autorizzazione di ognuno degli avvocati difensori (cosa assurda, per cui è scontata la negazione di autorizzazione, e quindi è chiaramente è un divieto pure e semplice). Per tutto il processo di 1° grado sempre questo lavoratore/operatore ha fatto, autorizzato, le registrazioni/video; pertanto questa "novità" più che legale sembra politica, più in linea con la volontà che questo processo non sia pubblico. A fronte di questo, tramite una delle nostre avvocate, si è chiesto se quanto meno si potevano continuare le registrazioni/audio - queste sono state permesse. Ma è un altro negativo segnale di questo processo d'appello. E valuteremo col lavoratore e con i nostri avvocati cosa fare.
In questa udienza all'OdG vi sono stati gli interventi di 3 avvocati degli imputati (Annicchiarico, Perrone e Russo) incentrati sulle questioni di "nullità" sul processo di 1° grado: nullità per mancanza di difensore di fiducia non sostituto da difensore d'ufficio per alcuni imputati in alcune udienze; nullità per impedimento dell'esercizio del "diritto di difesa" non avendo consentito contraddittori, presentazione di richiesta di riti abbreviati, dichiarazioni spontanee e interrogatori degli imputati, testimonianze di consulenti degli imputati, ecc.; quindi messa sotto accusa di varie ordinanze del 1° grado. La conclusione di ogni intervento è stata la richiesta di "nullità" di varie parti del processo di 1° grado, che, se passasse, vorrebbe dire "tornare indietro" addirittura all'udienza preliminare, e praticamente rifare il processo di 1° grado!
E' bene ricordare che queste presunte "violazioni" del diritto di difesa, erano state già poste abbondantemente nelle udienze preliminari e di 1° grado e vi era stata più che argomentata risposta.
Nelle prossime due udienze - 7 e 14 giugno - continueranno gli interventi dei legali degli imputati.
Il 21 giugno interverranno in replica i PM e le parti civili. Si dice di voler terminare questa fase nel solo giorno del 21, e quindi eliminare l'udienza del 28 - o tenerla in caso di non conclusione degli interventi del 21/6.
Ma anche questa udienza conferma quanto detto dallo Slai Cobas: non bisogna assolutamente lasciare questo processo d'Appello nelle mani dei giudici e tantomeno lasciare in pace gli avvocati degli imputati. Su questo è importante la partecipazione del maggior numero delle tantissime parti civili e anche del "pubblico"; come continuerà ad essere importante e deve essere parte del processo le istanze dello Slai cobas e l'azione dei nostri avvocati a fronte di decisioni della Corte che penalizzano/ostacolano le parti civili di operai, lavoratori, cittadini e favoriscono invece gli imputati.
Non devono passare i "passi indietro", affossamento del processo di 1° grado.
Nessun commento:
Posta un commento