da Controinformazione rossoperaia del 7/05
Siamo qui stamattina (ieri) a Casteldaccia in provincia di Palermo dove sono morti i 5 operai che dovevano risolvere il problema di un guasto di acqua reflua in un tombino. I primi sono morti immediatamente appena lo hanno aperto e sono scesi a causa dell’idrogeno solforato che riempiva il locale. 5 operai più 2 ricoverati in gravi condizioni e 3 salvati miracolosamente perchè rimasti fuori. Mandati a morire perché erano senza l’attrezzatura adeguata per fare questo tipo di lavoro. “Se ci fossero state le protezioni” – dice uno dei vigili del fuoco – “questa tragedia non sarebbe successa”. Come sappiamo che non sarebbero successe tante altre tragedie se solo si utilizzassero gli strumenti di protezione. Quindi l’ennesima strage voluta da chi comanda quando dà gli appalti, perchè questo è il sistema che produce più morti in assoluto: appalti, subappalti al massimo ribasso. Per alcuni dei 5 operai stanno verificando se fossero stati messi in regola con un contratto, comunque sono edili e con salari assolutamente molto bassi. Mentre ancora qui sono rimasti solo polizia, carabinieri e il grande camion che seguiva i lavori, in ospedale le famiglie disperate. Degli operai più anziani uno aveva 71 anni, il più giovane quasi trent’anni. Sono ormai situazioni insostenibili, impossibili da mandare giù. Appalti, subappalti, precarietà, il ricatto del posto di lavoro, questo è il sistema (come qualcuno che si occupa da tempo di queste faccende ormai dice esplicitamente) che porta più di mille operai morti sul lavoro all’anno, Secondo l’Osservatorio di Carlo Sorricelli di Bologna in quest'anno ad oggi sono più di 400 i morti sul lavoro e 200 quelli in itinere. Non avevano quindi nemmeno la mascherina, quella più semplice di protezione, i 5 operai che sono morti: da Epifano Alsazia, 71 anni, che addirittura era contitolare della ditta Quadrifoglio, gruppo di Partinico, e poi Giuseppe Miraglia, di 47 anni, Roberto Ranieri di 51 anni di Trapani, Ignazio Giordano di 59 anni e Giuseppe La Barbera di 26, questo era l'operaio interinale. Operai, come si vede, che provengono da diverse parti, anche della provincia di Palermo, addirittura di quella di Trapani, pur di avere un lavoro. Un lavoro che però si trasforma in tragedia. Le organizzazioni sindacali confederali hanno indetto oggi (ieri) uno sciopero di 4 ore e faranno un sit-in alla Prefettura, mentre l'USB, un'altra organizzazione sindacale di base ha organizzato un altro sit-in proprio davanti all’ AMAP, l'ente comunale che ha dato l'appalto. Chiaramente tutti adesso provano a dire che loro hanno fatto la loro parte, che il bando di gara era a posto. Il problema non è il bando di gara, è quello che prevede, il problema sono i controlli che mancano, la precarietà, come abbiamo detto, che costringe gli operai a lavorare in qualsiasi condizione e fino alla morte, purtroppo, come si vede. Ma il problema, appunto, sono i controlli ispettivi, che non esistono. Perché qui, soprattutto in Sicilia - ma in genere in tutto il paese - i controlli sono ridotti al minimo e gli ispettori del lavoro possono fare un controllo quando lo fanno ogni tanti anni. Quindi una cosa assolutamente impossibile e voluta. Giustamente, ironicamente qualcuno dice che le leggi già ci sono, bisognerebbe applicarle, quindi non farne di nuove, come sta provando a fare il governo per lavarsi la faccia da questo punto di vista, con per esempio la patente a punti, i crediti soprattutto nel campo proprio edile dove tanti, tanti operai muoiono ogni anno.
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