giovedì 1 gennaio 2015

30 dicembre: 10 punti contro il decreto Renzi-Ilva

Lo Slai cobas per il sindacato di classe Taranto esprime un suo primo giudizio critico sul decreto Renzi per l’ilva in 10 punti:
1. esso non contiene la tutela prioritaria del lavoro degli operai dell’Ilva e dell’indotto, che restano alla mercè delle esigenze produttive e di mercato dell’Ilva, e con il regime di amministrazione straordinaria non hanno garanzia del lavoro, dei salari, e dei diritti acquisiti.
2. esso modifica di fatto l’AIA, insufficiente già di per sè, e quindi sposta in avanti nei tempi e modi la ambientalizzazione dello stabilimento con grave danno per operai e cittadini nel decreto non è contenuta alcuna clausola obbligatoria di uso degli operai ilva indotto nei lavori di ambientalizzazione.
3. esso fa di fatto ripartire le bonifiche dall’attuazione di questo decreto e quindi invece di accellerare i lavori, ne pianifica il ritardo a partire da zero.
4. esso dà mano libera a commissari vari per non osservare norme di sicurezza nel lavoro, e li mette a riparo dalle conseguenze giudiziarie del loro operato, e questo in una fabbrica pericolosa come l’Ilva oggi è una licenza di infortunare, licenza di malattie professionali, licenza di uccidere.
5. esso non prevede nessun prepensionamento per nocività da lavoro siderurgico ed esposizione a sostanze nocive per gli operai Ilva-indotto, che continuano quindi ad essere doppiamente vittime dei padroni e dei decreti governativi.
6. il decreto ha fondi già scontati, e insufficienti, per le bonifiche e l’emergenza sanitaria a Taranto.
7. il decreto stanzia fondi, alcuni provenienti dai sequestri giudiziari Ilva, che non sono ancora nella disponibilità della stessa Magistratura che li ha sequestrati, perchè in paradisi fiscali.
8. i fondi per porto e beni culturali erano già stati stanziati, sono insufficienti, e il loro utilizzo non dà alcuna garanzia di ricaduta occupazionale, ambientale, turistica sulla città.
9. il decreto nazionalizza le perdite e la fase, non recupera fondi dei padroni, bensì usa fondi dei cittadini – statali – per fronteggiare problemi critici e restituire poi a i padroni, Riva compreso, la fabbrica per il profitto.
10. il decreto contiene in sè già le possibilità di non attuazione per intervento Europa, e quindi vuole portare la giustificazione ‘per colpa dell’europa’ per la sua non attuazione.

Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
slaicobasta@gmail.com
347-5301704
via Rintone 22 Taranto


Nessun commento:

Posta un commento