martedì 13 marzo 2012

Verbale riunione coordinamento nazionale slai cobas per il sindacato di classe 26-2-2012

INTRODUZIONE
Questi mesi hanno confermato l'impostazione generale, le conclusioni di
linee e priorità di lavoro del precedente coordinamento nazionale di
novembre 2011.
Da novembre ad oggi le questioni principali sono:
- l'azione del governo Monti che ha come cuore l'attacco ai lavoratori e in
particolare agli operai;
- la 1° manifestazione di lavoratori contro il governo Monti del 27 gennaio;
- la conferma/sviluppo della questione Fiat come centro del fascismo
padronale;
- il problema della disoccupazione che si allargherà sempre di più per
l'azione del governo, questo richiede la formulazione della linea in modo
organico su lavoro-salario garantito, con iniziative e campagne concrete;
- la questione del precariato operaio, con al centro la questione delle
cooperative immigrati (vedi Milano, Bergamo), le cui queste lotte stanno
facendo emergere il moderno schiavismo.

In merito ai punti centrali del lavoro nazionale.
Sulla questione nazionale del riconoscimento dello Slai cobas per il
sindacato di classe. Essa, come abbiamo detto a novembre, è principale
rispetto alle iniziative locali che devono avere una prospettiva nazionale,
inserite nella battaglia nazionale.
Rispetto a questo facciamo un bilancio positivo del 27 gennaio e della
nostra presenza sia quantitativa che qualitativa, rappresentativa un po' di
tutti i settori proletari: dagli immigrati alle donne, ecc. Ciò ha pesato
sul riconoscimento che c'è stato: dal palco non scontato, interviste di
giornalisti, riconoscimento da parte dello slai cobas ufficiale, cosa non
solo non scontata ma fino a qualche tempo fa osteggiata. Il 27 ha
costituito, quindi, un passo in avanti.
Altra questione importante è stata la nostra presenza al processo Eternit;
qui abbiamo lavorato nei mesi precedenti la sentenza con una presenza a
tutte le udienze del processo. Abbiamo fatto un opuscolo di informazione,
perchè questo processo fa storia e scuola, è un riferimento importante per
altre realtà, per es. per Taranto rispetto all'Ilva.

Sulla centralità delle fabbriche. Abbiamo fatto passi in avanti in alcune
realtà. Siamo di fronte ad un nuovo passaggio della questione Fiat con la
linea Marchionne, e del rapporto Marchionne/governo Monti, un governo che
per Marchionne va bene se fa da "regista" alla linea dettata dal fascismo
padronale. Alla Fiat la nota positiva è la sentenza che impone il reintegro
dei tre operai di Melfi.
La Fiom è incartata, sia per la linea di "un piede in due staffe" sia per
l'atteggiamento verso la Cgil/Camusso; vi è un'evidente contraddizione tra
gli accordi con il governo che la Camusso è disponibile a fare e i temi
dello sciopero del 9 marzo.
Alla Sata di Melfi e all'Ilva vi è stata una fuoriuscita di iscritti della
Fiom con passaggio alla Cisl/Fim, amplificata dalla stampa padronale (Sole
24 ore). Questo crea oggettivamente uno spazio, opportunità per il sindacato
di classe; è un dovere intervenire per non lasciare spazi o regali ai
sindacati padronali. L'altra faccia della medaglia è la nascita all'Ilva di
Taranto dello Slai cobas per il sc.
Questo lavoro non è nella linea dei sindacati di base che al massimo hanno
una linea di concorrenza con la Fiom. Per questo nelle fabbriche, noi
diciamo: No fronte unito, battaglia per il sindacato di classe che ha le sue
basi nei cobas.

Sui sindacati di base. Non si può campare di manifestazioni, occorre
continuità di lavoro. Cosa stanno dicendo e facendo su art. 18, eliminazione
della cigs? Non ci sono, non dicono nulla.

Sul problema precari/disoccupati. La battaglia su lavoro-salario garantito è
strategica. E' una questione di difesa vitale, ma è anche una questione di
classe. Non farla sarebbe non ostacolare una contrapposizione portata avanti
da padroni-governo tra lavoro salariato e disoccupazione (Marx), tra salario
e occupazione, tra operai e disoccupati.  Per questo il salario garantito ai
disoccupati è anche una forma di difesa del salario operaio.

Sulle cause legali. Noi dobbiamo usare tutti i mezzi, ma con la linea che la
cause legali fanno parte della guerra di classe.

MARGHERA
Abbiamo avuto una tenuta degli autisti operai, dipendenti. La loro
organizzazione è un cobas mobile, sfruttando anche internet, fax. La guerra
sull'autista è a uomo, c'è una guerra disciplinare che viaggia negli uffici
ispettivi e nei tribunali.
Nei tre anni finora vi sono stati 250 autisti iscritti, la tenuta è però
minore, attualmente sono 150.
Vi è un importante Cobas a Verona alla Bonmartini.
"Fondamentalmente in Veneto siamo un sindacato di operai immigrati, a parte
rari casi, gli italiani iscritti sono anch'essi operai degli appalti e delle
cooperative, e operaie delle pulizie, ma anche operai metalmeccanici
immigrati e operaie immigrate di fabbrica
La realtà veneta è assorbita dalla intermediazione di manodopera, con
estrema polverizzazione dei lavoratori.
Nelle cooperative della logisticai nterveniamo sin dal 2008 con lotte
significative,  la partecipazione all'attività dei Cobas è più limitata, ma
si sono iniziate varie vertenze in centri logistici della provincia di
Venezia, Treviso, Vicenza. Qui il caso Geox nella provincia di Treviso è
molto importante perché l'attività è stata sostenuta anche a livello
pubblico, e se pure i processi da noi avviati sono quasi tutti ancora da
iniziare, hanno dato luogo a una catena di interventi preventivi da parte di
Geox, si parla di circa 300 persone del centro di Signoressa che hanno preso
2-3-4 mila euro a testa, con l'avallo di un sindacato concertativi, per
prevenire l'estensione del fenomeno.
Il caso dei tre operai di cooperativa, licenziati politici alla Fercam di
Casale sul Sile (TV) è molto importante, il processo inizierà il 20 marzo a
Milano, sarebbe importante dargli visibilità.
Vogliamo realizzare una rete di avvocati che ci supporti, ma abbiamo
problemi a reperire legali a livello nazionale. I lavoratori sono scoperti
dal punto di vista legale. Il CCNL è un miraggio.
Occorre rafforzare la struttura legale.
Il lavoro negli appalti Fincantieri è cresciuto molto, soprattutto ma non
solo con la questione Eurocoibenti. A Monfalcone è sorto il primo Cobas
maggioritario in una piccola ditta di impiantistica.
Il carattere delle lotte avviate contro la riduzione dell'organico dalla
Fiom in altre città come a Castellammare, Palermo, Genova, è molto diverso
da come si muove la Fiom a Marghera e Monfalcone, proprio per "trattenere"
la lotta e per evitare che si estenda con carattere generale a tutti gli
appalti.
In Eni la denuncia sulla cigs non è stata sentita dagli operai. Qui c'è la
tendenza a volere una vita tranquilla, altrimenti si è invisi all'azienda. I
lavoratori hanno forse dimenticato facilmente quello che è successo in
questi mesi, da parte di azienda e istituzioni. Si ritorna nella logica
"difendiamo il posto di lavoro facendo i bravi".
A Marghera il livello di infamia e di tradimento da parte delle OO.SS.
confdederali è vasto e profondo. Un esempio: in una cooperativa il padrone
ha messo in mobilità i lavoratori con la firma della Cgil, anche se era una
cooperativa che non pagava i contributi, con il risultato che l'Inps ha
iniziato appena possibile, a trattenere le somme precedentemente erogate per
10 mesi, alla prima occasione utile, come indennità di disoccupazione ecc
Abbiamo avuto sinora invece delle difficoltà serie ad organizzare i
disoccupati, sono stati fatti tentativi vari negli ultimi 18 mesi, ma senza
grande successo, questo evidentemente non dipende solo dalla nostra capacità
o meno, ma anche dalla predisposizione a cercare soluzioni individuali che
va per la maggiore non solo tra gli operai italiani in mobilità ma anche tra
gli operai immigrati.


TARANTO.
Qui stiamo applicando la linea nazionale, perchè è la sede in cui da tempo
c'è lo sc x sc, ma anche perchè c'è la più grande fabbrica del paese, e una
realtà percepibile del rapporto tra fabbrica e territorio, poi perchè TA è
una città del sud in cui comunque la larghissima parte della gente è
disoccupata, il 50% non ha lavoro o reddito (o fa lavoretti perchè la
malavita organizza il lavoro)
TA, quindi, diventa un laboratorio generale di tutte le vicende: più grande
fabbrica; più grande base navale nel mediterraneo, percentuali di
disoccupazione del livello di NA e PA.
E' sbagliato pensare che gli operai di TA sono meglio, quelli di TA sono più
ricchi degli operai di Marghera, fanno parte della classe agiata. Quindi
ogni idea che nel sud c'è la classe operaia ribelle mentre nel nord non si
ribellano, è una sciocchezza. A Taranto chi non lavora in fabbrica guadagna
400 euro al mese. Questo fa sì che una città come TA sembra l'India, con
operai che hanno un buon reddito e tutti gli altri che non hanno di che
vivere. In questo senso TA è laboratorio.
Questa rappresentatività sociale generale se l'è conquistata lo slai cobas
per il sindacato di classe. Il caso non è la realtà materiale, ma l'anomalia
rappresentata dallo sc. E non è solo un problema delle masse ma anche
dell'apparato dello Stato (vedi processo Riva e parola d'ordine su Eternit
che noi abbiamo portato e fatte poi proprie dagli altri). Questo permette il
riconoscimento anche da parte del potere avversario.
All'Ilva ci siamo conquistato il riconoscimento rappresentando gli interessi
dell'intera classe operaia, essendo minoranza, perchè per un certo periodo
noi dobbiamo essere minoranza e il nemico ci deve percepire come se noi
siamo l'unico sindacato, guardando alla maggioranza degli operai. Il
fenomeno Ilva ha due lati: il fascismo padronale crea inevitabilmente un
problema, la gran parte dei lavoratori piegano la testa, ma questo è
normale, quindi chi accetta non è uno stronzo, ma dimostra che c'è il
fascismo padronale, finchè non percepiscono che c'è un'alternativa. Il
problema è che noi dobbiamo costruire l'alternativa che si basa sulla
capacità di combattere il fascismo padronale, che non si combatte con le
forme tradizionali, ma con la guerra di classe che significa che su ogni
aspetto devi contrapporre una reazione uguale e contraria al padronato. In
modo che ci siano solo due possibilità: o cedi o stai con lo Slai cobas  per
il sc; non ce ne devono essere altre. Noi vogliamo la distruzione della
Fiom. All'Iva conta il 20% che passa con noi non l'80% che passa alla Fim.
Ma gli operai che passano alla Fim non significa che sono pecoroni, vuol
dire che lì rinasce la conflittualità, non c'è niente di strano in questo.
Il problema che il sindacato nel suo insieme è fatto in modo che gli operai
non possano percepire di poter fare un altro sindacato e un  altro modo di
fare sindacato. Il delegato Fiom che è abituato a farlo in una certa maniera
(sindacato dei permessi sindacali, della micro vertenza), quando nella Fiom
questo non è possibile passa alla Fim,. L'interruzione del problema avviene
quando qualcuno dice che non è così che si fa il sindacato. Ma questo non
vuol dire che noi dobbiamo fare il sindacato per bene o che noi dobbiamo
fare il sindacato estremista, ma il sindacato che interpreta la maggioranza
ed è coerente alla condizione effettiva della classe operaia.
Il passaggio di operai ai sindacati padronali non è un reazionarizzazione,
ma una resa rispetto agli avversari. Noi dobbiamo raccogliere gli operai che
si ribellano, non sono molti ma sono preziosi e vanno coltivati, certo con i
rischi, ma lo sc deve attrezzarli per bene per fare la guerra.
All'Ilva siamo a questo, abbiamo aspettato gli operai. Oltre mille operai si
sono dichiarati dello sc e ora si stanno organizzando, certo ce ne vuole di
lavoro, per dare strumenti, costruire un loro spirito di corpo, spiegare ciò
che stanno facendo.
Quando si dice che noi dobbiamo fare sindacato in maniera nuova vuol dire
che dobbiamo formulare rivendicazioni diverse. Vedi questione 'cambio tuta'
all'Ilva, dove i sindacati e azienda hanno costruito un mostro giuridico.
Noi li abbiamo colpiti e l'azienda sta cercando nuovi sistemi per vincolare
gli operai. E' una guerra. Devi fare la difesa ma anche l'offesa.
All'Ilva noi abbiamo lanciato il contratto siderurgico, prima è stata una
giusta lotta unire la condizione e i settori operai. Oggi però il CCNL non
esiste più, c'è la paga di posto, quindi è evidente che devi unificare i
lavoratori nel loro carattere unitario, che è quello siderurgico
(monetizzare il lavoro maggiore e più insicuro). Quando avevamo forza ogni
tentativo del padrone di monetizzare la salute noi lo respingevamo, oggi è
se non lo facciamo è invece un guadagno del padrone. Noi vogliamo i passaggi
automatici di livello, altrimenti stai svalorizzando il lavoro, non è
accettabile che non ci sia il passaggio di livello legato al tempo in cui
stai in quella postazione.
Tra gli operai non dobbiamo parlare di autorganizzazione ma di
organizzazione, di formazione, di rivendicazioni precise, questo permette ad
una minoranza di avere coscienza di sè.
Per lottare devi disgregare l'avversario, lo Stato, gli organi di polizia,
la magistratura, gli enti locali, disgregare i sindacati confederali, e i
sindacati di base. Questo non lo fa l'autorganizzazione ma l'organizzazione.
In questo senso il lavoro dello sc è importante perchè deve riuscire a
costruire una nuova organizzazione sindacale. Quando conquisti dei risultati
devono pesare nazionalmente.
L'importanza del 27 è questa. Perchè nella nostra funzione nazionale siamo
di più dello slai cobas ufficiale. Noi dobbiamo diventare più forti di loro
e per farlo dobbiamo costruire la nostra forza.

Nello stesso tempo in una realtà di grande fabbrica, l'universo dei
disoccupati o precari diventa o antioperaio, sono la base del fascismo non
la base della rivoluzione. La lotta contro il fascismo si fa organizzando i
disoccupati per strapparli alla reazione e li unisci su una linea di classe,
poi valorizzi gli elementi positivi dei disoccupati: la ribellione, la loro
"libertà" legata al fatto di non essere ricattati sul lavoro, non hanno il
problema di entrare nella galera della fabbrica.
Ma questo se sono organizzati, e non è la stessa cosa essere organizzati da
Banchi Nuovi o dallo Slai cobas per il sc, da un lato vi sono dei demagoghi,
dall'altra delle persone serie. Il sindacalismo di classe è fatto di
costume, di modo di organizzarsi.
Tra i disoccupati c'è la questione centrale dell'uso della lotta, non sei tu
a stabilire le forme di lotta, o chiedi l'incontro o lo imponi. I
disoccupati ti permettono la visibilità quotidiana. Questo permette che
quella lotta duri. Il disoccupato viene iscritto, e deve essere presa la sua
presenza ad ogni iniziativa, riunione, così si è disoccupati organizzati.

Oggi ci sono 4 campi in cui possiamo scalare le posizioni:
il governo Monti, che è un sunto, un governo perfetto del capitale, che non
deve rendere conto neanche alle elezioni; il fascismo padronale, dove
abbiamo il problema di organizzare la minoranza degli operai; la questione
del lavoro e del salario garantito, soprattutto al sud; la questione del
nuovo arcipelago della logistica che organizza una buona parte degli operai
immigrati.
Su questi punti non siamo in concorrenza con cgil, cisl e uil, abbiamo un
problema con la Fiom.

Sulla questione della sicurezza sul lavoro. Il processo Eternit cambia lo
scenario del mondo, si svela il processo del capitale, il proletariato
trasforma una sentenza buona in una legge che rivendica dappertutto. La Rete
per la sicurezza sui posti di lavoro rende organico, materiale questo
discorso, ed è lo slai cobas per il sc che fa questo. I sindacati di base
non comprendono questo.
Su questo possiamo avere un prestigio nazionale e una presenza al di là
della forza materiale, questo ci permette di avere una interlocuzione con
tutte le realtà che per es. lottano contro l'inquinamento e la devastazione
ambientale, ci permetterà di avere interlocuzione con il movimento No Tav.
Per avere un riconoscimento nazionale noi dobbiamo crescere nazionalmente,
nel senso di capacità di dirigere il movimento nazionale.

PALERMO
Siamo sotto attacco generalizzato, per ogni azione. La prima cosa è
rispondere all'attacco e come rispondere. Per la Fiat di termini Imerese, vi
è una conferma. Abbiamo detto 'non fidiamoci' perchè il passaggio alla DR
Motor richiede un passaggio complicato, ora gli operai ne stanno pagando le
conseguenze, vi sono continui rinvii, vi sono movimenti che preoccupano
perchè l'affidabilità del nuovo padrone è zero, non ha una lira, ha debiti,
chiede e vuole fare tutto con i soldi pubblici. Non sappiamo l'interesse che
avranno le parti in causa di farlo partire comunque questo piano. L'attacco
è: "io ti tranquillizzo e gli operai stanno a casa ad aspettare".
Noi abbiamo ragione e dobbiamo perseguire l'obiettivo dell'organizzazione in
qualsiasi forma per una ripartenza degli operai. Questo ci permette di
rilanciare l'attacco e il rapporto con gli operai che dicono che noi abbiamo
ragione.
La Fincantieri è una questione nazionale. I sindacati hanno disgregato negli
anni l'unità degli operai, trattandola come questione locale. Noi diciamo
che una parte della debolezza degli operai deriva da questo. Qui vi dicono
le chiacchiere, la sostanza è che invece il cantiere chiude giorno per
giorno, non ci sono commesse. L'intenzione è di una ristrutturazione
generalizzata, mantenere solo i cantieri che producono: Marghera e altri
poli, con prospettiva militare.
A fronte di questo attacco, l'azione degli operai è fatta di 'fiammate':
bruciano le macchine, i sindacalisti vanno dietro, ma non danno risposte. La
nostra interlocuzione con gli operai è più proficua. Con alcuni operai della
Fincantieri possiamo fare una assemblea. E' più stridente la differenza tra
gli operai diretti che se ne stanno tranquilli e gli operai degli appalti
che temono anche per la piccolezza della cooperativa, la debolezza della
loro lotta per bloccare il cantiere, ecc.
Dobbiamo saper maneggiare questo ritorno nazionale del processo Eternit. La
fabbrica e un intero quartiere è stato soggetto all'amianto negli anni
passati. Il quadro è di desertificazione industriale.
Noi ci dobbiamo battere con un rapporto con una minoranza degli operai.

Questione delle cooperative sociali: seguiamo 4/5. Vi è un attacco
strutturale legato alla precarietà, la lotta dei lavoratori è legata alla
riconquista del posto di lavoro. L'altro problema è la questione degli
appalti, su questo abbiamo avuto dei contatti nazionali. Abbiamo
riconoscimento sulle cooperative a livello nazionale, dove il CCNL è come se
non esistesse. Su questo dobbiamo ripartire come punto di aggregazione a
livello nazionale.
Modo di fare sugli incontri, ce li prendiamo anche se siamo in 10 - questo
meraviglia gli altri. Stiamo ragionando sui lavoratori, sulla guerra civile
interna (estremizzando far licenziare chi non lotta), non puoi convivere
tranquillamente e salvi il culo a tutti.
Abbiamo adottato la linea della risposta all'attacco anche con i lavoratori
statali, che hanno dovuto respingere un ultima leggina di Berlusconi: non
esistono più le piante organiche, ma si fa una ricognizione per vedere gli
esuberi. Abbiano approfittato di una lotta contro un trasferimento
d'ufficio, per vincere una battaglia. Abbiamo vinto ma ora ci può arrivare
una batosta se non teniamo. Abbiamo resuscitato un gruppo di persone,
cominciando dalla Prefettura. Il prefetto in persona ha telefonato alla
delegata dello sc., per recriminare sul fatto che noi abbiamo detto che il
suo stipendio era alto.
Noi nella lotta abbiamo messo in contrasto le istituzioni, poi quando serve
le mettiamo insieme. Questo metodo ha ottenuto. Non si ottiene quando non
riusciamo a portare avanti questo stile di lotta.
Non siamo riusciti ancora a strappare un risultato nel policlinico.
Lavoratori sono sottoposti ad un iperstress. Gli infermieri che fanno turni
allucinanti, non riescono a fare un'assemblea. Il licenziamento della
delegata è in corso, hanno ridimensionato l'attacco ma hanno fatto altri
provvedimenti disciplinari. Qui abbiamo un problema legale che dobbiamo
trasformare a nostro modo. Noi non abbiamo fiducia nei tribunali. Dobbiamo
riuscire a fare al policlinico quello che abbiamo fatto in altri posti di
lavoro.
Disoccupati. Abbiamo lanciato insieme ad altri (Usb, giovani di cs), l'idea
di andare nei quartieri per dire che c'è necessità di ribellione
organizzata, perchè i disoccupati sono disorganizzati, e dobbiamo strapparli
alla destra. Sono state fatte un paio di iniziative nei quartieri. Non
sappiamo come andrà a finire, se lo dobbiamo fare da soli o con gli altri
che a differenza nostra, non tengono nel tempo.
Altri sindacati di base si sono buttati sulle Rsu, noi ci siamo presentati
solo in due posti: alla scuola e al policlinico.

BERGAMO
Cooperative. Qui ci sono state delle evoluzioni. Siamo partiti a maggio,
stiamo all'interno, ci sono stati processi di cambio appalti e tentativi di
mettere in discussione le nostre conquiste: su salari, riconoscimento del
nostro sindacato con conquista di assemblea, riconoscimento dei delegati,
ecc.
C'è stato poi un momento di stasi, ma nonostante questo abbiamo ottenuto.
La nostra lotta è diversa da come viene gestita dagli altri sindacati di
base, che trasformano l'attività sindacale in propaganda. A dicembre abbiamo
fatto un accordo sul cambio appalto senza dover fare la lotta.
E' emersa una contraddizione. I lavoratori vedono il lavoro come incentivo,
sposando la questione dello sfruttamento. La nuova cooperativa ha messo alla
luce questa contraddizione, questo ha prodotto anche una lotta interna ai
lavoratori, c'è una scadenza di contratti a termine di operai che noi
avevamo fatto assumere, sono tutti pakistani (anche la nazionalità pesa
nell'unità tra gli immigrati). Vi è stata una gestione non democratica da
parte di alcuni delegati e una parte di questi lavoratori. La cooperativa ha
giocato su due cose, una gestione degli incentivi e un cambio di appalto.
Questo ha ottenuto un effetto dai lavoratori. Ha complicato una situazione
che era di crescita. Altra contraddizione è stata la questione del Si. Cobas
che ha creato una situazione caotica. Questa manovra è stata stoppata, tutti
i lavoratori devono essere tutelati. Gli operai con contratto a termine
devono essere stabilizzati, se no, faremo uno sciopero. Una parte dei
lavoratori dicono però che se si confermano tutti, loro perdono il lavoro,
l'incentivo. Ma se la cooperativa decide di lavorare in 250 noi non siamo
quelli che dicono: no, vogliamo lavorare con 190. Se questo ci fa ridurre
gli iscritti, non conta. I lavoratori possono avere anche problemi di
reddito, ma noi abbiamo una linea sindacale di classe.

Sulle fabbriche - Alla Dalmine è giusta la questione del contratto
siderurgico posta all'Ilva di Taranto. Oggi l'azienda si sta irrigidendo,
rompe le balle sui secondi, mette i fermi dopo un minuto sulle macchine,
tramite computer. Altro problema è quello sull'inquadramento unico, hanno
fatto un accordo per introdurre gli apprendisti, che staranno al secondo
livello per tanti anni.
Hanno dato una proroga alla cig, perchè gli esuberi di 500 che dovevano
collocare non sono stati collocati.

E' in corso un processo per una denuncia della Fim nei miei confronti. La
Fim si è costituita parte civile come sede territoriale e provinciale. Loro
fanno un azione per intimidire, ma noi trasformeremo questo processo in una
pietra che gli cada sui piedi.

CONCLUSIONI
Noi abbiamo appoggiato, e sostenuto lo sciopero del 27 gennaio e la riuscita
la manifestazione. Ci siamo impegnati solo noi per il 27 altri no, Si.Cobas
non è venuta, slai cobas erano 4 gatti, lo stesso l'Usi; e questo si è visto
sia nei numeri, che nelle parole d'ordine, nello spirito. Ci aspettavamo
continuità da parte dei sindacati promotori. I lav. hanno bisogno di
un'attività prolungata. Questa non è stata fatta e noi lo criticheremo.
L'Usb parla in forma raffazzonata di assemblea nazionale.
Lo slai cobas ufficiale parte da una visione pessimistica di conservazione
dell'esistenza, in una pratica di vertenze legali; il Si.Cobas l'avevamo già
criticato per l'assunzione strumentale dello sciopero e per la non
partecipazione alla manifestazione nazionale
Noi sapevamo già che da Roma non potevamo ottenere di più. Per questo noi
abbiamo puntato sia al riconoscimento esplicito dal palco, sia a portare un
elemento vertenziale con andata in massa al Ministero del Lavoro, che ha
creato scompiglio. Qui abbiamo posto rivendicazioni tipiche che noi stiamo
sostenendo: fondi per il sud nella raccolta differenziata; la questione
della fine degli appalti al massimo ribasso; la questione del salario
garantito ai disoccupati. Siamo stati ascoltati con interesse, i funzionari
ci hanno espresso le loro posizioni differenti e hanno recepito.
Noi sempre distinguiamo questioni politiche e questioni sindacali. Noi
vogliamo la caduta del governo, ma intanto lo combattiamo sui provvedimenti
concreti.
Abbastanza sorprendentemente successivamente il Ministro del lavoro ha
parlato dell'estensione del salario minimo ai disoccupati. Ma questo lo vuol
far pagare agli operai, eliminando la cigs, riducendo la cigo e usiamo
questi soldi per precari, disoccupati, ecc. Noi non vogliamo che i
lavoratori paghino il salario ai disoccupati, ma sono i lavoratori che
devono difendersi il loro salario. Il salario garantito lo vogliamo come
questione di principio.
Per tornare noi dal governo a pretendere risultati, occorre rafforzare il
nostro movimento. In questo ci sta l'assemblea nazionale (NA e sindacalismo
di base), il blocco delle città interessate a queste rivendicazioni, una
nuova manifestazione-assedio del ministero del lavoro. Creare la forza
mobilitando le nostre forze nelle città in cui siamo e in relazioni con le
altre forze.

Il sindacalismo di base e di classe deve fare bene il suo mestiere e deve
essere autonomo dalla Fiom. In questo momento ognuno deve conquistarsi le
sue forze. Non ci si può unire agli altri se non si costruisce la propria
forza. Per questo non aderiamo alla manifestazione nazionale del 9 marzo.
Diverso è la questione dello sciopero fabbrica per fabbrica e qui lo slai
cobas per il sc decide luogo per luogo.
In fabbrica dobbiamo fare il nostro, soprattutto nelle grandi fabbriche.
Studiare bene la situazione, portare rivendicazioni nuove, mettere al centro
non la lotta ma il passaggio ai cobas, che significa un nuovo modo di fare
il sindacato, un nuovo modo della lotta, che non significa più estremista ma
anzi più legata alla situazione degli operai.

Dobbiamo cogliere l'opportunità offerta dalla sentenza Eternit per
rilanciare la Rete per la sicurezza.

Su cooperative, immigrati ancora non abbiamo una linea da proporre
nazionalmente e non bastano le lotte finora. In questo settore sono presenti
i sindacati di base, ma  questo non impedisce la frammentazione. Va tenuto
conto che esistono diverse tipologie di cooperative:logistica,pulizie ecc e
molteplici contratti, pur avendo le cooperative sociali una loro ragion
d'essere, in generale la forma sociale della cooperativa è puramente
strumentale e di comodo per gli schiavisti che le gestiscono."

Siamo indietro nella nascita del blog e sul fronte legale nazionale. Per
quest'ultimo l'idea è del collegio/rete nazionale degli avvocati. Dobbiamo
fare un appello. Costruire un indirizzario di avvocati che aderiscano ai
principi base del nostro lavoro. "Avvocati di strada", di vocazione.
sul fronte legale va data visibilità nazionale al processo dei licenziati
Fercam di Treviso che è il 20 marzo. e al processo FIM contro cobas dalmine
di fine marzo

COORDINAMENTO NAZIONALE DELLO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE
Marghera 26.2.12

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