venerdì 4 maggio 2012

Appello per la costituzione di una rete salernitana per il reddito incondizionato di base

L'Italia continua ad essere, insieme a Grecia ed Ungheria, l'unico paese 
della zona euro in cui non è prevista nessuna forma di reddito minimo per 
disoccupati, precari e fasce povere della popolazione. Più nello specifico 
nel nostro paese solo un 17% di lavoratori accede ad un sussidio temporaneo 
di disoccupazione una volta perso il lavoro, contro il 94,7 per cento dell'Olanda 
o il 91,8 per cento del Belgio o il 70,9 per cento della Francia o l' 80 per 
cento della Germania. La durata di questo sussidio, inoltre, è parecchio 
sbilanciata e anacronistica, con la tutela di figure professionali ormai 
sempre meno reperibili sul mercato del lavoro.  Le misure presenti sono.......
 
colpevolmente distanti rispetto alla situazione generale europea in cui si 
va dall'erogazione di un reddito pari a circa 600 euro al mese in Belgio, a 
circa 700 euro in Austria, altrettanti in Irlanda, senza poi menzionare i 
livelli di tutela offerti dagli ordinamenti scandinavi. Anche in Germania, 
paese leader della zona Euro, siamo sui trecento euro mensili più una serie 
di servizi gratuiti per casa e trasporti.

Non è più rinviabile l'apertura di un necessario dibattito sul reddito 
minimo nel contesto dell'attuale spoliazione del residuo e misero welfare 
italiano, superando tutte le diffidenze culturali che hanno spesso visto 
anche nella sinistra italiana e nel mondo sindacale numerose resistenze a 
questa proposta. Con milioni di disoccupati senza più nessuna prospettiva di 
reinserimento nel mondo del lavoro, con i giovani abissalmente lontani dalle 
tutele concesse ai propri genitori, l'introduzione di un reddito minimo è 
una misura urgente, necessaria e auspicabile.

Per superare anguste visioni che vedono l'erogazione di diritti unicamente 
legate al lavoro subordinato, crediamo che si debbano portare avanti le 
rivendicazioni che in questi anni le varie reti delle soggettività precarie 
e di movimento hanno fatto proprie. Un reddito incondizionato di base, 
superiore alla soglia minima di povertà, universale e sganciato dalla 
prestazione lavorativa, finanziato dalla fiscalità generale, può essere una 
base di proposta per una mobilitazione sia locale che nazionale.

Per questo crediamo che sia importante creare anche sul territorio 
salernitano una rete allargata di soggetti singoli ed associati, di gruppi, 
collettivi, strutture politiche e sindacali che portino avanti la questione 
del reddito come prioritaria per la situazione politica, organizzando 
confronti, dibattiti ma anche momenti di iniziativa di lotta sociale.

Proponiamo un primo appuntamento per mercoledì 9 maggio ore 19.00 c/o via 
Gelso Salerno


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