venerdì 18 maggio 2012

Siamo lavoratrici e lavoratori, delegati e delegate, precari e disoccupati, militanti di diverse storie, esperienze, organizzazioni e movimenti. (...)

E riteniamo nostro dovere oggi lanciare un appello per discutere e decidere 
tutti insieme come agire, perché non possiamo più continuare così.

Negli ultimi mesi e ancora oggi assistiamo a una devastazione sociale senza 
precedenti. Con la copertura dello spread e con il sostegno delle banche e 
della Confindustria, il governo ha divorato anni e anni di conquiste e 
diritti......


La pensione a 70 anni, la tassazione iniqua sul lavoro e sulle pensioni, la 
disastrosa situazione che si abbatte su tutti i lavoratori, sui giovani, 
sulle donne, sui disoccupati e sui migranti, la precarietà a la 
disoccupazione sempre più estese, le privatizzazioni, una condizione di 
lavoro e di vita sempre più esposta al ricatto, all’autoritarismo, all’incertezza 
e alla povertà. E ora, a tutto questo si aggiunge la controriforma del 
lavoro, con la cancellazione sostanziale della tutela dell’articolo 18 
contro i licenziamenti, mentre, anche nel pubblico impiego e nella scuola, 
si moltiplicano le minacce esplicite di espulsioni di massa. Si tratta di 
una serie di colpi violenti che si vuole assestare a ciò che resta del 
potere contrattuale, dei diritti e della capacità di lotta del mondo del 
lavoro. La libertà di licenziamento significa la precarizzazione finale di 
tutto il mondo del lavoro e il via libera alle discriminazioni (da quelle 
politiche e sindacali a quelle contro le donne o per orientamento sessuale); 
è il ricatto più grave nei confronti di chi dissente e lotta in ogni luogo 
di lavoro.

Tutto questo finora è potuto avvenire anche per la debolezza, la complicità 
e i cedimenti del sindacalismo confederale (non ultimo con la firma di Cgil, 
Cisl e Uil sul patto per la gestione degli esuberi nel pubblico impiego). 
All’aggressione padronale e governativa non è stata contrapposta alcuna 
piattaforma unificante, che sia in grado, tra l’altro, di ricomporre, 
attorno al mondo del lavoro anche le lotte sui beni comuni, le lotte degli 
studenti e dei migranti. I lavoratori sono stati privati di ogni possibilità 
di discutere e decidere. La democrazia e le libertà sindacali sono ridotte 
ormai a un ricordo del passato. Le reazioni generose ma parziali di 
categorie, organizzazioni, rsu e delegati di numerose aziende private e 
realtà del pubblico impiego, nell’ambito sia del sindacalismo confederale, 
sia di quello di base, non sono riuscite a invertire la tendenza negativa.

Per tutte queste ragioni e per ripartire unitariamente ma dal basso 
riteniamo necessario costruire un’assemblea del mondo del lavoro, più o meno 
precario che sia, aperta a tutte e tutti coloro che, senza mettere in 
discussione le proprie collocazioni e le proprie appartenenze, vogliono oggi 
liberamente discutere su come mobilitarsi per costruire una risposta all’offensiva 
che stiamo subendo, fino ad uno sciopero generale che fermi il paese.

Vogliamo discutere su come difendere ed estendere l’articolo 18 e su come 
accompagnare questa lotta con la richiesta di un reddito generalizzato che 
tuteli dalla disoccupazione e dalla precarizzazione, contro la mancanza di 
lavoro. Vogliamo mettere in campo una risposta alla devastazione sociale sui 
diritti, anche più elementari, sulla casa, sulla sanità, sui servizi, sui 
beni comuni, sull'occupazione, sulle politiche dei migranti e sulle 
pensioni. Diciamo no all’Imu sulla prima casa e a tutto il sistema di 
tassazione che oggi colpisce prima di tutto i poveri, il lavoro dipendente, 
i pensionati. Chiediamo una radicale revisione delle politiche fiscali che 
colpisca quel 10% della popolazione che detiene la maggioranza della 
ricchezza del paese. Vogliamo mettere in discussione i vincoli e gli accordi 
dettati dalla Bce, che ci legano alla finanza e alla speculazione italiana, 
europea e internazionale. Diciamo no al Governo Monti ed alle politiche dei 
ministri Passera e Fornero. Vogliamo democrazia e diritti e per questo 
dobbiamo rimetterci in movimento.

Invitiamo lavoratrici, lavoratori, delegati, Rsu e Rsa, rappresentanti dei 
movimenti dei precari e dei senza lavoro, della difesa del territorio e dei 
beni comuni a sottoscrivere questo appello e a ritrovarci tutti e tutte in 
una libera assemblea il giorno 26 maggio, alle ore 9,30 a Roma, al Teatro 
Ambra Jovinelli.

E invitiamo a fare altrettanto anche quei dirigenti sindacali, di qualunque 
sigla essi siano, che condividono queste nostre stesse preoccupazioni.

Alessandria Adriano Esodato Lear Grugliasco (TO)
Benevento Marco  RSU Thales Alenia Space Roma
Cappellini Massimo RSU Piaggio Pontedera (PI)
Cardinale Sandro RSU Procura Palermo
Carelli Carlo RSU Filctem Lodi
Ciolella Susi Cassaintegrata Alitalia Roma
Cortese Daniela RSU Gruppo Telecom Roma
De Simone Francesco Precario Cosenza
Doro Francesco RSU Officine Meccaniche Carraro Padova
Elia Ezio RSU New Holland FIAT Industria Torino
Fabbri Francesca RSA RLS QUI! Group Genova
Famoso Annalisa RSA SMA Campania Avellino
Fida Caterina RSU Comune Roma
Fiorentini Cristiano RSU Istituto superiore di Sanità Roma
Fioretti Andrea RSU Appalti Selex Elsag Roma
Fratucelli Delia RSU Poste Torino
Gabrielli Silvia RSU Comune Firenze
Garavini Giuliano Ricercatore Roma
Giagnorio Pina RSU Regione Emilia Romagna Bologna
Iorio Alfredo RSU ATAC Roma
Iozzi Carlo RSU Fabio Perini SpA Lucca
Mamini Eva  RSU TAS Bologna
Medici  Domenico RSU INPS Cagliari
Monga  Arnaldo RSU Comune Milano
Moretti Matteo RSU GKN Firenze
Pepe Rosaria  RSU A2A Milano
Puglisi Luca RSU INAIL Bari
Pullini Pierpaolo RSU Fincantieri Ancona
Quaglietti  Andrea  RSU licenziato Manuli Ascoli Piceno
Sansone  Marco RSU ANM Napoli
Severgnini Beppe RSU SAME Bergamo
Simeone Nando RSA Farmacap Roma
Totti Orietta RSU Sanità Padova
Viti Emiliano Portavoce Unione Precari Giustizia  Roma
Vox Nico RSU Don Gnocchi Milano
Zavaglia Anna Maria RSU scuola Venaria (TO)



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