venerdì 16 novembre 2012

perchè è giusto lo sciopero in corso all'ilva taranto, perchè è giusto il convegno nazionale a taranto proposto dalla rete nazionale per la sicurezza per il 7 dicembre


dal blog tarantocontro.blogspot.com
padroni assassini - ilva dal 93 45 morti tra ilva e e indotto

Dal 1993 sono 45 gli operai morti al siderurgico

TARANTO – Con quella di Claudio Marsella, schiacciato oggi da un locomotore,
sono 45 le morti degli operai avvenute all’interno dell’Ilva di Taranto dal
1993. L’ultima disgrazia si era verificata l’11 dicembre del 2008 quando un
lavoratore polacco, dipendente di un’azienda appaltatrice, cadde da un
ponteggio dell’altoforno 4.
Le morti bianche nel siderurgico tarantino sono state per le cause più
disparate: molti operai sono deceduti in seguito a cadute da ponteggi di
impianti, ad esplosioni di macchinari o al crollo di gru o perchè colpiti, nel
corso delle fasi delle varie lavorazioni, da pesanti bramme o schegge di
materiali; altri operai sono morti per aver inalato gas nel corso di lavori di
manutenzione.Difficili da quantificare gli incidenti che, nel corso degli anni,
hanno causato centinaia di feriti e ustionati.

padroni assassini e sindacati che firmano certi accordi pure - Rizzo USB,
comitato  denunciano

La denuncia: in quel reparto ridotto il personale in cambio di 450 euro

Il personale fu ridotto nel reparto in cui è avvenuto l’incidente mortale in 


cambio di un contributo “una tantum” di 450 euro. È quanto denuncia il Comitato
di “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, che ieri ha presentato un
esposto in procura. «C’è un accordo sottoscritto a novembre del 2010 dalle
parti con l’azienda - spiega Massimo Battista - che disponeva la riduzione del
personale in quel reparto e la riorganizzazione del lavoro in cambio di una
somma di denaro, 450 euro, che è stata erogata nel gennaio del 2011. Il
profitto viene prima della sicurezza e oggi abbiamo avuto una riprova».

Secondo Aldo Ranieri, altro portavoce del Comitato, «ci sono responsabilità da
parte dell’azienda perchè chi conduce i mezzi di locomozione non può fare sia
il manovratore che il locomotorista. È proprio la pratica operativa che prevede
due figure diverse per questa attività. Pare ci sia un accordo, col benestare
di parte sindacati, che consente ai manovratori dei treni di fare anche altre
attività». Ranieri chiede di accertare la dinamica dei fatti e che «i
responsabili paghino una volta per tutte». I rappresentanti del Comitato ieri
hanno improvvisato un sit-in sotto Palazzo del Governo e poi hanno incontrato
il capo di gabinetto della Prefettura, a cui hanno esposto le problematiche
della sicurezza nel reparto Mof e in altre aree del Siderurgico «Chiederemo le
dimissioni del sindacato, di tutte e 84 le unità - fa presenta Battista - che
rappresentano le sigle sindacali. C’è stato un accordo scandalo che svenduto i
lavoratori per 450 euro in barba alle misure di sicurezza e a favore del
profitto aziendale». Anche per l’Usb, l’Unione sindacale di base dell’Ilva,
«alle postazioni del Mof i manovratori operano da soli, e se un lavoratore ha
problemi nessuno è in grado di rilevarli ed intervenire tempestivamente».Queste
modalità operative, secondo il coordinatore Francesco Rizzo, «sono state
sancite da un vergognoso accordo, siglato due anni fa da Fim, Fiom e Uilm, in
cambio di poche centinaia di euro. Dunque, sia nel caso in cui l’operaio morto
abbia avuto un malore, sia nel caso di un incidente, come sembra emergere dai
primi accertamenti, si tratta sempre – conclude il rappresentante dell’Usb – di
una giovane vita sacrificata in nome del profitto». L’Usb nei giorni scorsi
aveva presentato una denuncia alla magistratura e chiesto l’intervento dei
funzionari dello Spesal segnalando la fuoriuscita di fumi inquinanti nel
reparto treno siviere all’acciaieria 1. Fumi che i lavoratori sarebbero
costretti a respirare a causa del malfunzionamento del sistema di aspirazioni.
[giacomo rizzo]

padroni assassini -- claudio masella forse si poteva salvare.. per questo los
sciopero indetto dalla usb che lo slaicobas appoggia deve continuare anche
doggi e domani

Operaio morto all'Ilva

La denuncia del 118

«Non ci hanno chiamato»

I

TARANTO - Un’altra vittima sul lavoro, ma è polemica sui sistemi di soccorso.
«Non siamo stati assolutamente interpellati e questo in violazione di quanto
prevede la legge italiana». A far giungere la smentita di quanto le prime
notizie diffondevano subito dopo l’incidente che è costato la vita ad un
dipendente dell’Ilva, cioè dei soccorsi praticati dal 118, è lo stesso
direttore del Sistema 118 dell’Asl Ta, Mario Balzanelli. «Sono sconcertato -
dice - sono sconcertato perché ogni qual volta si verifica una situazione di
emergenza in queste aree industriali, così come siamo in grado di documentare
con atti di ufficio, il Sistema 118 viene puntualmente ignorato». Il
responsabile del Sistema di emergenza urgenza territoriale tarantino, quindi,
incalza: «La legislazione nazionale sancisce l’obbligo di chiamata del sistema
118 in caso di emergenza sanitaria da parte di chiunque vi si trovi al cospetto
di un’emergenza appunto. Gli ambienti di lavoro non fanno eccezione, né tanto
meno fanno eccezione gli ambienti di lavoro ad alto rischio. Addirittura,
proprio per gli ambienti di lavoro, a più riprese il legislatore norma l’
obbligo di chiamata del Sistema 118».

Ma se all’interno dell’azienda c’è personale in grado di prestare soccorsi?
«Assolutamente no. In tal senso disporre all’interno di uno stabilimento
industriale di personale medico infermieristico in grado di effettuare l’
intervento del primo soccorso al paziente non esonera affatto il datore dall’
obbligo istituzionale di chiamare il Sistema 118 che è per il cittadino la
garanzia di tutela migliore in assoluto ai fini prognostici ai sensi della
sopravvivenza e delle disabilità. Chi deve fare l’emergenza per il legislatore
italiano è il 118. Non sono previsti altri attori istituzionali dalla
legislazione italiana».

Il caso è stato rappresentato al Prefetto? «Anche quest’ultimo caso è stato
sottolineato all’attenzione del prefetto. Ma ovviamente la questione è stata
sollevata a più riprese presso l’organo istituzionale per competenza che è la
Prefettura. purtroppo, però, eventi di questo tipo di sono riproposti con
assoluta puntualità».

Come si caratterizza un soccorso del 118? «Il soccorso di garanzia da parte
del 118 si compendia nel recupero delle funzioni vitali laddove perse e nella
stabilizzazione ed il mantenimento delle stesse funzioni vitali. Eseguiamo
metodologie di soccorso avanzate secondo lo stato dell’arte del settore».

Come obiettano i datori di lavoro inadempienti in tal senso? «Non lo so, non
obiettano alcunchè. Semplicemente ignorano la legge. Quel che è grave è che,
così facendo, famiglia e parenti della vittima vengono privati della
possibilità che il congiunto sia stato soccorso per quello che il legislatore
impone. Ribadisco: il 118 è lo strumento che il legislatore ha posto a tutela
della vita degli italiani. Privare arbitrariamente un cittadino italiano dei
soccorsi del sistema territoriale dell’emergenza è un fatto di una gravità
inaudita».
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