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sabato 23 marzo 2013
finalmente qualcosa di sensato
Da Marco Olgiati
Al blog proletari comunisti.blogspot.com
per un’analisi
comunista del voto - prima parte
21 marzo 2013
Finalmente qualcosa di sensato,
finalmente un ragionamento: l’esposizione sistematica e ragionata, in buon
italiano, di una linea, da cui traspare la concezione del mondo che l’ispira.
Giusto o sbagliato? Resto in
attesa della seconda parte per tirare le mie conclusioni. Intanto faccio
alcune
osservazioni e pongo alcune domande: risponderete?
Dite che il voto per
Grillo-M5S ha ridotto la dimensione dell’astensione. Nel 2013 gli astenuti
sono
stati 11.6 milioni (+ 1.3 di bianche o nulle) di contro a 9.2 (+ 1.4 di
bianche
o nulle) nel 2008. Senza Grillo sarebbero stati forse, al massimo, 21.6
milioni (11.6 + 1.3 + 8.7)
equivalenti al 46% dei 47 milioni di aventi diritto al voto. Alcuni diranno
che
non è realistico assumere che tutti gli 8.7 milioni votanti M5S si sarebbero
astenuti: sia pure, comunque se anche solo la metà di loro si fosse
astenuta, gli
astenuti sarebbero stati circa 17.3 milioni, il 37% dei 47 milioni. È
tuttavia
sbagliato sostenere che (quasi) tutti questi adulti che non votano o votano
bianco o nullo, sono adulti che “non si riconoscono in questa democrazia”,
“proletari
e masse povere che ritengono i maggiori partiti che si sono presentati alle
elezioni responsabili del costante peggioramento delle proprie condizioni di
vita e di lavoro, profittatori di una crisi che rende i ricchi sempre ricchi
o
più ricchi e i proletari e le masse sempre più povere”, “proletari e masse
popolari che non si riconoscono e quindi non accettano il verdetto delle
elezioni”. Gli astenuti (più bianchi o nulli) in Italia sono da sempre
almeno
il 15% degli aventi diritto e per la stragrande maggioranza (parlo per
osservazioni dirette) si tratta di persone estranee a ogni impegno e
coscienza
politica e sociale. Credo che chiunque di noi lo possa confermare. Ma se
anche
togliamo una parte di questo 15% di “cronici” (da circa 7 milioni di
“cronici”
ne togliamo 5 di apolitici), restano pur sempre (a braccio) 8 milioni di
voti
di protesta che, aggiunti alla metà dei voti M5S che si sarebbe astenuta se
non
ci fosse stato il M5S, fanno il numero ragguardevole di circa 12.5 milioni
di
ultradiciottenni che alle elezioni 2013 hanno protestato. Tanti ed è
plausibile
che questi hanno le posizioni ideologiche che voi indicate e che ho sopra
riportato.
Proprio per questo la
questione principale che si pone è quella che eludete, perché non è “tema di
questo articolo”: quali sono le “mille e una ragione” per cui tutti questi
milioni di adulti ultradiciottenni non hanno partecipato ai movimenti o vi
hanno partecipato dando però luogo a “partecipazioni collettive” che non
solo
“non hanno vinto”, ma addirittura “non hanno inciso in maniera determinante
nella situazione politica”?
Voi vi proponete di “intensificare
il lavoro per trasformare il non riconoscimento e la non accettazione del
verdetto delle elezioni in un’azione politica e sociale” [attiva, lo ometto
perché un’azione non attiva è difficile da immaginare]. Ma quale azione
politica e sociale? Alla fine dell’articolo dite che vi proponete di
“contrastare da subito questo fenomeno” (cioè quella che chiamate la
“tragica e
demenziale illusione che ha portato in anni passati al voto per Bossi prima,
per Berlusconi dopo” e che ora porta a votare M5S), che occorre “sottrarre
questa soggettività alla demagogia reazionaria, alla confusione e allo
snaturamento della protesta e della lotta che oscura i caratteri di classe
del
conflitto sociale e politico”. Ma come? Continuando e anzi intensificando il
lavoro per promuovere le “partecipazioni collettive” che non solo “non hanno
vinto”, ma addirittura “non hanno inciso in maniera determinante nella
situazione politica”?
Conclusione: l’analisi che
fate è ricca di elementi, ma in che senso è comunista se non indica una via
per
trasformare lo stato presente delle cose? I comunisti non si limitano a
interpretare il mondo, loro compito è trasformarlo. Fa parte del metodo dei
comunisti interpretare le attività di milioni di “proletari e masse
popolari”
con la categoria “tragica illusione demenziale”? Perché non il demonio, come
dice Papa Francesco?
Cordialmente ma con attese e
pretese.
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