sabato 23 marzo 2013

IL RIGETTO DELLE POLITICHE DI AUSTERITA' CAPITALIZZATE DA UN MOVIMENTO REAZIONARIO. GRAVI LE RESPONSABILITA' DELLA CGIL

DICHIARAZIONE DI VOTO
AL COMITATO DIRETTIVO DELLA CGIL - 20 marzo 2013
del compagno Francesco De Simone

(22 Marzo 2013)

*I risultati elettorali del 24/25 Febbraio sono profondamente negativi per
il movimento operaio.*
Essi registrano una crisi di rigetto da parte delle grandi masse operaie e
popolari delle politiche di austerità del governo Monti, funzionale agli
interessi del grande capitale finanziario, sostenute da PD, PDL, UDC; prova
ne sia da un lato la particolare penalizzazione dei partiti maggiormente
identificatisi nel sostegno al governo (PD), e dall'altro il sorprendente
recupero realizzato da Berlusconi, rispetto alla crisi profonda del
centrodestra, grazie allo smarcamento cinico e demagogico dell'ultima ora
dal governo.
*Ma la crisi di rigetto dell'austerità è stata capitalizzata da un
movimento populista essenzialmente reazionario.* Che certo è segnato da
importanti contraddizioni interne, ma che è guidato da un'organizzazione
settario-aziendale che mira alla conquista del potere politico sulla base
di un programma di attacco alle libertà democratiche e sindacali: un
programma che rivendica l'abolizione del sindacato in quanto tale e la
cancellazione di tutti i partiti politici.


In altri Paesi, l'ascesa della mobilitazione sociale contro le politiche di
austerità ha cercato e cerca il suo sbocco a sinistra, anche sul terreno
elettorale. In Italia, il quadro di passività e disgregazione sociale di
fronte alla crisi, ha beneficiato il populismo reazionario.
La politica del nostro sindacato ha una responsabilità enorme per quanto è
accaduto. Negli anni della più grande crisi sociale del dopoguerra, la CGIL
non ha sviluppato una reale opposizione di massa proporzionale alla
radicalità della crisi, limitandosi alla “critica” o ad azioni simboliche e
rituali. Ciò al solo scopo di tenere aperto un canale di ricomposizione
concertativa con Confindustria, e di favorire una soluzione politica di
centrosinistra che potesse dare sponda alla concertazione. La non
belligeranza della CGIL verso il governo Monti al solo scopo di coprire il
gruppo dirigente del PD è stato l'ultimo atto e il più grave di questa
politica rovinosa. Questa politica- che oltretutto ha fallito i propri
scopi- ha consentito al padronato e al governo colpi pesanti agli interessi
dei lavoratori (in particolare su pensioni e art.18); ha disarmato il
movimento operaio di fronte alla crisi, ostruendo spazi e canali di
opposizione di massa e di resistenza sociale; ha finito per spingere ampi
settori di lavoratori, senza riferimenti e socialmente disperati, tra le
braccia del populismo reazionario.
Un bilancio disastroso, su tutta la linea.
S'impone tanto più ora una svolta radicale della linea della CGIL.
Tanto più a fronte della crisi di rappresentanza della sinistra politica,
la nostra confederazione deve assumersi fino in fondo le proprie
responsabilità.
Va promossa una grande vertenza generale del mondo del lavoro, dei precari,
dei disoccupati, capace di unificare e rilanciare il fronte della
mobilitazione sociale, di disgregare il blocco sociale populista,e di
indicare una soluzione alternativa alla crisi.
Una vertenza che rivendichi quindi prioritariamente:
• una drastica riduzione dell'orario di lavoro (30-32 ore) a parità di
salario
• un salario minimo intercagoriale di almeno 1500 euro netti
• un vero salario sociale di almeno 1200 euro ai disoccupati disponibili
all'avviamento al lavoro e ai giovani in cerca di occupazione
• l'abolizione del lavoro precario con la trasformazione degli attuali
contratti e il ritorno al contratto a tempo indeterminato quale forma
normale di assunzione
• la nazionalizzazione, senza indennizzo ai grandi azionisti e siotto
controllo dei lavoratori, delle aziende che licenziano , inquinano, negano
oi diritti sindacali, a partire dal gruppo Fiat e da quello Ilva
• un forte recupero salariale con aumento di almeno 300 euro mensili per
tutt@
• l'abolizione della riforma dell'art. 18 e la sua estensione, nella forma
originaria, a tutti i/le lavoratori/trici
• l'abolizione delle controriforme pensionistiche, con il ritorno al
sistema retributivo, calcolato sui migliori anni e al 2% annuo.
• un grande piano di lavori pubblici di utilità sociale.

Per recuperare le risorse per questi obbiettivi è necessario avere come
obbiettivi:
• l'annullamento del debito pubblico verso le banche (con salvaguardia
degli interessi dei piccoli risparmiatori) e la nazionalizzazione di quelle
italiane senza indennizzo con la costituzione di una banca nazionale unica.
• Una patrimoniale ordinaria sui patrimoni oltre i 500.000 euro
• una patrimoniale straordinaria sulle grandi ricchezze che per quelle
enormi possa giungere all'esproprio quasi totale
• l'aumento delle aliquote Irpef per i più ricchi, a fronte di una
riduzione di quelli per i lavoratori.
• L'abolizione dei trasferimenti pubblici alle imprese private
• una lotta serrata all'evasione fiscale e contributiva e alla corruzione
politica, con forti pene per grandi evasori e sfruttatori di lavoro nero
• l'abbattimento delle spese militari
• la riduzione delle spese parassitarie del ceto politico, salvaguardando
forme di finanziamento per l'attività associativa e di propaganda di tutti
i partiti
• l'annullamento delle grandi opere inutili e dannose, a partire dalla
linea TAV Torino-Lione

Di fronte alla crisi politica è poi necessario che la CGIL dismetta il
proprio ruolo passivo, rivendichi come minimo obbiettivo democratico, il
ritorno ad una legge elettorale proporzionale pura e metta in campo la
propria forza organizzata.
Ciò con la promozione di una fase di mobilitazioni culminanti in una grande
manifestazione nazionale, aperta alla adesione dei sindacati di “base” e di
tutte le residue forze della sinistra che rivendichi la necessità di
un'alternativa politica dalla parte dei lavoratori, in aperta
contrapposizione alla riedizione di centrosinistra confindustriali, al
montismo, al berlusconismo e al grillismo.

*Francesco De Simone – CD CGIL
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*www.pclavoratori.i <http://www.pclavoratori.it>t  -  info@pclavoratori.it
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