giovedì 11 febbraio 2016

11 febbraio - Braccianti di Cascina Lazzaro



il 18 la prima sentenza
Si terrà il 18 febbraio prossimo l'udienza che porterà alle prime sentenze per le cause di lavoro intentate dai braccianti di Cascina Lazzaro. Corbellini: "Una vigilia importante per i lavoratori che chiedono siano riconosciuti diritti e compensi"


ECONOMIA E LAVORO - Il 18 febbraio sarà una data storica per i braccianti agricoli di Cascina Lazzaro: sarà, infatti, il giorno in cui andranno in conclusione alcune delle cause di lavoro intentate dai lavoratori, che all'indomani delle proteste dell'estate del 2012 avevano denunciato le condizioni di lavoro cui erano sottoposti.
Una vicenda complicata e dolorosa, i cui tempi - civili e penali - hanno visto dei rallentamenti, provocati dall'accorpamento dei tribunali. "La prima denuncia era per schiavitù - spiega l'avvocato Simonetta Crisci - poi derubricata a grave sfruttamento: le condizioni di lavoro denunciate, con dieci ore di lavoro al giorno per due euro all'ora, i ricatti motivati dall'irregolarità sul territorio del lavoratore stesso, l'assenza di contratti, trattamenti di fine rapporto o busta paga, erano disumane. I lavoratori non regolari sul territorio, addirittura, hanno ottenuto la possibilità di essere regolarizzati perché riconosciuti vittime di sfruttamento. E anche le situazioni della ditta, che ha acceso un mutuo all'indomani dello scandalo, ipotecando terreni e strutture, con una nuova azienda subentrata alla precedente che ha però assunto i vecchi proprietari, lascia qualche perplessità...". "Questa è una vigilia importante, comunque - le fa eco l'avvocato Luca Corbellini - perché, nonostante la sentenza riguardi solo cinque lavoratori, si tratta comunque delle prime sentenze. L'unico caso precedente, infatti, risale al Tribunale di Tortona, che aveva riconosciuto ad un bracciante un risarcimento di 30mila euro, ricevuti però solo in minima parte: i datori di lavoro risultano infatti nullatenenti, e a nulla sono valsi i tentativi di recuperare denaro. Nel 2013, infatti, all'indomani dell'accensione del mutuo e dell'ipoteca, la fabbrica è stata pignorata prima che gli avvocati chiedessero un sequestro preventivo dei beni. Il Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia, realtà autorganizzata composta da lavoratori e attivisti solidali, annuncia intanto la propria presenza davanti al Tribunale di Alessandria, per la mattinata del 18 febbraio. "Saremo presenti per chiedere giustizia - dicono - e per difendere ancora una volta il diritto al lavoro e alla dignità". 
10/02/2016


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