Torino: bidella licenziata
dopo 10 mesi di malattia: con la Tbc non poteva stare a scuola
Mandata via
dalla coop perché ho superato i limiti di giorni a casa"
di GABRIELE
GUCCIONE
14 marzo
2017
Quando i medici del San Luigi le hanno detto
che sarebbe potuta rientrare a scuola, dopo dieci mesi trascorsi a lottare
contro la tubercolosi, il suo posto di lavoro non c’era più. Rita Cupani, 63
anni, di cui quindici negli istituti scolastici torinesi come addetta alle
pulizie negli appalti del Comune, ha ricevuto la lettera di licenziamento il 12
gennaio, subito dopo le feste di Natale. Un mese dopo lo pneumologo la
dichiarava guarita, ma ormai era troppo tardi.
“Mi hanno lasciata a casa — chiarisce la signora Cupani — perché ho superato il limite dei giorni di malattia consentiti e mercoledì (domani per chi legge, ndr) l’ufficiale giudiziario verrà a casa per sfrattarmi”.
Nella raccomandata inviata il 28
dicembre dal suo datore di lavoro, la cooperativa Ici Arca, si legge che la
signora Cupani è stata assente 399 giorni negli ultimi tre anni; 272 giorni
solo nel 2016. «Mi sono ammalata — racconta l’interessata — di una tubercolosi
che mi ha costretto a casa dieci mesi: prendevo 29 pastiglie al giorno». E del
resto, si chiedono l’ex addetta alle pulizie e i rappresentanti sindacali
dell’Usb, che la stanno sostenendo nella battaglia legale con l’azienda, come
avrebbe potuto rientrare in servizio alla scuola elementare Parini e tornare a
contatto con i bambini, prima di essere guarita? Ora la signora Cupani rischia
anche di perdere la casa, dopo un anno di morosità. Ed è per questo che si è
rivolta al comune e all’assessore al Lavoro, Alberto Sacco, che ha seguito il
caso della Ici Arca e dei suoi ritardi nei pagamenti degli stipendi di 70
lavoratrici impiegate negli appalti comunali. Probabilmente, se andrà a buon
fine l’accordo imbastito il 7 marzo con un’altra cooperativa, “La nuova
socialità”, 10 di loro saranno riassorbite. Ma le altre no. E tra queste anche
le diverse lavoratrici licenziate nell’ultimo periodo, come la signora Cupani.
«È intollerabile che si registrino casi di pagamenti ritardati oltre il limite
della dignità per le lavoratrici e licenziamenti in seguito a malattie gravi in
una cooperativa che, seppure in subappalto, lavora per il Comune», attacca la
consigliera comunale Eleonora Artesio. La quale ha chiesto un’audizione del
sindacati proprio per fare il punto sugli appalti comunali nei servizi.“Mi hanno lasciata a casa — chiarisce la signora Cupani — perché ho superato il limite dei giorni di malattia consentiti e mercoledì (domani per chi legge, ndr) l’ufficiale giudiziario verrà a casa per sfrattarmi”.
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