Il nostro presidio davanti ai cancelli continua: stiamo consolidando il
picchetto con dei gazebo,dei tavoli e delle sedie, dando un chiaro segnale al
padrone che la nostra decisione nel portare avanti il nostro obiettivo è chiara
ed evidente. La nostra lotta è una spina nel fianco del padrone che cerca di
utilizzare tutti i mezzi che ha disposizione per tentare di batterci.
Tutti gli operai e gli impiegati, che ogni mattina arrivano al presidio,
sono determinati nel dare una risposta dura ai mezzucci messi in campo dalla
Camozzi e la nostra dimostrazione di forza, nel portare avanti la lotta, fa
decisamente male al padrone. Battere l’arroganza dei Camozzi è un segnale per
tutti gli operai e per tutti i lavoratori che stanno difendendo il proprio
posto di lavoro e le proprie condizioni salariali e contrattuali.
Domani avremo
l’ennesima vertenza in tribunale, riguardante la prima causa dei 19
provvedimenti disciplinari (su un totale di 38) che l’azienda ha messo in moto
contro di noi nel tentativo di impedirci di fermare lo smontaggio dei
macchinari, previsti dal loro piano di risanamento.
Questo è uno di quei mezzucci che Camozzi sta usando per costringerci a
fermare la nostra lotta. Lo spiegamento della polizia all’esterno della
fabbrica, oggi era composto da un cellulare più i soliti funzionari della
digos. Il presidio della portineria continuerà anche domani ed è sempre nostra
intenzione proseguire con lo sciopero e con il blocco della fabbrica fino al
ritiro dei licenziamenti. Chiediamo a tutti i compagni e solidali che
sostengono la nostra lotta di essere presenti, oggi più che mai in modo
massiccio al nostro presidio. L’appuntamento come al solito è per domani
mattina dalle ore 7.00 davanti ai cancelli della Innse
OPERAI INNSE
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