Aggiornamento di oggi, 21 marzo, dai cancelli della Innse.
Oggi abbiamo preso la decisione collettiva di terminare lo sciopero in
corso.
Questa è stata una decisione determinata dal fatto che dopo 11 giorni di
sciopero ininterrotto cominciava ad essere per noi un problema il fatto di
perdere pezzi di salario considerevole.
L’azienda non ha nessuna produzione in corso e di fatto il danneggiamento
che stiamo portando al padrone è quello di avere tutti i giorni davanti
ai cancelli della fabbrica un gruppo operai che gli impediscono ogni normale
attività, con un notevole dispendio di tempo e denaro che sta spendendo per
pagare le numerose guardie nere che sorvegliano le nostre mosse.
Un danno sicuramente alla sua immagine di “buon padrone” ma nessun danno economico
al suo portafoglio; ed è il danno economico che colpisce concretamente il
padrone e lo fa retrocedere dai suoi intenti.
Non ci siamo ritirati, abbiamo scelto un’altro metodo che ci consente di
continuare la nostra lotta.
Gli operai che sono all’interno della fabbrica hanno maturato una
determinazione nel proseguire la lotta ed una solidarietà nei confronti dei
compagni licenziati che non ha eguali.
Il picchetto all’esterno prosegue con i quattro operai
licenziati e con il supporto dei solidali che vengono costantemente al
presidio.
Lo sciopero è un metodo che si può utilizzare in ogni momento, uno
strumento pronto a rovinare ogni possibile manovra che Camozzi
intende perseguire per mettere in atto i suoi piani, e gli operai che sono
entrati in fabbrica sono pienamente coscienti di questo metodo.
Appena il padrone ha intenzione di mettere in atto qualsiasi azione
palesemente antisindacale dichiarano sciopero ed escono immediatamente dalla
fabbrica.
La situazione di conseguenza rimane per noi immutata, il presidio continua
ai cancelli, gli operai in fabbrica sono costantemente sul piede di guerra,
quindi la condizione della lotta è invariata.
Oggi al termine della mensa sono venuti tutti davanti ai cancelli e ci
siamo ritrovati a discutere di quello che è successo in mattinata sia
all’interno della fabbrica che davanti ai cancelli, un chiaro segnale al
padrone, semmai ce ne fosse ancora bisogno, di compattezza e di unità.
La nostra lotta va avanti con la continuazione del presidio, un evidente segnale
al padrone che la nostra determinazione è costante e non si incrina.
La presenza della polizia era costituita dal solito cellulare e dai soliti
funzionari della Digos e del commissariato di zona.
Come sempre Invitiamo tutti i solidali e tutti i compagni che sostengono la
nostra battaglia a venire la presidio per garantire un sostegno effettivo alla
nostra lotta.
L’appuntamento è per domani mattina, 22 marzo, dalle ore 7.00 davanti ai
cancelli della Innse.
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