lunedì 6 marzo 2017

6 marzo - La K-Flex licenzia dopo aver preso i soldi dallo Stato



Brianza, la beffa ai lavoratori del colosso K-Flex: "Ci licenzia e con i soldi pubblici investe all'estero"
Sul caso del multinazionale degli isolanti il ministero della Sviluppo ha aperto un'istruttoria. Fallito il tavolo di confronto. Sono 187 i dipendenti da 42 giorni in presidio giorno e notte davanti ai cancelli


di GABRIELE CEREDA


05 marzo 2017
Nella storia della K-Flex di Roncello, in Brianza, c’è solo una certezza: il licenziamento dei 187 lavoratori del colosso della gomma plastica, dopo 42 giorni di presidio davanti all’ingresso dell’azienda.
Giorni e notti di resistenza vana, nelle tende a ridosso della fabbrica, ora che anche l’incontro al ministero dello Sviluppo economico è fallito. Ma sul caso K-Flex il ministero ha aperto un'istruttoria per capire dove siano finiti i 12 milioni di euro di finanziamenti pubblici utilizzati dal gigante mondiale della chimica, che ha deciso di smantellare lo stabilimento.

Soldi che sarebbero dovuti rimanere sul suolo italiano e che invece sembra siano stati utilizzati per investimenti all'estero, come ha ammesso (in Assolombarda) Marta Spinelli, membro del cda e figlia del fondatore. All'appello, però, mancano altri 23 milioni di euro, sempre dello Stato, che la proprietà avrebbe deciso di investire in Malesia, in Cina, negli Emirati Arabi Uniti e a Hong Kong. L'azienda ha anche due sedi produttive in Polonia. 
Stamattina i lavoratori hanno incontrato Luigi di Maio del M5s, che ha portato la sua solidarietà agli operai sfiniti dalla protesta. Per loro i sindaci della zona hanno deciso di cancellare le rette di nido, scuole e mensa. Sono 25 i primi cittadini della zona di Vimercate che vogliono tendere la mano alle maestranze senza stipendio. “C'è prima di tutto la dignità e loro stanno lottando perché la loro non sia cancellata", aveva detto Giorgio Monti, primo cittadino di Mezzago del Pd. I gruppi di acquisto solidale hanno raccolto cibo da portare ai lavoratori in presidio e per le famiglie. Per 42 giorni, davanti ai cancelli di via Da Vinci, sono arrivati operai di altre aziende, per dire ai manifestanti “siamo con voi”. Quando i lavoratori della K-Flex hanno bloccato la provinciale, hanno trovato gli automobilisti dalla loro parte. Quello che non torna, nelle scelte della società, lo ha spiegato Matteo Moretti di Fictem Cgil Monza e Brianza: "Dai bilanci e dalla rendicontazione delle società controllate emerge in modo chiaro che la K-Flex ha utilizzato soldi pubblici per consolidare le proprie quote di mercato all'estero”. Il gioco è semplice. La K-Flex acquisisce aziende estere senza futuro, accede ai finanziamenti messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti (controllata all'80 per cento dal ministero dell'Economia) e con quei soldi "pubblici", hanno a lungo sottolineano i sindacati, fa prosperare quelle aziende ricavando utili da capogiro. "Quel denaro è dei contribuenti italiani e poteva essere utilizzato per salvare il destino dei 187 operai dell'unica sede italiana, quella di Roncello". 
Nata nel 1989, la K-Flex è numero uno al mondo nella produzione di isolanti che gestiscono caldo e freddo con applicazioni in tutti i campi: ferroviario, navale, petrolifero. Suoi i materiali con cui sono stati isolati il Teatro alla Scala e l'aeroporto di Malpensa. Un'azienda in salute la multinazionale con plancia di comando in Brianza: l'obiettivo, dichiarato dalla proprietà, è quello di raggiungere i 500 milioni di ricavi nel giro di due anni. Proprio in questi giorni, negli Stati Uniti, la Youngsville in Louisiana, l'azienda sta realizzando una nuova unità produttiva. Le tute blu sono state davanti ai cancelli giorno e notte anche per evitare che la proprietà smontasse i macchinari per spedirli all'estero.

"Siamo imprenditori e andiamo dove il mercato ce lo chiede, dove c'è lavoro”, il punto di vista del fondatore Amedeo Spinelli. Due giorni fa, la proprietà ha confermato gli esuberi anche davanti alla richiesta del governo di un nuovo piano industriale. "Lo squilibrio tra domanda e offerta e le gravi carenze strutturali dello stabilimento di Roncello rendono impossibile potervi proseguire l'attività e anti-economico il mantenimento in essere del sito. La conseguenza è di dover cessare l'attività produttiva della sede di Via Leonardo da Vinci". Al momento gli unici lavoratori che la K-Flex intende salvare sono quelli del reparto ricerca e sviluppo e della logistica: 60 persone in tutto, che da quando è iniziata la protesta non sono mai usciti dallo stabilimento.


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