giovedì 23 marzo 2017

23 marzo - Info Innse



Il presidio dei 4 licenziati davanti ai cancelli della Innse continua con il sostegno degli solidali.
L’azienda non ha nessuna produzione, continua nella sua condotta ottusa di non portare nessun lavoro, è  dal mese di gennaio 2016 che all’interno della fabbrica non viene portato nessun pezzo da lavorare. 
L’obbiettivo dell’azienda diventa sempre di più evidente giorno per giorno, fare tabula rasa della produzione industriale con l’unico scopo reale di speculare su tutta l’area che il comune di Milano gli ha sostanzialmente regalato.
Se la produzione non viene avviata, se lo scarico di lavoro dura da più di un anno, se vengono meno interi reparti e di conseguenza vengono meno posti di lavoro, se la forza lavoro si è ridotta della metà dal 2009 ad oggi, forse a qualche dirigente venduto della Fiom qualche lampadina nella sua limitata testa delirante dovrebbe cominciare ad accendersi. 

Ma siamo conviti che nessuna lampadina si accenderà mai, visto gli accordi che questi signori hanno firmato con la Camozzi in un recente passato.
Infatti non è a prima volta che una cosa del genere succede e Il segretario della Fiom di Milano dovrebbe ben ricordarsi di quello che successe all’Ansaldo di viale Sarca di Milano non tanto tempo fa. 
Fu proprio lui ha sottoscrivere un accordo che prevedeva : “…..uno stabilimento nuovo e moderno già costruito, ci sono lavoratori qualificati per operare nel delicato settore del nucleare, ci sono commesse milionarie e c’è un accordo”.
Non è un’invenzione dei cattivi operai della Innse ma quello che è ancora  scritto sul sito della Fiom milanese. 
Nella realtà bisognerebbe ricordare al sig. segretario della Fiom milanese che il capannone non è mai stato costruito, che la Mangiarotti ha trasferito la produzione a Monfalcone, che quattro operai, per fortuna loro e nostra, sono venuti alla Innse a lavorare e che la Camozzi è rimasta proprietaria del terreno di viale Sarca a dispetto di tutto ciò .
Quello che però la direzione della Fiom nazionale e provinciale non hanno calcolato è che  gli operai della Innse non sono mai stati disposti a credere alle panzane del padrone e dei suoi sostenitori sindacali e che la testa dura noi ce l’abbiamo per davvero.
La situazione per noi rimane come sempre immutata, il presidio continua ai cancelli, gli operai in fabbrica sono costantemente sul piede di guerra, quindi la condizione della lotta è invariata.
Anche oggi al termine della mensa tutti gli operai sono venuti davanti ai cancelli per discutere  delle nostre questioni e delle nostre iniziative future.
La nostra lotta va avanti con la continuazione del presidio.
Anche oggi la presenza della polizia era costituita dal solito cellulare e dai soliti funzionari della Digos e del commissariato di zona.
Come sempre Invitiamo tutti i solidali e tutti i compagni che sostengono la nostra battaglia a venire la presidio per garantire un sostegno effettivo alla nostra lotta.
L’appuntamento è per domani mattina, 23 marzo, dalle ore 7.00 davanti ai cancelli della Innse.
Operai Innse

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