martedì 13 novembre 2018

12 novembre - Mamma licenziata da Ikea, il giudice: "Fatti disciplinarmente rilevanti". Ennesima sentenza contro le lavoratrici. Massima Solidarietà, Marica deve rientrare

La donna non rispettava turni e orari di lavoro per accompagnare alla terapia il figlio disabile di R.M. 
 Corsico (Milano), 12 novembre 2018 - Il giudice del lavoro di Milano ha confermato il licenziamento di Marica Ricutti, la mamma 39enne single licenziata da Ikea, che riteneva il provvedimento "discriminatorio" da parte dell'azienda. Per il tribunale "i fatti disciplinarmente rilevanti contestati dalla datrice di lavoro sono pienamente confermati". Il giudice si rifà integralmente all'ordinanza con cui un altro suo collega aveva respinto la richiesta di reintegro scrivendo che i suoi comportamenti erano stati "di gravità tali da ledere il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore". La vicenda era esplosa a novembre 2017, quando la lavoratrice era stata licenziata perché non rispettava i turni per accompagnare il bambino disabile alle terapie. La donna aveva fatto ricorso contro il provvedimento dell’azienda che l’aveva lasciata a casa dopo averle contestato ritardi sul lavoro e cambi turno non autorizzati. 
 Per il giudice, il comportamento valutato dal Contratto nazionale di lavoro "come esempio di condotta integrante gli estremi per il licenziamento disciplinare" è "l'insubordinazione verso i superiori accompagnata da comportamento oltraggioso" e il  comportamento oltraggioso" di Marica Ricutti, la donna licenziata, era già "pienamente integrato dall'accertata frase 'mi avete rotto i c...'" pronunciata ad alta voce nei confronti di una superiore. "In conclusione - scrive il giudice di merito, dopo che il ricorso contro il licenziamento era già stato respinto in fase istruttoria - i fatti disciplinarmente rilevanti e contestati dalla datrice di lavoro a Ricutti sono pienamente confermati e la difesa della ricorrente non ha introdotto ulteriori elementi per modificare il giudizio quanto alla proporzionalità del provvedimento espulsivo". Il giudice, che è lo stesso autore dell'ordinanza in fase istruttoria, compensa le spese nel procedimento "in considerazione della particolare condizione delle parti, del fatto che la lavoratrice abbia seguito la vecchia turnazione anche in ragione del consiglio avuto dalla sindacalista (era uno degli argomenti del ricorso ndr.), e la frase ingiuriosa sia stata resa in un contesto di obiettive difficoltà familiari e lavorative" (la donna è separata e madre di due figli uno dei quali invalido). Marco Beretta, segretario generale della Filcams Cgil Milano, ha spiegato che ci sarà un ricorso in appello contro la conferma del licenziamento di Marica Ricutti, ex dipendente dell'Ikea che ritiene «atto sproporzionato e ingiusto». «Il medesimo giudice del tribunale di Milano ha confermato il giudizio espresso in fase di rito d'urgenza. Siamo al primo grado di giudizio - rende noto il sindacalista -. Ricorreremo in appello perché rimaniamo convinti che il licenziamento sia un atto sproporzionato ed ingiusto».


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