lunedì 19 novembre 2018

19 novembre - Morti per amianto: dalle fabbriche ai quartieri in Sicilia 600 morti solo nel 2017, 12.000 in 20 anni

Il capitalismo uccide sempre e in tutte le forme...
Il nostro non è che un semplice accenno alle condizioni materiali in cui viene compiuto il lavoro di fabbrica. Tutti i sensi sono lesi egualmente dalla temperatura aumentata artificiosamente, dall’atmosfera impregnata delle scorie delle materie prime, dal chiasso assordante, ecc. astrazione fatta dal pericolo di morte che si cela nell’ammucchiamento di macchine una vicinissima all’altra, il quale produce, con la regolarità del susseguirsi delle stagioni, i propri bollettini industriali di battaglia.
L’economizzazione dei mezzi sociali di produzione, che giunge a maturazione come in una serra soltanto nel sistema di fabbrica, diviene allo stesso tempo, nelle mani del capitale, depredazione sistematica delle condizioni di vita dell’operaio durante il lavoro, dello spazio, dell’aria, della luce e dei mezzi personali di difesa contro le circostanze implicanti il pericolo di morte o antiigieniche del processo di produzione , per non parlare dei provvedimenti miranti alla comodità dell’operaio. Ha torto il Fourier a chiamare le fabbriche ‘ergastoli mitigati’”?
(Karl Marx, Il Capitale, critica dell’economia politica, 1867 )
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Amianto, in Sicilia 600 morti in un anno. Il dossier dell'Ona sui rischi da asbesto: negli ultimi vent'anni 12mila decessi
Sono 600 i decessi per amianto registrati in Sicilia nel 2017: tra i morti ci sono operai impegnati nei maggiori poli industriali, loro parenti ma anche persone che non hanno mai lavorato in fabbrica ma erano residenti nelle zone a ridosso degli stabilimenti. E' quanto sostiene una ricerca dell'Ona, l'Osservatorio nazionale amianto diretto dall'avvocato Ezio Bonanni, che a Gela ha presentato un dossier specifico da asbesto sui rischi lavorativi e ambientali nei petrolchimici in Italia.

E' risultato che degli ultimi 600 decessi, 100 sono avvenuti per mesotelioma e figurano così ripartiti: 20 per l'area industriale di Gela, 25 in quella di Priolo, 20 a Milazzo, 30 ai cantieri navali di Palermo, tre a Termini Imerese tra i dipendenti di un'azienda che produce abbigliamento ignifugo, e due tra i dipendenti di una ditta di San Cataldo (in provincia di Caltanissetta) che costruiva serbatoi e vasche in cemento-amianto. I restanti 500 sarebbero avvenuti per tumori sempre da amianto all'apparato respiratorio, all'apparto digerente e alle ovaie.
Secondo l'Ona salgono così a 12mila i decessi negli ultimi 20 anni per varie forme di cancro legate all'asbesto. Il dossier che ha censito la mortalità da amianto nelle aree delle raffinerie e negli stabilimenti di chimica e petrolchimica in Italia ha permesso di accertare che nel 2017 i decessi per esposizione all'amianto sono stati 3.500 di cui 868 per mesotelioma. "La condizione di rischio dovuta all'utilizzo di amianto e altre agenti patogeni e cancerogeni in assenza di cautele - ha detto Bonanni - ha determinato casi di mesotelioma e altre patologie anche tra coloro che mai hanno messo piede nei singoli petrolchimici. "Per questi motivi - ha aggiunto - l'Ona si è rivolto a tutte le autorità affinché tutti i siti siano immediatamente bonificati, a partire da Gela e Siracusa e si emettano degli atti di indirizzo ministeriali affinché i lavoratori esposti possano ottenere il riconoscimento dei benefici contributivi utili al prepensionamento".
https://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/11/17/news/amianto_in_sicilia_600_morti_in_un_anno-211922222/


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