Comincia di mattina presto la giornata nell’impianto Sab Ortofrutta di Telgate. Sia per i lavoratori della società committente Il Tricolore, sia per quelli in appalto della cooperativa Hap Logistics.
Questa mattina è partita presto anche la mobilitazione per contrastare un possibile aumento dei ritmi di lavoro individuali e l’allungamento della giornata lavorativa, dato che come dicono i padroni, serve fare più efficienza.
Una manovra che dentro la fabbrica sta avanzando repentina ed in più mosse.
Martedì 28 maggio un’assemblea di Cgil Cisl per i lavoratori della committente, per dire che -verrà attuata una giornata di sperimentazione con tutti i lavoratori Tricolore a casa di riposo per una giornata contemporaneamente, ma che non è un problema perché le ore verranno recuperate, che ci sarà comunque un preavviso di 15 giorni. Nulla sul fine vero di questa prova e sulle conseguenze per i lavoratori e sulla necessità di contrastare i piani padronali.
Proditoriamente viene disposta la giornata sperimentale per il 4 giugno.
La cooperativa per lo stesso martedì dispone i turni con molti lavoratori a giornata anziché a turni. Questo per avere a disposizione una squadra aumentata di numero, per coprire i vuoti degli assenti e tale da poter essere impiegata secondo necessità e con gli straordinari per finire le commesse con gli uomini a disposizione.
I lavoratori della committente e della cooperativa sono in sostanza messi in competizione con una giornata ‘sperimentale’, un confronto a chi produce di più. Più efficienza, che in gran parte vul sempre dire ovvero alzare i ritmi di lavoro, e selezione tra i dipendenti.
Primo passo per rompere i ritmi di questa giornata e per prendere coscienza con tutti i lavoratori della ristrutturazione in atto, alle 7.00 assemblea/sciopero che ha visto l’unità di una buona parte dei lavoratori sia della committente che della cooperativa.
Un’assemblea contrastata in molti modi dall’azienda, anche con il ruolo attivo di una guardia che si è spesa fin dall’alba, per consigliare i lavoratori a non parlare con il sindacato, a restare al lavoro se non volevano restare fuori.
Ancora una volta la repressione e la mobilitazione alimentano la rabbia e la coscienza: i lavoratori hanno visto praticamente come l’azienda stenda il tappeto rosso ai confederali che condividono le ristrutturazioni e i piani per fare efficienza e servono per farli digerire agli operai, e come gli operai che si oppongono con lo Slai Cobas, vengano fronteggiati; hanno visto ancora una volta di più come il sistema delle cooperative sia inutile e negativo per gli operai, che in una fabbrica, anche se oggi è possibile avere ‘diversi padroni’ l’unità e l’organizzazione sono decisivi tra tutti i lavoratori dell’impianto, perché le cooperative vengono usate per peggiorare le condizioni di tutti.
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