NO
IMMUNITA' PARLAMENTARE
NO
CASSINTEGRAZIONE
Padroni fuori dai coglioni
Padroni fuori dai coglioni
1°
luglio sciopero e blocco della fabbrica e
mobilitazione della città
Di
Maio annuncia incontro con ArcelorMittal per il 4 luglio e non fa
alcun incontro con i sindacati per fermare la cassaintegrazione
Mittal:
“Senza novità a settembre ci fermiamo”
Ad
Eurofer l'ad Poelvoorde avvisa il governo: "Pronti al dialogo,
ma solo con tutele certe". La società: "Speriamo in
conclusione positiva"
A
margine dei lavori dell’European
Steel Day di Eurofer, il
sito specializzato Siderweb
ha registrato la presa di posizione dell’amministratore
delegato di ArcelorMittal Flat Products Europe
Geert
Van Poelvoorde
riguardo la situazione che si è venuta a creare a Taranto
dopo la decisione del governo italiano di riscrivere la norma sulla
così detta immunità
penale
in materia ambientale per ArcelorMittal
Italia,
nuovo titolare del sito ex
ILVA.
“La
nostra posizione era chiara
nella nota sul tema inviata nelle scorse settimane
– ha spiegato Poelvoorde
all’inviato Davide Lorenzini
del sito Siderweb
– ed
ora l’unica certezza che abbiamo è che, se da oggi al 6 settembre
non interverranno novità
di rilievo,
sulle quali siamo certamente aperti
al dialogo
con il governo, l’impianto
di Taranto si fermerà
in quanto non esisteranno più le condizioni
di tutela
per garantirne la regolare
attività“. Soprattutto
perché “non
possiamo esporre
i nostri manager
a rischi gravi a causa di situazioni
pregresse
e delle quali non sono certo responsabili. Ci sono due mesi di tempo
e, pur
sorpresi da quanto accaduto,
ribadiamo la nostra volontà di discutere
nel merito
e cercare di trovare
una soluzione.
Nel frattempo proseguiremo con il nostro piano
di investimenti.
Le strette tempistiche di intervento non consentono esitazioni o
pause. Altrimenti anche se la soluzione si risolvesse come speriamo,
non riusciremmo più a rispettare
la tabella
concordata con il governo”
ha concluso Poelvoorde. Dunque è quasi certi che i prossimi due
mesi
serviranno a trovare una soluzione
sulla vicenda. La norma riscritta dall’art.
46 del Decreto Crescita,
prevede infatti che dal 7
settembre
l’esimente penale venga rimodellata
e rimodulata
sulla scadenza
temporale di ogni singolo intervento.
ArcelorMittal vorrebbe invece che tutto
restasse come concordato prima della firma dell’accordo
dello scorso settembre, ovvero che le operazioni di risanamento
previste dal Piano Ambientale (che comunque quasi certamente vedrà
una rivisitazione dopo l’apertura del Riesame dell’AIA stabilito
dal ministero dell’Ambiente) vengano realizzate entro il dicembre
del 2023
senza l’intervento esterno della magistratura. Del resto bisogna
ricordare che la multinazionale opera su impianti,
quelli dell’area
a caldo,
ancora sotto
sequestro giudiziario.
Staremo a vedere.In serata è poi arrivata una nota di ArcelorMittal Italia che precisa: “ArcelorMittal Italia precisa che non sarebbe possibile per nessuna società gestire lo stabilimento di Taranto senza identificare una soluzione costruttiva all’attuale contesto, come comunicato la settimana scorsa da ArcelorMittal SA. Le ragioni alla base di questa affermazione sono illustrate nelle dichiarazioni delle ultime settimane e si riferiscono al periodo necessario per l’attuazione del piano ambientale durante il quale sono richieste e sono attualmente in vigore le tutele legali. L’entrata in vigore del Decreto Crescita non consentirebbe ad alcuna società di gestire l’impianto oltre il 6 settembre, una data che è stata fissata dal Governo, a meno che non sia garantita la necessaria tutela ambientale. ArcelorMittal è aperta al dialogo con il Governo e continua a sperare in una conclusione soddisfacente che consenta all’Azienda di continuare a investire in modo significativo nell’industria siderurgica italiana“.
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