Per la Stellantis record di profitti nel 2022! Le vendite erano diminuite ma compensate dai prezzi delle auto più alti. L’utile è salito del 26% a 16,8 miliardi di euro. I ricavi sono saliti a 179,6 miliardi di euro (+ 18%).
Giorni fa il suo Ad Carlos Tavares ha comunicato soddisfatto i risultati altisonanti. Anche quest’anno per gli azionisti è stato decisa una lauta cedola: un dividendo di ben 4,2 miliardi di euro, pari a 1,34 euro ad azione. Per gli Agnelli si tratta di – almeno – parecchie centinaia di milioni. Mentre 23,5 milioni è il compenso allo stesso Tavares, che sui risultati ha detto: «7,1 miliardi di sinergie nette», superando il target prefissato al momento della fusione; aggiungendo: Stellantis è resiliente e continua a sviluppare il business per la crescita. Di questi utili agli operai sono andate briciole, un premio medio di 1.879 euro a testa in due tranche, a febbraio e aprile, che non recupera affatto la riduzione dei salari avvenuta in questi ultimi anni. Ma dove è la fonte di questi profitti? Lo sfruttamento degli operai, con la "legge", sempre valida per il capitale: più carichi di lavoro, pluslavoro, meno operai. Sia a Mirafiori che alla stabilimento di Melfi questi mesi sono stati mesi di cassintegrazione, di taglio dei salari, di condizioni di lavoro insopportabili, con turni, orari cambiati all'ultimo momento, di spostamento di mansioni.
L'ultimo attacco è arrivato giorni fa a Melfi. Qui l'azienda si è rivolta direttamente a 70 lavoratrici e lavoratori comunicando loro che dovevano essere trasferiti a Pomigliano, prendere o lasciare, trasferirsi da un giorno all'altro, o essere licenziati.
Per chi resta a Melfi, dove gia' 800 lavoratori sono andati via e altri dell'indotto hanno perso il lavoro a causa dell'internalizzazione delle attivita' delle ditte, c'è un aumento intollerabile dei carichi di lavoro, deu ritmi di lavoro, con le continue modifiche di orari, turni, riposi, sempre sotto il bastone, o la carota di incentivi, di essere licenziati.
Più chiaro di cosi'! Stellantis dimostra senza mascheramenti che i profitti del capitale avvengono sul pluslavoro fatto dagli operai, sul plusvalore prodotto: il capitale riduce la parte di lavoro necessario per la conservazione e la riproduzione della forza/lavoro e aumenta la parte di lavoro che gli operai fanno gratis. I profitti aumentano, i salari diminuiscono, il lavoro aumenta, gli operai diminuiscono.
Di fronte a questo non esiste altra strada che la lotta. Ma gli operai e le operaie non hanno un sindacato. I lavoratori a Mirafiori denunciano: “i delegati se ne stanno la seduti a non fare niente” di fronte a quello che succede in fabbrica. E il primo problema è questo.
Il lamento della Fiom che rivendica il voto dei lavoratori, è impotente, perchè anche quel voto non trova alcun seguito in una lotta reale stabilimento per stabilimento legata ai problemi esistenti in ogni stabilimento.
Gli operai e le operaie devono prendere nelle loro mani il loro destino. Organizzarsi, unirsi nelle forme più opportune e possibili, per la lotta.
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