Volantino diffuso questa mattina alle portinerie di Acciaiarie
SE SEPARATO E’ L’ACCORDO UNITI DEVONO ESSERE I LAVORATORI, PER UNA LOTTA SERIA, FINO A RISULTATI CONCRETI PER LAVORO, SALARIO, SALUTE
Nonostante la questione molto negativa dell’accordo separato fatto a Roma tra Acciaierie d’Italia, governo e Fiom, Fim, Fismic e Ugl,vi è un elemento di chiarezza. Occorre rompere con le posizioni che fanno solo il gioco dell'azienda e del governo e che indeboliscono gli operai.
La firma Fiom è sbagliata e inaccettabile. Per giustificarla si arrampica sugli specchi di briciole.
Ma separato è l’accordo, uniti devono essere i lavoratori. Occorre accendere i fuochi. La Francia dimostra che è possibile, ma solo se si blocca tutto e si mette in crisi padroni e governo sui posti di lavoro, nelle piazze, usando la forza che serve.
L’accordo conferma tutta la cassintegrazione precedente di 2500 operai, per di più con l’annuncio di aumento di produzione, Ma a più produzione doveva corrispondere più operai e meno cassintegrati. Questo significa una sola cosa, che 2.500 operai non servono per ArcelorMittal e governo, sono i futuri esuberi! Ma significa anche che chi resta deve lavorare di più, essere sfruttato di più, con i gravi problemi della sicurezza. Quindi, nessuno può pensare di stare tranquillo.
Da una precedente bozza di accordo presentata da tutti i sindacati sono stati cassati proprio i pezzi che riguardavano la questione di non trasformare di fatto i cassintegrati in esuberi, cosa su cui lo Slai cobas da tempo mette in guardia. Quindi, vuol dire che chi ha firmato l'accordo, ha accettato che i lavoratori cassintegrati, tutti, non hanno futuro!
L’altra questione negativa è la mancata integrazione dell’indennita’ di cassintegrazione. I lavoratori Acciaierie e appalto sono in cig da una vita, con un salario sempre più basso. Ma anche su questo la Morselli ha risposto picche: ma quale integrazione? I soldi che abbiamo servono a pagare le fatture e ci permettono di continuare a produrre.
Al Tavolo di Roma,la Fiom e gli altri sindacati firmatari hanno ottenuto solo la miseria del pagamento integrale della 13ma ai lavoratori che hanno lavorato solo per alcuni periodi nell’anno; ma questa era una normale trattativa aziendale; non si va a Roma a fare un mega accordo per questo o per strappare una rotazione dei lavoratori in cig che è prevista dalla stessa normativa.
Invece nulla è stato ottenuto sul rientro dei cassintegrati rimasti dal 2018 in Ilva AS, e che nel 2023 dovevano entrare in Acciaierie. Nulla sul blocco della cig in Acciaieria; nulla sul rientro dei lavoratori dell’appalto sospesi, nulla su un incremento salariale reale, nulla sulla sicurezza.
Poi, con l’aumento delle produzione e lo scudo penale gli effetti sulla inquinamento cittadino e la salute in fabbrica peggioreranno.
Detto questo Usb e Uilm chiaramente non se la possono cavare solo con la mancata firma e con lamentele e (Usb) con l'ennesima richiesta di incontro ad Urso; o la Uilm puntando soprattutto sull'azione legale per la mancata attuazione dell'accordo del 6 settembre 2018 (che, come noi denunciammo subito, gia’ conteneva il rischio di esuberi).
Serve da maggio la LOTTA, seria, continua, per strappare dei risultati, una lotta che dia effettivi problemi a padroni e governo. Qui non sono gli operai che non vogliono lottare, perchè quando sono stati chiamati allo sciopero i lavoratori hanno risposto e con numeri significativi, sono i vertici sindacali che in concorrenza tra loro non chiamano alla lotta seria e soprattutto non danno seguito alle promesse di continuita' della mobilitazione.
Ma serve chiarezza su che cosa si lotta: Integrazione per tutti i cassintegrati – rientro di tutti i cassintegrati ex ILVA in Acciaierie. A più produzione più operai in fabbrica e meno cassintegrati - Estensione di tutte le leggi possibili che permettano prepensionamenti dei lavoratori che lo vogliono – nell’appalto rientro di tutti i lavoratori messi fuori dalla lettera della Morselli e contratto unico metalmeccanico con clausola sociale.
26 maggio sciopero di tutta Acciaierie d’Italia e appalto
Rivolgetevi, organizzatevi, con lo Slai Cobas - che dove c’è, anche in alcune ditte dell’appalto, lotta e ottiene condizioni migliori.
Slai Cobas per il sindacato di classe
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