"Niente farse", si'.. ma neanche parole d'ordini sbagliate
Una prima presa di posizione dello Slai Cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
La parola d'ordine dello sciopero: "il governo Meloni se ne deve andare", è prematura e quindi sbagliata - nel nostro paese manca ancora, a differenza della Francia, un movimento di lotta generale unico in grado di supportare una parola d'ordine come la caduta del governo Meloni.
Nello stesso tempo è inutile che nello sciopero venga fatto un riepilogo di tutto il male di tutti i precedenti governi che sono stati tutti al servizio dei padroni e antioperai e antipopolari - mettere tutto questo nello sciopero che si propone non serve a nulla e certo non è in grado di motivare ancor più lo sciopero, ma lo rende usuale a tanti altri che non hanno avuto successo e non hanno scalfito per nulla i governi dei padroni e la loro azione antioperaia e antipopolare - e da' allo sciopero un carattere da ultima spiaggia, invece che il necessario passaggio per riprovarci.
Circa le altre parole d'ordini.
Quella di "abbassare le armi - alzare i salari" è una facile forma di agitazione ma questo non vuol dire che sia giusta. Ridurre la lotta contro la guerra e gli aumenti delle spese militari alla loro ricaduta sul salario è assai limitato, perchè denuncia solo un aspetto - fermare la guerra è altra cosa - i salari sono attaccati da prima della guerra, e anche in questi recenti attacchi pesano tanti altri fattori che nella proposta USB non sono affrontati.
La richiesta salariale è giusta ma è una pura illusione che essa possa essere raggiunta da questo sciopero generale e anche da uno sciopero generale vero, se essa non parte da fabbriche e posti di lavoro con lotte che si generalizzano ed estendono non si può ottenere nulla e la proposta Usb sostituisce la proclamazione dello sciopero generale alla lotta necessaria e prolungata per conseguirlo.
Detto questo, per noi è giusto unirsi per lo sciopero del 26 e farne terreno di lotta dentro e fuori le fabbriche e posti di lavoro, realtà proletarie e territori
La proposta USB
È tempo di lotte, non di farse: il 26 maggio sciopero generale, il governo Meloni se ne deve andare
Roma,
Milioni di lavoratori e lavoratrici da trent’anni a questa parte hanno assistito alla riduzione del proprio potere di acquisto di circa il 12 %, come segnala l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), organismo internazionale che collabora attivamente con CGIL CISL e Uil.
Milioni di lavoratori e lavoratrici subiscono il peggioramento costante delle condizioni di lavoro tra precarietà, flessibilità, aumento della produttività e dei ritmi di lavoro, part time obbligatorio, Jobs Act, licenziamenti indiscriminati, condizioni di sicurezza del lavoro sempre peggiori.
Milioni di lavoratori e lavoratrici hanno visto il loro salario fissato, da contratti nazionali firmati troppo benevolmente, al di sotto dei 7 euro lordi l’ora.
Milioni di lavoratori e lavoratrici hanno visto stracciare quei diritti sociali previsti dalla nostra carta costituzionale, il diritto alla salute, il diritto alla casa, il diritto all’istruzione pubblica, il diritto ad un trasporto pubblico ed efficiente.
Dinanzi a questa drammatica condizione sociale, mentre in Francia, in Portogallo, in Germania, in Inghilterra, in Grecia divampa la protesta ed è stata avviata una stagione di grandi mobilitazioni, con un trionfante comunicato congiunto le segreterie generali di Cgil Cisl e Uil hanno lanciato la sfida al governo Meloni: tre iniziative tra aprile e maggio, non a Roma contro il governo, ma iniziative interregionali a Bologna, a Milano a Napoli.
Giusto per non disturbare troppo il governo più a destra della storia della nostra Repubblica...
Nessuno sciopero, neanche un’ora, solo mobilitazioni farsa per rassicurare il governo e consentirgli di proseguire le sue politiche di attacco alle condizioni di lavoro.
USB, sindacato conflittuale, confederale, da sempre dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici in un significativo e partecipato convegno sul salario, e dopo aver riunito gli organismi dirigenti indica l'unica strada e risposta possibile:
SCIOPERO GENERALE IL 26 MAGGIO
indicando una piattaforma riassumibile nello slogan
ABBASSARE LE ARMI, ALZARE I SALARI
SUBITO 300 EURO DI AUMENTO IN BUSTA PAGA PER TUTTI!
Dinanzi alle politiche neo liberiste portate avanti dall’Unione Europea e rappresentate in Italia prima dal governo Draghi e oggi in continuità dal governo Meloni, occorre subito sintonizzarsi con quella stagione di scioperi generali e manifestazioni di piazza che stanno attraversando gli altri paesi d’Europa.
Iniziative di facciata e mobilitazioni farsa non solo non servono ma sono dannose per chi da troppi anni attende risposte credibili al progressivo peggioramento delle proprie condizioni di vita.
Unione Sindacale di Base - Confederazione Nazionale
Roma 6 aprile 2023
Nessun commento:
Posta un commento