martedì 16 maggio 2023

16 maggio - Repressione antioperaia all'Ansaldo Genova - Massima solidarietà

Manifestazioni Ansaldo a Genova, denunciati 17 lavoratori

GENOVA - Sono stati denunciati alcuni dei lavoratori di Ansaldo Energia che il 13 ottobre occuparono l'Aeroporto Cristoforo Colombo di Genova.

Il blocco dello scalo aeroportuale genovese era avvenuto dopo una prima giornata di caos, con la città divisa in due e migliaia di operai in presidio sulla sopraelevata di Genova tra fumogeni e copertoni in fiamme. La seconda giornata di protesta era invece iniziata prima delle 6, proprio davanti alle portinerie di accesso dell'azienda. Poi una lunga camminata fino alla rotonda Castruccio dove il

corteo si è scontrato con i poliziotti del reparto mobile. Il bilancio è stato di tre agenti feriti e 10 operai contusi. Già quel giorno si era saputo che molti dei lavoratori che avevano partecipato ai tafferugli avrebbero rischiato una denuncia, per lesioni o resistenza. Gli altri, per interruzione di pubblico servizio, ma non solo.

Ad aiutare le forze dell'ordine sono state le telecamere presenti nella zona: ben 15 gli operai denunciati, due sono lavoratori portuali, "tra questi sono stati denunciati il coordinatore aziendale della Fiom e quello della Fim" si legge in una notte dei sindacati. Numerosi i reati contestati a vario titolo ai lavoratori: dal blocco stradale appunto, all'interruzione di pubblico servizio, dalla resistenza all'incendio, all'accensione di fumogeni, dal danneggiamento alle lesioni, queste ultime in riferimento al lavoratore che aveva colpito con un martello un poliziotto del reparto mobile all'ingresso dell'aeroporto Colombo.

"Rileviamo che nell'Italia, che l'articolo 1 della nostra Costituzione definisce fondata sul lavoro, vengono denunciati per manifestazioni pacifiche lavoratori in lotta per evitare il fallimento della propria azienda e per difendere il proprio posto di lavoro - si legge nella nota -. Va da sé che nessuna denuncia potrà bloccare le lotte dei lavoratori, a volte necessarie, per far ascoltare la loro voce e per la difesa delle loro condizioni".


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