lunedì 10 marzo 2025

10 marzo - LA LOTTA A POMIGLIANO

 

Gli operai di Pomigliano non hanno aspettato nessuno. Di fronte ad un premio annuale di 630 euro lordi che 

è una vera elemosina sono scesi subito in sciopero. La FIOM li ha coperti dichiarando lo sciopero di quattro ore. 

I sindacati firmatutto piangono e scoprono che l’accordo variabile firmato da loro ha prodotto da parte aziendale queste briciole. Ma ancora una volta tutti fanno il gioco delle tre carte: nei comunicati degli uffici stampa di 

queste organizzazioni la critica non manca, tanto non costa niente.

Ora non facciamoci fregare. Bisogna richiedere un premio di 2000 euro equiparato a quello dell’anno scorso. 

Questo deve essere l’obiettivo. Parlare di piani industriali e tavoli con il governo serve solo a sgonfiare gli 

scioperi.
Ricordiamoci che, con una faccia tosta incredibile Elkann ci viene a dire che “questo è stato un periodo difficile, 

ma io vi voglio ringraziare per il vostro duro lavoro”. E mentre agli azionisti si stabilisce di dare 5.500 milioni 

di euro di dividendi, agli operai, complessivamente, si promettono 600 milioni, che individualmente sono 

630 euro lordi.
I cinque miliardi e mezzo per gli azionisti e i 600 milioni di elemosina per gli operai, vengono tutti dal lavoro 

degli operai sulle linee. Gli azionisti, Elkann incluso, non producono niente, nessun valore. Agli operai che 

producono tutto, solo le briciole.
A Pomigliano è su questo che ci siamo incazzati e sono partiti gli scioperi.

Con la Fiom bisogna essere chiari, altrimenti rischiamo che faccia di nuovo sgonfiare tutto, come

 negli scioperi precedenti: ci siamo mobilitati perché le “promesse” di Elkann sono un’elemosina offensiva.
Basta con le chiacchiere, vogliamo i soldi.
Se ci sono per gli azionisti, vuol dire che ci sono.
Visto che tutto quello che luccica in Stellantis viene prodotto da noi operai, vogliamo un premio dignitoso. 

Subito 2.000 euro in busta paga.
da oc



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