Operai Contro
Mentre a Pomigliano si indignano e scioperano per il misero premio
che Stellantis vuole erogare, a Melfi il silenzio fa da padrone.
Persone in cassa integrazione da più di un anno non riescono a
scendere a lavorare mentre i lecchini, i tesserati dei sindacati
filopadronali o i figli e nipoti dei capi riescono a fare anche due,
tre giorni a settimana. Lavorando come bestie tra l’altro. È un
messaggio per tutti: o ci pieghiamo al loro sistema e entriamo nella
trappola del favore individuale, dimenticando che siamo una
collettività, oppure sarà la fine anche economicamente. Ma c’è
di più: si aprono le trasferte a Melfi per la Serbia, trasferte
pagate molto meno delle solite trasferte estere, € 1.600 quando
prima pagavano € 2.400. Il motivo? Perché lì il costo della vita
è meno caro. Ed ecco che un povero lavoratore dopo un anno di cassa
integrazione pur di poter maturare un po’ di tredicesima un po’
di rateo o anche vedersi qualche centinaio di Euro di stipendio in
più, lascia la famiglia e accetta di partire per un paese straniero
per tornare si è no una volta al mese a casa. Questi lavoratori
prima venivano in trasferta da noi, ora andiamo noi da loro. Melfi è
diventato uno degli stabilimenti in cui particolarmente alta è la
paura e maggiore è l’attaccamento ai sindacati e all’azienda, la
conseguenza è un alto livello di servilismo. La scelta è tra chi
conosce o ha il parente più in alto oppure chi ha la tessera con il
sindacalista più forte. Alcuni operai chiedono favori per una
postazione o per una trasferta remunerata bene anche ad amici
politici. Una volta eravamo una collettività forte che faceva valere
il numero e l’unità per imporre al padrone i nostri interessi, ora
sembriamo il peggio dell’italiano opportunista dei luoghi comuni,
quello che pensa solo a se stesso. Però in televisione vediamo molte
persone che sono indignate per la canzone di Tommy Cash, questo
Estone che menziona di sudare come un mafioso. Si indignano molti
italiani perbenisti, si lamentano che in Italia non siamo tutti così.
E invece questo modo di fare si è radicato perfino nella fabbrica. È
vero sono pochi quelli che fanno i mafiosi e pochi ricevono favori
senza alzare la testa, ma il resto è, per ora, impotente e
muto.
Ciuccolo, operaio Stellantis di Melfi
Nessun commento:
Posta un commento