Il Secolo
XIX di giovedì quattordici aprile riporta, a pie’ di pagina diciotto, la
seguente notizia: “Toti indossa la felpa Fiom: Speriamo che porti bene
all’industria ligure”; la parte interessante è il corpo dell’articolo: qui si
legge che il capo di abbigliamento gli è stato regalato da una delegazione di
operai dell’Ilva dello stabilimento di Genova Cornigliano.
Secondo
quanto asserisce l’anonimo autore dello scritto, il presidente della Giunta
regionale ligure, esponente della co… – pardon, della formazione politica –
forzitaliota, sarebbe stato folgorato dall’indumento in questione nell’ottobre
scorso, quando alcune maestranze della fabbrica siderurgica in questione si
recarono in Consiglio regionale per assistere ad una seduta monotematica sul
futuro dell’impianto.
Secondo
quanto riporta l’edizione online del giorno precedente dello stesso quotidiano
– che allega anche una esplicita fotografia che troverete in fondo a queste
righe – “Il presidente, tra il serio e il faceto, aveva chiesto una felpa Fiom
dopo gli sforzi sulla questione Ilva: l’ha ottenuta”; sinceramente trovo
vergognoso che i dirigenti locali del sindacato federato alla Confederazione
Generale Italiana del Lavoro si prestino a questo vergognoso giochetto delle
parti volto a stabilire una finta pace sociale. Forse, però, non è nemmeno così
strano, se si considera che i vertici locali della Federazione Impiegati Operai
Metallurgici sono costituiti da personaggi legati alla tradizione trotzkista,
ossia agli storici traditori della causa operaia: il segretario provinciale,
Bruno Manganaro, è affiliato all’associazione ControCorrente-per una sinistra
dei lavoratori, mentre il suo predecessore – che ha mantenuto la carica per
venticinque anni – Francesco Grondona, è noto esponente di Lotta Comunista.
Genova, 14
aprile 2016
Stefano Ghio
- Slai Cobas per il sindacato di classe Alessandria/Genova
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