Non si potrà
scioperare contro un contratto aziendale approvato a maggioranza, che avrà efficacia erga omnes: è la
novità scritta nel Programma nazionale riforme approvato ieri dal consiglio dei
ministri con il Def. Che contiene l’impegno del governo ad intervenire
quest’anno su una riforma della contrattazione aziendale per rendere «esigibili
ed efficaci i contratti aziendali», garantendo «la pace sociale in costanza di
contratto».
Oltre all’impegno formale del Pnr, c’è un’istruttoria in corso da parte del team di tecnici di Palazzo Chigi coordinati dal sottosegretario alla presidenza Tommaso Nannicini, che dovrebbe concretizzarsi in un provvedimento legislativo a maggio, in tempo utile per rispondere alle sollecitazioni che arrivano da Bruxelles con cui è in corso una trattativa sulla flessibilità nei conti pubblici.
Nel Pnr è contenuto un altro principio di indirizzo: i contratti aziendali potranno prevalere su quelli nazionali in materie legate all’organizzazione del lavoro e della produzione. Il governo sembra intenzionato a porre ordine sul tema della gerarchia delle fonti contrattuali, oggetto di contenzioso, essendovi diversi orientamenti giurisprudenziali, con esiti spesso contraddittori. In linea con quanto già previsto dall’articolo 8 della legge Sacconi e dal Jobs act, i contratti aziendali potranno derogare dal Ccnl su tutti i temi che riguardano l’organizzazione del lavoro, e con il riferimento alla “produzione” è in gioco anche una quota di salario
Oltre all’impegno formale del Pnr, c’è un’istruttoria in corso da parte del team di tecnici di Palazzo Chigi coordinati dal sottosegretario alla presidenza Tommaso Nannicini, che dovrebbe concretizzarsi in un provvedimento legislativo a maggio, in tempo utile per rispondere alle sollecitazioni che arrivano da Bruxelles con cui è in corso una trattativa sulla flessibilità nei conti pubblici.
Nel Pnr è contenuto un altro principio di indirizzo: i contratti aziendali potranno prevalere su quelli nazionali in materie legate all’organizzazione del lavoro e della produzione. Il governo sembra intenzionato a porre ordine sul tema della gerarchia delle fonti contrattuali, oggetto di contenzioso, essendovi diversi orientamenti giurisprudenziali, con esiti spesso contraddittori. In linea con quanto già previsto dall’articolo 8 della legge Sacconi e dal Jobs act, i contratti aziendali potranno derogare dal Ccnl su tutti i temi che riguardano l’organizzazione del lavoro, e con il riferimento alla “produzione” è in gioco anche una quota di salario
(si veda «Il
Sole-24ore» di ieri).
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