INDICE
Alessandra
Cecchi alexik65@gmail.com
ILVA: TUTE
SPORCHE E GREMBIULI IN CARTA, COSÌ SI ACCEDE ALLE MENSE...E LA SALUTE?
Alessandra
Cecchi alexik65@gmail.com
DUE
INCIDENTI ALL’ILVA DI TARANTO
Mario Murgia murgia.mario50@virgilio.it
“PANE E
AMIANTO” TG1 TV7 DEL 18/03/16
Mario Murgia
murgia.mario50@virgilio.it
LE MORTI PER
AMIANTO APPRODANO IN PARLAMENTO: MARTEDÌ AUDIZIONE IN COMMISSIONE D’INCHIESTA
Mario Murgia
murgia.mario50@virgilio.it
AMIANTO A
OTTANA. I DUBBI SUL MEDICO INAIL COL DOPPIO INCARICO: CONFLITTO D’INTERESSI?
Maria Nanni mariananni1@gmail.com
COMUNICATO
CUB TRASPORTI FINE SCIOPERO GENERALE PER FERROVIE DEL 18 MARZO 2016
Mario Murgia
murgia.mario50@virgilio.it
VIDEO
INTEGRALE DELL’AUDIZIONE IN COMMISSIONE DI INCHIESTA SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO
Mario Murgia
murgia.mario50@virgilio.it
ENICHEM,
MORTI AMIANTO: IL CASO IN SENATO
Franco
Cilenti franco.cilenti@libero.it
PUBBLICAZIONE
DEL NUMERO DI MARZO DEL PERIODICO LAVORO E SALUTE
Riccardo
Antonini erreemmea@libero.it
REPORT DI
RINGRAZIAMENTO SULL’ESPOSIZIONE DELLA MOSTRA “INCANCELLABILE”
Medicina
Democratica segreteria@medicinademocratica.org
7 APRILE
2016: GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE
Carlo
Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
REPORT MORTI
SUL LAVORO NEI PRIMI TRE MESI DEL 2016
Federico
Giusti giustifederico@libero.it
PISA: PRESENTAZIONE
LIBRO “ILVA LA
TEMPESTA PERFETTA”
Maurizio
Loschi maloschi@alice.it
REFERENDUM
PROSSIMI VENTURI; VUOI SAPERNE DI PIÙ?
Alessandra
Cecchi alexik65@gmail.com
NO TRIV:
PERCHE’ SI !
Alessandra
Cecchi alexik65@gmail.com
TRIVELLE
FUORILEGGE
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From:
Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
To:
Sent:
Sunday, March 20, 2016 5:36 PM
Subject: ILVA:
TUTE SPORCHE E GREMBIULI IN CARTA, COSÌ SI ACCEDE ALLE MENSE...E LA SALUTE?
Il tema
della sicurezza per i lavoratori dell’ILVA è una questione che il Comitato
Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti estende non solo ai reparti ma anche
alle mense e ai refettori della fabbrica. Come avevamo già denunciato lo scorso
13 febbraio in conferenza stampa, una circolare interna datata 5 giugno 2015 e
firmata dal direttore del personale ILVA, Ruggero Cola, vieta l’uscita degli
indumenti di lavoro dalle portinerie per la presenza sugli stessi di sostanze cancerogene.
Com’è possibile che si possa accedere con quelle tute in sala mensa durante la
pausa pranzo? E veniamo al punto: queste mense così organizzate nelle vicinanze
di aree fusorie tutt’oggi in marcia solo per Decreto Legge, sono sicure per la
salute degli operai che quotidianamente vi accedono?
Andiamo con
ordine e ricostruiamo questa vicenda anche con il contributo di alcune foto
scattate in sala mensa e inviate in forma anonima al Comitato. Nella giornata
di ieri (giovedì 17 marzo) l’azienda ha convocato RSU e RLS di FIM e FIOM
proprio sulla questione mense e tute. Nell’incontro con i rappresentanti
sindacali ILVA ha ribadito che il regolamento della Sodexo (società che si
occupa della gestione delle mense nel siderurgico) prevede l’utilizzo del grembiule
monouso per l’accesso alle mense. Si tratta inoltre di una prescrizione del
settembre 2015 del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Taranto. ASL di
Taranto che ha già fatto la sua “bella” figura con l’intercettazione di un suo
ispettore in conversazione con l’ex responsabile delle pubbliche relazioni, che
nel passato recente era regolarmente presente in fabbrica. La stessa ASL che fa
chiudere locali pubblici, ma non usa lo stesso metodo per le mense centrali
dello stabilimento...due pesi e due misure!
Il ritiro
del grembiule monouso obbligatorio per l’accesso ai locali mensa avviene già
all’interno della sala, dove gli operai accedono con le tute sporche di polveri
e materiali pericolosi. Gli stessi camici, una volta usati, andrebbero poi
riposti all’interno di comuni bidoni per i rifiuti posizionati, a loro volta,
all’interno delle strutture. Ci chiediamo: è una procedura sicura? Dove vengono
smaltiti questi rifiuti? Risulta poi che non tutti gli operai indossino in
realtà il grembiule monouso. Questa è prevenzione? Cosa finisce nei piatti
consumati?
Inoltre i
locali mensa sono dotati di ventole di areazione che aspirano aria ovviamente
dall’esterno, quindi dalle aree a caldo che rilasciano nell’aria sostanze
pericolose per la salute.
Nel verbale
di ispezione della ASL Spesal 388/2015 del 25/09/15 si legge (tra le altre cose)
che “parte della pavimentazione del refettorio DIM/SUD ex PLA/1 si presenta in
condizioni tali da non consentirne una facile pulizia e detersione; le
bocchette di areazione delle mense ACC/1 e IMA/3 non sono tenute in stato di
pulizia e si presentano ricoperte di polvere nera; presso la mensa ACC/1 si
verifica il distacco di frammenti di pittura dal soffitto e presenza di alcune
ragnatele; nei locali mensa ex PLA/1 e IMA/3 operai di alcune ditte indossavano
tute da lavoro visibilmente insudiciate”.
Dunque ci
domandiamo: le mense e i refettori dello stabilimento ILVA di Taranto possono
essere considerati (alla luce di quanto abbiamo visto) luoghi sicuri per i lavoratori?
Perché in
trent’anni non è mai stato fatto niente?
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From:
Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
To:
Sent:
Sunday, March 20, 2016 6:41 PM
Subject: DUE
INCIDENTI ALL’ILVA DI TARANTO
ILVA, IERI INCIDENTE AL REPARTO GRF, OGGI ESPLOSIONE IN ACCIAIERIA 2
Di
Alessandra Congedo
18 marzo
2016
Due
incidenti nel giro di poche ore all’ILVA.
Il primo si
è verificato nella tarda serata di ieri nel reparto GRF (Gestione Rottami Ferrosi),
uno degli impianti dell’area a caldo dell’ILVA sottoposti a sequestro dal 26
luglio 2012 e soggetti alle prescrizioni AIA.
Un operaio
ha riportato ustioni a una mano. L’episodio è avvenuto nella zona della
discarica, quindici minuti dopo lo svuotamento delle paiole. C’è stata una “reazione
esplosiva che ha investito a distanza la motopala PSG 494” - ha spiegato all’ANSA Piero
Vernile (RSU UILM) - “che ha preso fuoco. All’interno c’era un lavoratore
che è stato portato presso l’infermiera per ustioni alla mano. Il botto
tremendo è stato avvertito anche nel distaccamento interno dei Vigili del Fuoco
e nel reparto IMA. I vetri e i muri hanno tremato”.
Il
rappresentante sindacale ha ricordato che “altri incidenti sono avvenuti lo
scorso anno con incendio di escavatori che erano stati dichiarati idonei” e “che
nessuno si prende le responsabilità di un impianto che, come dice l’AIA, deve
essere completamente rivoluzionato”. Fin qui quanto riportato dall’ANSA.
Un altro
episodio si è verificato questa mattina generando non poco spavento tra i
lavoratori. Una forte esplosione ha interessato, infatti, l’Acciaieria 2 dove è
avvenuta la reazione di una paiola bagnata dalla pioggia dei giorni
scorsi, forse in seguito allo sversamento di ghisa liquida da un carro ponte.
Dall’azienda
fanno sapere che quattro operai si sono rivolti all’infermeria. Due di questi
hanno riportato lievi contusioni. E’ stata, quindi, smentita dall’azienda, la
voce proveniente dalla fabbrica che parlava di un numero maggiore di operai
recatisi nell’infermeria in seguito all’esplosione.
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From: Mario
Murgia murgia.mario50@virgilio.it
To:
Sent: Sunday,
March 20, 2016 6:08 PM
Subject: “PANE
E AMIANTO” TG1 TV7 DEL 18/03/16
L’inchiesta
di Barbara Romano sulla tragedia dei morti e malati per amianto e altri veleni
fra i lavoratori ex Enichem di Ottana si può vedere al link:
al minuto
51:50.
“Pane e
Amianto”: questo è il titolo dell’inchiesta andato in onda il 18/03/16 su
RAI 1, nella puntata di TV7, dalle 23,30: si parla della tragedia dei morti e
dei malati provocati dall’amianto e altri veleni nello stabilimento EniChem di
Ottana, in Sardegna, come da tempo denunciato da AIEA, Associazione Italiana
Esposti Amianto.
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From: Mario
Murgia murgia.mario50@virgilio.it
To:
Sent:
Sunday, March 20, 2016 6:08 PM
Subject: LE
MORTI PER AMIANTO APPRODANO IN PARLAMENTO: MARTEDÌ AUDIZIONE IN COMMISSIONE D’INCHIESTA
Martedì prossimo
i rappresentanti dell’AIEA, saranno sentiti in audizione, sui profili di tutela
della salute e della sicurezza sul lavoro nei siti industriali ex EniChem della
Val Basento, regione Basilicata, e i siti di Ottana (NU) e di Assemini
(CA), regione Sardegna.
OTTANA E
ASSEMINI, LE MORTI PER AMIANTO APPRODANO IN PARLAMENTO: MARTEDÌ AUDIZIONE IN
COMMISSIONE D’INCHIESTA
Giovedì,17
Marzo 2016
Il caso
amianto approda in Parlamento, all’attenzione della commissione d’inchiesta
parlamentare. Martedì prossimo i rappresentanti dell’AIEA, saranno sentiti in
audizione, sui profili di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro nei
siti industriali di Ottana, ma anche quello di Assemini.
Una
richiesta per aprire un fascicolo sulle morti causate dall’amianto, in
particolare nella fabbrica di Ottana, era stata inviata qualche settimana fa
alla Presidente della Commissione la senatrice Camilla Fabbri, proprio dai
senatori del PD Silvio Lai, Giuseppe Cucca e Ignazio Angioni, a cui è poi
seguita la richiesta delle associazioni di essere sentite.
“L’auspicio”
- scrivono in una nota i senatori - “è che l’audizione di martedì possa essere
un primo importante passo verso la giusta direzione e che già in questa
primavera si possa prevedere un sopralluogo della commissione di inchiesta
negli stabilimenti chimici di Ottana e Assemini”.
Sempre sulla
questione amianto a Ottana, si registra una interpellanza parlamentare al
ministro del lavoro e delle politiche sociali da parte del parlamentare di SEL
Michele Piras, proprio sul mancato riconoscimento dei benefici e gli indennizzi
previsti ai lavoratori, ancora in attività, esposti precedentemente all’amianto.
Michele Piras mette in evidenza un possibile caso di conflitto di interessi in
questa intricata vicenda.
“Emergono
nuovi inquietanti particolari” - scrive Piras - “Scopriamo che un medico dell’INAIL
ha prestato concomitante servizio per l’Istituto e per le aziende che hanno
rilevato una parte delle attività dismesse dalla chimica di Stato. Il dubbio
sorge legittimo, soprattutto se registriamo l’atteggiamento dell’INAIL nei
confronti dei lavoratori dell’ex Enichem Ottana”.
Per il
parlamentare Sel esisterebbe quindi un caso di potenziale conflitto di interess.
“Ipotesi” - scrive Piras - “che, con una interpellanza urgente, abbiamo chiesto
al governo di verificare, al fine di favorire, nell’incrocio fra attività
politica, esposti alla magistratura, attività legislativa, una nuova stagione
di diritti e verità. Affinché ciò che è accaduto nell’area industriale non
accada mai più”.
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From: Mario
Murgia murgia.mario50@virgilio.it
To:
Sent:
Sunday, March 20, 2016 6:08 PM
Subject: AMIANTO
A OTTANA. I DUBBI SUL MEDICO INAIL COL DOPPIO INCARICO: CONFLITTO D’INTERESSI?
Da Il
Marghine
17/03/16
“A ogni passo che si compie, nella ricerca
di verità e giustizia per la contaminazione da amianto a Ottana, emergono nuovi inquietanti particolari,
nuovi dubbi circa la reale volontà delle nostre Istituzioni di riconoscere ai
lavoratori del polo chimico e alle famiglie delle vittime almeno i benefici di
legge per le malattie e i lutti subiti.
Oggi scopriamo che un medico dell’INAIL (ente preposto alla vigilanza sanitaria e al
riconoscimento della malattia professionale) ha prestato concomitante
servizio per l’Istituto e per le aziende che hanno rilevato una parte delle
attività dismesse dalla chimica di Stato,
aziende nelle quali hanno trovato occupazione 30 dei 180 lavoratori della ex
EniChem.
E se ovviamente questo non
ci legittima a trarre alcuna facile conclusione, il dubbio sorge legittimo, soprattutto se registriamo l’atteggiamento
dell’INAIL nei confronti dei lavoratori dell’ex EniChem Ottana.
Un caso di potenziale conflitto di interessi, ipotesi che, con una
interpellanza urgente, abbiamo chiesto
al governo di verificare, al fine di favorire - nell’incrocio fra attività
politica, esposti alla magistratura, attività legislativa - una nuova stagione:
di diritti e verità. Affinché ciò che è accaduto nell’area industriale non
accada mai più”.
Così scrive
il Deputato Sardo Michele
Piras, che ha
presentato oggi una Interpellanza Parlamentare al Ministro del Lavoro affinché
si chiariscano i contorni di una vicenda che vede da una parte i lavoratori di
Ottana privati del riconoscimento della malattia professionale, dall’altra un medico
che ha svolto un ruolo all’interno del Sito Industriale e che oggi ricopre la
funzione di medico INAIL titolato al riconoscimento delle stesse malattie
professionali.
Di seguito,
integralmente, l’Interrogazione a firma del Deputato Michele Piras.
INTERPELLANZA AL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE
POLITICHE SOCIALI
Premesso che:
la “EniChem
Fibre SpA” è stata la controllata del gruppo “EniChem” operante nel settore
della produzione di fibre sintetiche e di intermedi per materie plastiche; sorta
come settore della “Anic” (che nel 1967 aprì lo stabilimento principale in
Basilicata, a Pisticci) nacque ufficialmente nel 1984 a seguito della
decisione dell’EniChem di creare società controllate per i rispettivi settori
merceologici e produttivi: gli stabilimenti principali si trovavano a Pisticci
e ad Ottana (NU);
come
denunciato da varie associazioni (e come si evince da atti di sindacato
ispettivo depositati in questa legislatura anche dallo scrivente) sono numerose
le testimonianze su quanto accadeva nello stabilimento di Ottana negli anni ‘90 e a ridosso del terzo millennio, in
merito al contatto diretto degli allora lavoratori con l’amianto, in
particolare attraverso l’inalazione della fibra in condizioni di lavoro non
protetto;
nello
specifico, risultano essere decine i morti per tumori asbesto correlati che
hanno lavorato all’interno della EniChem Ottana ed altrettante persone oggi lottano contro la malattia;
nonostante ciò, non esiste alcun riconoscimento ufficiale (da parte delle
istituzioni dello Stato) della correlazione fra l’esposizione all’amianto e le
patologie contratte dai lavoratori di Enichem: infatti, alle famiglie dei
deceduti o di coloro che oggi lottano contro le malattie contratte sul luogo di
lavoro, non sono riconosciuti i risarcimenti per morte o danno alla salute
legate a causa professionale; nella stessa misura, non sono riconosciuti i benefici e
gli indennizzi previsti ai lavoratori, ancora in attività, esposti
precedentemente all’amianto;
“Ottana
Polimeri srl”, operante sullo stesso polo industriale della “Enichem”, nasce
dalla evoluzione di “Inca International” (successivamente “Equipolymers”); ad
oggi, 30 dei 180 lavoratori dipendenti della ex EniChem risultano impiegati
presso la “Ottana Polimeri srl”;
il dottor
D., dirigente medico INAIL della Sardegna, ha svolto negli anni la propria
attività anche al di fuori dell’incarico ricoperto presso l’Ente Previdenziale;
nello specifico ha svolto attività di medico competente dei lavoratori presso
la società “Ottana Polimeri srl” (nello stesso stabilimento sito in Ottana) in
seguito a incarico datato 1 luglio 2010 e ancora in data 21 ottobre 2013,
nonché fino all’anno 2014; precedentemente ha inoltre ricoperto lo stesso ruolo
per la “Equipolymers”, effettuando (a quanto si apprende da testimonianze
raccolte dalle associazioni) visite specifiche come “spirometrie”, presumibilmente
per il riscontro di patologie asbesto-correlate;
per sapere:
se i
Ministri interrogati ritengano che tali attività potevano essere espletate dal
medico compatibilmente con le funzioni di medico INAIL ovvero se l’INAIL abbia
autorizzato il dottor D. a svolgere attività anche fuori dall’Istituto;
se l’attuale
funzione di medico dell’Istituto INAIL Sardegna (svolta dal Dottor D. in
relazione alle istruttorie in atto presso l’INAIL di Nuoro, Sassari, Oristano e
Cagliari per il riconoscimento delle malattie professionali legate al crescere
delle morti e dei malati riconducibili agli ex lavoratori Enichem del sito
industriale di “Ottana”, nonché ai loro eredi per il riconoscimento della
rendita ai superstiti) sia compatibile con l’attività di medico competente per la sicurezza
dei lavoratori svolta negli anni precedenti nello stesso sito industriale,
ovvero se non ritengano che il medico versi in conflitto di interessi, anche alla luce di
quanto disposto dall’articolo 18 del regolamento generale dell’INAIL, oltre che in ottemperanza alle
disposizioni della legge 69 del 2015, che riguarda specificatamente i medici dell’Istituto
che sono tenuti ad osservare comportamenti tali da non determinare anche potenzialmente conflitti di interesse;
se ritengano
che quanto esposto in premessa sia comunque compatibile con l’attività
istituzionale svolta dall’INAIL e se non ritengano che ciò comporti gravi
pregiudizi all’istituto;
se non
intendano appurare se quanto in premessa sia fenomeno isolato ed occasionale
ovvero se altri medici dell’INAIL Sardegna abbiano esercitato in passato (o
tutt’ora esercitino) la propria attività professionale anche al di fuori dell’incarico
ricoperto presso l’istituto previdenziale;
se non
intendano verificare quanti siano i medici che lavorano in esclusiva per l’INAIL
Sardegna e se ciò sia conforme alla legge e, in caso contrario, quali
provvedimenti siano stati adottati in merito;
se intendano
offrire chiarimenti in merito alla situazione di cui sopra.
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From: Maria
Nanni mariananni1@gmail.com
To:
Sent:
Sunday, March 20, 2016 11:47 PM
Subject: COMUNICATO
CUB TRASPORTI FINE SCIOPERO GENERALE PER FERROVIE DEL 18 MARZO 2016
Ringraziamo
tutti i ferrovieri che hanno scioperato e hanno sostenuto la necessità
dello Sciopero Generale, proclamato da CUB, SI COBAS, USI AIT, SGB con adesioni
di varie altre realtà sindacali territoriali come Slai COBAS, USB, FIOM, FILT,
singoli attivisti e membri RSU, riconoscendo l’importanza di una mobilitazione
di tutto il mondo del lavoro contro le politiche di sfruttamento del Governo
che a cascata hanno colpito duramente i ferrovieri e che con la privatizzazione
alle porte ancor più minacciano il nostro futuro.
Gli
scioperanti hanno colto il nesso che unisce le specifiche problematiche dal
proprio posto di lavoro, dal proprio settore e dal comparto ferroviario stesso,
alla cornice più ampia di impoverimento e cancellazione di diritti del lavoro.
Una guerra interna condotta dal Governo per conto della parte confindustriale,
che si accompagna ai venti di quella esterna.
L’adesione
larga ha visto partecipare settori non di esercizio che solitamente sono meno
propensi alla manifestazione delle rivendicazioni nazionali. Sul versante
circolazione le aziende di trasporto hanno dato fondo a tutte le risorse anche
illegali per reperire personale che facesse partire i treni: da comandi fuori
normativa, forzature e distorsioni delle regole, personale in straordinario,
utilizzo di quadri, etc.
Ma l’adesione
dei ferrovieri è stata incancellabile. A coronamento le manifestazioni di
Milano, Firenze e Napoli hanno posto in risalto la necessità dei blocchi
sociali a sostegno della classe nella crisi attuale: studenti, lavoratori,
disoccupati, precari, licenziati.
Per contro
il pericolo di questa unità di intenti dal basso è stata ben colta dalla
controparte nei maldestri tentativi del Presidente del Consiglio per
deligittimarne la portata.
Così un caso
particolare merita attenzione, quando la Commissione di Garanzia Sciopero ha intimato
formalmente all’Organizzazione Sindacale CAT, con minaccia di sanzioni, di
ritirare il sostegno alle ragioni dello sciopero: si vuole colpire proprio ciò
che più fa paura, la progressiva formazione delle alleanze nel mondo del lavoro
che portano a esprimere su punti vertenziali qualificanti il maggior numero di
lavoratori che vi si riconoscono.
Per loro
diversamente va bene solo se addomesticati o divisi…
CUB
Trasporti
e-mail: cub-trasporti@libero.it
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From: Mario
Murgia murgia.mario50@virgilio.it
To:
Sent:
Wednesday, March 23, 2016 1:03 PM
Subject: VIDEO
INTEGRALE DELL’AUDIZIONE IN COMMISSIONE DI INCHIESTA SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO
Trasmetto il
video integrale dell’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul
fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie, professionali, che si è
tenuta ieri, 22 marzo 2016, alle 13:45 presso il Senato della Repubblica in
merito ai profili di tutela della salute e sicurezza sul lavoro connessi all’amianto,
inerenti i siti industriali ex ANIC/EniChem della Val Basento, di Ottana e di
Assemini.
Commissione
di inchiesta sugli infortuni sul lavoro: audizione 22 marzo 2016 AIEA
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From: Mario
Murgia murgia.mario50@virgilio.it
To:
Sent:
Wednesday, March 23, 2016 1:03 PM
Subject: ENICHEM,
MORTI AMIANTO: IL CASO IN SENATO
ENICHEM,
MORTI AMIANTO: IL CASO IN SENATO
“Esiste un
problema oggettivo di omogeneità di trattamento dei lavoratori rispetto all’accertamento
dell’esposizione all’amianto da parte dell’INAIL”.
L’ha
dichiarato la Presidente
della Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie
professionali del Senato, Camilla Fabbri, dopo l’audizione di Mario Murgia e
Sabina Contu, rispettivamente vice presidente nazionale e presidente regionale
di AIEA (Associazione Italiana Esposti Amianto).
I due
dirigenti hanno chiesto “il commissariamento del Contarp INAIL della Sardegna,
colpevole di non aver riconosciuto la presenza di amianto negli ex impianti
Enichem di Ottana e di Assemini a differenza di quanto avvenuto, a parità di
condizioni, a Pisticci, in Basilicata”.
Il caso
delle morti sospette per amianto è approdato in Parlamento dopo che i tre
senatori del PD, Silvio Lai, Ignazio Angioni e Giuseppe Cucca, avevano
suggerito alla senatrice Fabbri di aprire un fascicolo.
Contu e
Murgia hanno ripercorso le tappe della vicenda, portando tutta la
documentazione acquisita in anni di lavoro, e ricordando il caso del medico INAIL
(chiamato “il dottor D”) che avrebbe prestato servizio per l’Istituto, ma
contemporaneamente anche ad Ottana. Il conflitto di interessi del “dottor D” è
stato anche l’oggetto di una recente interrogazione del parlamentare di SEL
Michele Piras.
“L’inchiesta,
che oggi abbiamo istruito, dovrà proseguire prevedendo nuove audizioni” - ha
annunciato la Fabbri
- “in particolare delle autorità amministrative e giudiziarie che si stanno
occupando della vicenda dei lavoratori dell’ex Enichem esposti ad amianto e ad
altre sostanze nocive”.
Ansa News
FARE LUCE
SUI RESPONSABILI
(tratto dall’articolo
“Le Morti per Amianto, il senato apre un’istruttoria su Ottana” redatto da
Paolo Merlini e pubblicato dalla Nuova Sardegna il 23/03/16.
“Esiste un
problema oggettivo di omogeneità di trattamento dei lavoratori rispetto all’accertamento
dell’esposizione all’amianto da parte dell’INAIL Si tratta di un tema che
affronteremo nelle prossime settimane e che riguarda gli aspetti di tutto il
Paese”.
E’ quanto ha
dichiarato la Presidente
della Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie
professionali del Senato, Camilla Fabbri, dopo l’audizione di dopo l’audizione
di Mario Murgia e Sabina Contu dell’Associazione Italiana Esposti Amianto).
“L’inchiesta
che abbiamo istruito dovrà proseguire prevedendo nuove audizioni, in
particolare delle autorità amministrative e giudiziarie che si stanno occupando
della vicenda dei lavoratori dell’ex EniChem esposti ad amianto e ad altre
sostanze nocive.
Sempre sul
fronte della nostra indagine, poi, sarà importante accertare il ruolo delle
diverse proprietà e gestioni che, negli anni, si sono succedute, anche al fine
di verificare le responsabilità, tenendo conto del dovere di risarcire le
vittime.
Il caso dei
siti industriali ex EniChem dalla Sardegna alla Basilicata conferma quanto da
tempo, come Commissione abbiamo sostenuto: la necessità di arrivare alla
formulazione di un testo unico in materia che garantisca chiarezza normativa e,
quindi, giustizia rispetto ad un dramma che, come l’amianto, rappresenta e
rappresenterà una vera e propria emergenza per il nostro Paese.”
---------------------
From: Franco
Cilenti franco.cilenti@libero.it
To:
Sent: Monday,
March 28, 2016 1:22 PM
Subject: PUBBLICAZIONE
DEL NUMERO DI MARZO DEL PERIODICO LAVORO E SALUTE
Comunico la
pubblicazione del numero di marzo del periodico “Lavoro e Salute”, al link:
Gli
argomenti del numero di marzo:
Editoriale. Sindacati
malati o assenteisti?
Il punto su
Renzi e i lavoratori pubblici
Sanità: la
legalità del male
Malasanità
aziendale
Il TTIP
danneggia gravemente la salute
La
malasanità integrativa
Sanità Val
Susa: parla la gente
Sanità
privatizzata in Piemonte
Donne e
lavoro, la peggiore condizione
Lettera: ci
fanno lavorare troppo
I giovani
non si ribellano?
Note sulla “carta”
CGIL
La salute
dei lavoratori oggi
Maccacaro, l’umanità
di uno scienziato
Racconto: monologo
di un etilista
I tanti
ossessionati dal virus HIV
Partono i
referendum sociali
Perchè il
referendum contro le trivelle
Elezioni a
Torino, con Airaudo e Artesio
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From: Riccardo
Antonini erreemmea@libero.it
To:
Sent:
Wednesday, March 30, 2016 9:01 AM
Subject:
REPORT DI RINGRAZIAMENTO SULL’ESPOSIZIONE DELLA MOSTRA “INCANCELLABILE”
Dal 21
gennaio al 6 marzo 2016, abbiamo esposto la mostra sulla strage ferroviaria di
Viareggio “Incancellabile” in via San Martino (zona mercato) a Viareggio.
Ogni giorno
dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00, è stato un bell’impegno: un
mese e mezzo intenso e faticoso ma grazie alla vostra disponibilità abbiamo
realizzato, come scrivono i familiari, “Un altro piccolo grande mattone da
collocare ne IL MONDO CHE VORREI”.
Assemblea 29
giugno e i familiari esprimono la loro gratitudine ad Anna Maria, Concetta, Maria
Rosa, Sonia, Roberto, Giuliano, Lorenzo, Carlo Alberto, Francesco, Mario,
Annalisa, Sara, Linda, Francoise, Moreno...
Come si suol
dire: “L’unione ha fatto la forza”.
In questo
mese e mezzo abbiamo incontrato 800-900 visitatori alla mostra, abbiamo fatto
nuove tessere all’Associazione dei familiari, abbiamo diffuso libri, DVD,
magliette, ecc. e migliaia di volantini per il “NO alla prescrizione per
Viareggio!”
Inoltre,
abbiamo incontrato studenti di varie classi e scuole e le società sportive (dal
calcio all’hockey, dal basket alla pallavolo, dal tennistavolo al beach volley)
che sulle loro maglie di gioco hanno apposto ed esposto il simbolo dell’Associazione
“Il Mondo che vorrei”.
Grazie per
aver reso possibile in forma così ampia e articolata l’esposizione della mostra
“INCANCELLABILE”.
Vi
aspettiamo alle prossime iniziative ed alla prossima...avventura.
Viareggio,
29 marzo 2016
Associazione
“Il Mondo che vorrei”
Assemblea 29
giugno
---------------------
From:
Medicina Democratica segreteria@medicinademocratica.org
To:
Sent:
Thursday, March 31, 2016 12:09 AM
Subject: 7
APRILE 2016: GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE
Newsletter
del sito www.medicinademocratica.org
7 APRILE
2016 GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE
PALAZZO
ISIMBARDI, VIA VIVAIO, 1 MILANO ORE 17.30
RETE PER IL
DIRITTO ALLA SALUTE DI MILANO E LOMBARDIA MEDICINA DEMOCRATICA ONLUS,
ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO, COMITATO PER LA DIFESA DELLA SALUTE
NEI LUOGHI DI LAVORO E NEL TERRITORIO
7 APRILE
1916 - 7 APRILE 2016 GIORNATA MONDIALE DI MOBILITAZIONE PER IL DIRITTO ALLA
SALUTE
Come ogni
anno, il 7 aprile si celebra la giornata mondiale di mobilitazione per il
diritto alla salute.
In Europa, i
paesi con sistemi sanitari pubblici, in particolare, Inghilterra, Francia,
Spagna, Italia hanno subito o stanno subendo pesanti attacchi che hanno messo o
stanno mettendo in crisi il diritto universale alla salute. Il neo liberismo
diffuso impone forme sempre più spinte di privatizzazione a partire dai
tentativi di diffusione delle assicurazioni sanitarie integrative (e non solo)
che vengono sistematicamente introdotte nei rinnovi dei contratti collettivi
nazionali di lavoro.
La sanità
viene considerata una merce qualsiasi, oggetto dell’iniziativa del mercato e
fonte di profitto.
In
solidarietà e in unione con tutti i movimenti, le associazioni e i sindacati
che si oppongono alle misure che vanno in quella direzione, compresi in
particolare i paventati accordi internazionali TTIP e TISA, le associazioni
unite nella Rete per il diritto alla Salute di Milano e Lombardia di cui fanno
parte Medicina Democratica, il Forum Civico Metropolitano, l’associazione Senza
Limiti onlus (per la difesa degli anziani cronici non autosufficienti e
disabili gravi), l’Associazione Italiana Esposti Amianto onlus hanno deciso di
celebrare questa giornata a Milano anche per riflettere sulla recente Legge
approvata dalla regione Lombardia (Legge n. 23 dell’11 agosto 2015) di
evoluzione del sistema sanitario lombardo.
La salute è
un bene comune cui non si può rinunciare e che va perseguito. Il sistema
sanitario nazionale va difeso, implementato, sostenuto. Si tratta di un diritto
costituzionale che richiede, per essere attuato, un’organizzazione sanitaria
universale, gratuita e partecipata, basata sulla prevenzione.
Parteciperanno
ed interverranno:
Hakim Baya,
membro della Commissione internazionale di Solidaires SUD Sante Sociaux
(France)
Piergiorgio
Duca, presidente di Medicina Democratica (docente di biometria e statistica
medica dell’Università di Milano),
Alberto
Donzelli, esperto di sanità pubblica della fondazione Allineare Sanità e Salute
Giuseppe
Natale, portavoce Forum Civico Metropolitano
Andrea
Micheli, epidemiologo – esperto europeo di economia sanitaria
Vittorio
Agnoletto, medico del lavoro e docente di “globalizzazione e politiche della
salute” all’Università Statale di Milano
Margherita
Napoletano, del Coordinamento Rappresentanti Lavoratori per la Sicurezza - Sanità
Carlo
Parascandolo, della Rete per il diritto alla salute di Milano e Lombardia
L’incontro
si svolgerà giovedì 7 aprile dalle ore 17.30 alle ore 20.30 presso la Sala degli Affreschi di
palazzo Isimbardi, già sede della Provincia, in via Vivaio, 1 a Milano.
Aiuta
Medicina Democratica onlus devolvendo il tuo 5 per mille firmando nella tua
dichiarazione dei redditi nel settore volontariato e indicando il codice
fiscale 97349700159.
Sito web: www.medicinademocratica.org
Facebook: www.facebook.com/medicinademocratica
---------------------
From: Carlo
Soricelli carlo.soricelli@gmail.com
To:
Sent:
Thursday, March 31, 2016 6:27 PM
Subject: REPORT
MORTI SUL LAVORO NEI PRIMI TRE MESI DEL 2016
Sono 130 i
morti per infortuni sui luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno, erano 120 il 31
marzo del 2015 (+7,3%) e 132 lo stesso giorno del 2008 (-1,6%) e questo
nonostante si siano persi centinaia di migliaia di posti di lavoro dall’anno d’apertura
dell’Osservatorio.
Con le morti
sulle strade e in itinere si superano i 270 morti complessivi per infortuni.
Consigliamo
a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per
infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un
mezzo di trasporto.
I lavoratori
che muoiono sulle strade e in itinere sono a tutti gli effetti morti per
infortunio sul lavoro, ma richiedono interventi completamente diversi dai
lavoratori morti sui luoghi di lavoro.
E su questo
aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i metalmeccanici
che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni, poi, nelle
statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate dall’itinere,
dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi in questa
categoria che è numerosissima e una forte mobilità.
E’
ricominciata la strage di agricoltori schiacciati dal trattore, sono già 15
dall’inizio dell’anno, di questi, come previsto, addirittura cinque negli
ultimi due giorni. Tutti gli anni sui luoghi di lavoro il 20% di tutte le morti
per infortuni sono provocate da questo mezzo. 132 sono i morti schiacciati dal
trattore nel 2015 e 152 nel 2014.
Da anni
chiediamo al Primo Ministro Renzi, al Ministro del Lavoro Poletti e delle
Politiche Agricole Martina di fare una campagna informativa sulla pericolosità
del mezzo prima che inizi la strage. Purtroppo senza ottenere nessun risultato.
Contiamo molto della sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni
giorno visitano il sito. In questi nove anni di monitoraggio le percentuali
delle morti nelle diverse categorie sono sempre le stesse: l’agricoltura sempre
la categoria con più vittime, seguono l’edilizia, i servizi, i metalmeccanici e
l’autorasporto.
MORTI PER
INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO NEL 2016 PER REGIONE E PROVINCIA.
TOSCANA 12: Lucca
3, Livorno 2, Massa Carrara 2, Pisa 2, Arezzo 1, Pistoia 1, Siena 1.
PIEMONTE 11:
Cuneo 4, Asti 3, Torino 3, Alessandria 1.
VENETO 11: Padova 3, Vicenza 3, Treviso 2, Venezia 1, Belluno 1, Verona
1.
EMILIA
ROMAGNA 10: Bologna 2, Forlì Cesena 2, Modena 2, Reggio Emilia 2, Ferrara 1,
Piacenza 1.
SICILIA 8:
Agrigento 3, Caltanissetta 1, Catania 1, Enna 1, Ragusa 1.
LOMBARDIA 8:
Brescia 4, Bergamo 3, Como 1.
CAMPANIA 8:
Napoli 5, Salerno 3.
PUGLIA 7: Taranto
3, Barletta Andria Trani 1, Brindisi 1, Foggia 1, Lecce 1.
LAZIO 6:
Roma 2, Frosinone 2, Viterbo 1, Latina 1.
TRENTINO
ALTO ADIGE 6: Trento 3, Bolzano 3.
SARDEGNA 5:
Cagliari 2, Sassari 2, Oristano 1.
MARCHE 6: Macerata
3, Ancona 1, Ascoli Piceno 1.
ABRUZZO 5: Pescara
2, L’Aquila 1, Chieti 1, Teramo 1.
UMBRIA 4: Terni
3, Perugia 1.
CALABRIA 2:
Cosenza 1, Reggio Calabria 1.
LIGURIA 2:
Genova 1, Imperia 1.
FRIULI
VENEZIA GIULIA 2: Pordenone 1, Udine 1.
MOLISE 1:
Campobasso 1.
I lavoratori
morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle
province.
MORTI SUL
LAVORO NEL 2015
Sono stati
678 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro nel 2015, contro i 661 del 2014
(+2,6%), erano 637 nel 2008 (+6,1%).
I morti sul
lavoro non sono aumentati solo quest’anno come stimato dalle denunce INAIL.
Noi
registriamo un aumento significativo anche rispetto al 2008, anno di apertura
dell’Osservatorio.
Con le morti sulle strade e in itinere si superano i 1.400 morti complessivi (stima minima).
Con le morti sulle strade e in itinere si superano i 1.400 morti complessivi (stima minima).
MORTI PER
INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO NEL 2015 PER REGIONE E PROVINCIA IN ORDINE
DECRESCENTE DELLE MORTI.
LOMBARDIA 77:
Brescia 24, Bergamo 12, Milano 10, Como 3, Cremona 3, Mantova 3, Pavia 6,
Sondrio 6, Varese 5, Lecco 2, Lodi 2, Monza 2.
TOSCANA 68:
Grosseto 11, Firenze 9, Massa Carrara 9, Arezzo 8, Pisa 7, Pistoia 6, Prato 6, Livorno 5, Lucca 4, Siena 2.
VENETO 55: Vicenza
19, Verona 9, Venezia 7, Treviso 7, Padova 6, Rovigo 5, Belluno 2.
CAMPANIA 52:
Salerno 19, Napoli 13, Benevento 9, Caserta 7, Avellino 3.
SICILIA 46: Palermo
15, Messina 6, Agrigento 5, Siracusa 5, Trapani 5, Caltanissetta 4, Catania 4, Ragusa 3.
PIEMONTE 45:
Torino 16, Cuneo 10, Alessandria 5, Biella 4, Asti 3, Vercelli 2, Novara 1,
Verbano Cusio Ossola 1.
LAZIO 39: Roma
19, Viterbo 10, Frosinone 6, Latina 2, Rieti 2.
PUGLIA 38:
Bari 19, Barletta Andria Trani 4, Brindisi 4, Foggia 4, Taranto 4, Lecce 3.
EMILIA
ROMAGNA 32: Bologna 6, Modena 6, Ravenna 4, Forlì Cesena 3, Ferrara 3, Piacenza
3, Reggio Emilia 3, Parma 2, Rimini 2.
ABRUZZO 31: Chieti
10, L’Aquila 9, Teramo 8, Pescara 3.
TRENTINO
ALTO ADIGE 24: Bolzano 14, Trento 10.
MARCHE 19: Ancona
6, Ascoli Piceno 5, Fermo 3, Pesaro-Urbino 3, Macerata 2.
CALABRIA 21:
Catanzaro 6, Cosenza 6, Crotone 3, Reggio Calabria 3, Vibo Valentia 3.
LIGURIA 14: La Spezia 6, Genova 3, Savona
3, Imperia 2.
FRIULI
VENEZIA GIULIA 15: Pordenone 7, Udine 5, Gorizia 1.
UMBRIA 14: Perugia
11, Terni 3.
MOLISE 12: Campobasso
11, Isernia 1.
SARDEGNA 12:
Cagliari 5, Oristano 3, Medio Campisano 2, Carbonia Iglesias 1, Ogliastra 1,
Olbia-Tempio 1.
BASILICATA 8:
Potenza 4, Matera 4.
VALLE D’AOSTA:
2.
I lavoratori
morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle
province.
L’INAIL nel 2014 ha riconosciuto
complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono decessi in itinere
e sulle strade, ma le denunce per infortuni mortali sono state 1.107.
Crediamo che
anche per il 2016 ci siano più o meno le stesse percentuali. Nel 2015 tra gli
assicurati INAIL sembra ci sia stata un’inversione di tendenza, per la prima
volta dopo tantissimi anni questo Istituto vede aumentare le denunce per
infortuni mortali, questo nei primi dieci mesi del 2015. Ma le denunce non
comportano necessariamente un riconoscimento dell’infortunio. Sta a noi che
svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far conoscere
anche questo aspetto ai cittadini italiani.
Sito
Osservatorio Morti sul Lavoro
---------------------
From: Federico
Giusti giustifederico@libero.it
To:
Sent:
Saturday, April 02, 2016 8:20 AM
Subject: PISA:
PRESENTAZIONE LIBRO “ILVA LA TEMPESTA PERFETTA”
Locandina
iniziativa Pisa
per mailing.
diffusione, sito e appuntamenti
Federico
Giusti
Libreria Tra
le Righe
via Corsica,
8 Pisa
Telefono e
fax 050 83 01 77
Mercoledì 12
aprile ore 18
Presentazione
del dossier sull’ILVA
Tra morti
bianche, devastazione del territorio e crimini impuniti.
“ILVA la tempesta perfetta. Tutti gli
avvenimento della fase calda 2012-2012”.
Saranno
presenti gli autori.
Libreria “Tra
le Righe”
Sportello
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro dei Cobas Pisa
---------------------
From: Maurizio
Loschi maloschi@alice.it
To:
Sent:
Saturday, April 02, 2016 10:44 AM
Subject: REFERENDUM
PROSSIMI VENTURI; VUOI SAPERNE DI PIÙ?
Carissima,
carissimo,
oltre al
referendum sulle trivelle del 17 aprile prossimo sono stati costituiti dovunque,
e quindi anche a Savona, i comitati promotori per alcuni nuovi quesiti
referendari riguardanti la scuola, gli inceneritori e la possibilità di
trivellare impunemente territorio e fondali marini.
Abbiamo a
disposizione molto materiale riguardante tali referendum e la raccolta delle
firme conseguente, ma non vogliamo intasare inutilmente la tua casella di
posta.
Ti chiediamo
pertanto se sei interessata/o a ricevere informazioni su questi temi o meno.
Se ti
interessa rispondi di SI a chi ti ha inviato questo messaggio e verrai inserito
in questa mailing-list temporanea, che verrà sospesa subito dopo la raccolta
delle firme a riattivata esclusivamente per la durata della campagna
referendaria, e poi definitivamente cancellata.
Ovviamente
puoi inoltrare questa mail a tua volta alla tua rubrica di conoscenti e fare da
tramite per le risposte positive.
Ci
impegniamo comunque a non trasmettere a questa mailing-list allegati pesanti
(piuttosto metteremo il link al sito dove scaricarli) e a non inviarti più di 3
mail alla settimana.
Sperando in
una tua risposta affermativa, un caro saluto e l’augurio di difendere insieme
la qualità della scuola, l’aria pulita e la tutela del mare e del territorio.
Il comitato
promotore di Savona
---------------------
From:
Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
To:
Sent:
Sunday, April 03, 2016 2:15 PM
Subject: NO
TRIV: PERCHE’ SI !
PERCHE’
DOBBIAMO VOTARE SI AL REFERENDUM NO TRIV DEL 17 APRILE
CON I
QUESITI REFERENDARI ABBIAMO GIA’ OTTENUTO RISULTATI IMPORTANTI, ADESSO FACCIAMO
UN ALTRO PASSO
L’esecutivo
del governo Renzi per mesi ha fatto di tutto (a livello lecito e sottobanco,
mettendo in campo un mix di strumenti normativi e di ricatti basati su logiche
di scambio) per evitare ad ogni costo che si potesse giungere a questo
importante appuntamento referendario.
La
determinazione con cui l’attuale compagine governativa, in maniera a volte
subdola e/o sfacciatamente vergognosa, ha finora perseguito la finalità di
ostacolare l’idea stessa che milioni di italiani potessero dire la loro in
materia di perforazioni per la prospezione, ricerca, coltivazione di
idrocarburi, ha infatti aspetti davvero grotteschi, come il ricorso alla Legge
di Stabilità per eludere principi e prassi decisorie che fino a poco tempo fa
sembravano inderogabili pilastri del cosiddetto “Sblocca Italia”.
E’ il caso
della scomparsa “per magia”, tramite semplice emendamento, dei principi di “strategicità,
indifferibilità, urgenza, pubblica utilità”, che rappresentavano l’anima stessa
del decreto legge “Sblocca Italia” (poi Legge n 164/2014).
E’ il caso
della titolarità all’esproprio già prima dell’esito delle attività di
prospezione e ricerca, così come della facoltà di assoggettare quote
considerevoli di territorio per costruire infrastrutture funzionali agli
impianti ed alle attività di trasformazione e trasporto degli idrocarburi al di
fuori delle aree di concessione.
E’ altresì
il caso dell’abolizione del diritto di decisione da parte dello stesso
presidente del consiglio, al termine di tempi ristretti e di un iter che
esclude l’intesa “in senso forte” tra Stato ed Enti locali in sede di
Conferenza dei Servizi. Lo stesso Piano delle Aree (dove le Companies
potrebbero avanzare richieste o meno) è stato semplicemente cancellato, così
lasciando alle multinazionali la facoltà non solo di continuare ad avanzare
richieste di permessi e concessioni in modo selvaggio e senza criteri condivisi
da Enti locali e territori, ma addirittura concedendo loro la facoltà di
avvalersi di un doppio regime legislativo per l’ottenimento dei titoli.
Insomma, di
6 quesiti referendari ammessi il Novembre scorso dalla Corte di Cassazione, la Corte Costituzionale
ne ha salvato solo uno, a seguito appunto degli emendamenti in Legge di
Stabilità, che pur assorbendo 3 dei quesiti proposti, ne lasciava elusi altri
due, attualmente impugnati per “conflitto di attribuzione” da sei delle 10
Regioni che avevano depositato i quesiti a Settembre. Ad oggi si attende
il provvedimento di ammissibilità il prossimo 9 Marzo.
LE
CONDIZIONI PER DARE UNA SPINTA CONTRO IL FOSSILE SONO FAVOREVOLI
Chi da anni
avverte il peso sulla propria vita, sulla propria pelle, nel condizionamento
delle scelte economiche, in quanto vive e lavora a ridosso di centri oli,
raffinerie, hub portuali, pozzi petroliferi, centri e/o pozzi di stoccaggio di
petrolio e di gas; quanti vivono con sotto i piedi oleodotti e gasdotti; quanti
bevono e coltivano la terra con acque provenienti da falde inquinate da
centinaia di sostanze chimiche, da metalli pesanti, da idrocarburi; i
pescatori, i lavoratori del settore turistico/alberghiero, oggi non si chiedono
SE appoggiare questo referendum, ma COME continuare ad accumulare forza sociale
e politica per voltare pagina, per chiudere con leucemie, tumori, avvelenamento
di acqua, aria, suolo, cibo, per andare finalmente oltre il modello energetico
fondato sulle fossili. La combinazione, negli ultimi mesi, della campagna
planetaria di pressione dal basso verso i lavori della conferenza
internazionale sul clima a Parigi (COP 21), con la forte sensibilizzazione
provocata dalla lettera enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”, ha fatto da
detonatore per le lotte territoriali contro le grandi opere, in un contesto
internazionale di accelerazione dell’iniziativa bellica, di forte e veloce
cambiamento degli assetti geopolitici, mentre resta perdurante la tendenza al
ribasso storico del costo unitario di produzione del barile.
IL VOTO DEL
17 APRILE FAVORISCE UNA GRANDE COALIZIONE SOCIALE PER ATTUARE LA TRANSIZIONE ENERGETICA
FONDATA SULLE RINNOVABILI PULITE
Il voto del
17 Aprile è un voto immediatamente politico, in quanto, al di là della
specificità del quesito, residuo di trabocchetti e scossoni, esso è l’UNICO
STRUMENTO di cui i movimenti che lottano da anni per i beni comuni e per l’affermazione
di maggiori diritti possono al momento disporre per dire la propria sulla
Strategia Energetica nazionale che da Monti a Renzi resta l’emblema dell’offesa
ai territori, alle loro prerogative, alla stessa Costituzione italiana.
Lo sanno
bene le centinaia di comitati e di associazioni, i comitati che lottano contro
le piattaforme a mare, così come contro la Tap, contro le centinaia di chilometri di tubi
delle reti di gas su faglie sismiche, contro centrali e pozzi di stoccaggio che
provocano sismicità indotta per decreto ministeriale, contro le raffinerie che
emettono sostanze nocive, contro i depositi di stoccaggio a rischio di
incidente rilevante e di inquinamento della falda; lo sanno i produttori
ortofrutticoli, gli allevatori, così come le reti per l’opzione Combustione
Zero Rifiuti Zero.
Se alle
centinaia di associazioni a carattere nazionale si sono aggiunti i comitati No
TAV della Val di Susa, così come il Forum nazionale per l’Acqua Pubblica, la Confederazione Cobas,
la FIOM, non è
certo in virtù di una squallida operazione di sommatoria aritmetica delle
piccole convenienze locali.
Di certo chi
conosce gli equilibri sociali, politici, culturali, economici, di chi gestisce
(tra l’altro senza mandato elettorale!) le sorti di circa 60 milioni di
italiani, sa bene che il referendum “questo referendum”, rappresenta la porta
stretta attraverso cui solo uno potrà passare: o vinceranno la furbizia ed il
gioco sporco che il governo Renzi sta conducendo con estrema arroganza e
sicumera in nome della TTIP, delle lobbies inceneritorie, finanziarie, delle
multinazionali, o vinceranno le ragioni di chi chiede diritti, dignità,
rispetto dei territori e della salute, affermazione del valore d’uso attraverso
esercizio diffuso, decentrato e diretto, dal basso, di più democrazia.
Non abbiamo
scelto noi il quesito su cui far convergere, in questa delicata fase di
transizione autoritaria e centralizzatrice dei poteri, l’intelligenza e la
potenza delle reti del conflitto e della proposta per quello che fino a pochi
anni or sono si definiva comunemente “un altro mondo è possibile!”.
Abbiamo
comunque uno strumento di convergenza comune, una tabella che indica con
chiarezza il percorso praticabile. Sappiamo bene che ci attende un percorso
duro ed irto di ostacoli, ma dobbiamo essere fieri di quanto siamo riusciti a
fare finora; ancor più di quanto stiamo facendo, senza smettere di essere
ambiziosi!
Portare al
voto 26 milioni di italiane/i (tanti ne occorrono per il quorum!), sapendo tra
l’altro che i sondaggi danno il Sì al 40% (nemmeno per lo scorso referendum su
Acqua Pubblica e Nucleare a Febbraio davano tanto!), vuol dire sintonizzarsi
fraternamente, solidarizzare, crescere concentrandosi sull’obiettivo. Vuol dire
mettere a disposizione non un freddo dispositivo di propaganda, ma attivare un
sentire comune, attivare saperi e progettualità essenziali per la sfida della
transizione.
La
transizione alle rinnovabili pulite non può essere una delega in bianco alla
miglior convenienza delle lobbies energetiche. E’ anzitutto controllo
consapevole esercitato dal basso in condizioni di condivisione e di
formazione/autoformazione costante; è espropriazione del monopolio alienato
della scienza e pratica della soddisfazione a misura di bisogni collettivi
individuati.
LA SPINTA
REFERENDARIA COSTRINGE MOLTE COMPAGNIE A RINUNCIARE
Soltanto
fino a poche settimane fa sarebbe stato azzardare immaginare che, dopo la
pioggia di richieste di permessi, alcune compagnie potessero abbandonare il
campo. La spinta referendaria, letta come recepimento formale di una pressione
materiale costante e crescente dovuta ai crescenti cicli di lotta sviluppatisi
nell’intero paese, in terra ed in mare, ha creato, contrariamente ai servili
desiderata dell’esecutivo centrale, un quadro di forte incertezza normativa.
Adesso è un
fatto che il governo ha dovuto emanare un apposito decreto di azzeramento per
il permesso in Adriatico “Ombrina mare due” della Rockhopper, una delle più
discusse e controverse concessioni a mare, che nonostante ripetute mobilitazioni
di massa, ricorsi, leggi regionali, sembrava ineluttabilmente in fase di avvio
operativo.
Stessa sorte
per l’odiato permesso chiesto dalla compagnia Petroceltic di fronte alle isole
Tremiti; per un permesso della Appennine Energy nello Jonio, dove inoltre, in
questi giorni, la Shell
abbandona i giacimenti nel golfo di Taranto, inviando al Ministero dello
Sviluppo Economico la lettera con cui rinuncia al permesso di cercare il
petrolio nel mare fra Puglia, Basilicata e Calabria, con le istanze riguardanti
i due permessi di ricerca D7482FR-SH E D7482FR-SH.
I TERRITORI
CONTINUANO A CONTARE
In pochi
mesi il processo messo in atto dalla strategia referendaria ha consentito di
ottenere un vero e proprio capovolgimento dell’impianto centralizzatore e decisionista
del famigerato “Sblocca Italia”.
Un primo
banco di prova riguarda il recupero delle competenze regionali nelle procedure
di Via per il progetto di movimentazione e stoccaggio di petrolio e di gas a
Taranto, in Puglia, provenienti dal nuovo Centro Oli di “Tempa Rossa”, in
Basilicata, e destinati alla raffinazione off shore.
La giunta
regionale pugliese torna, grazie all’assorbimento dei quesiti referendari negli
emendamenti alla Legge di Stabilità, ad avvalersi di poteri e competenze,
mentre i cittadini ed i movimenti dispongono nuovamente di un importante
interlocutore istituzionale, che nel peggiore dei casi potrà essere
destinatario di azioni di conflitto e di pressione.
Come ai
tempi delle mobilitazioni per sollecitare le amministrazioni comunali a
deliberare per chiedere ai rispettivi presidenti di giunta regionale l’impugnazione
dell’art. 38 dello Sblocca Italia, il referendum agisce da esplicito
catalizzatore motivazionale all’azione deliberante di giunte e consigli
comunali contro numerose richieste di permessi, come sta accadendo in diversi
comuni campani e lucani in questi giorni, dove sono i sindaci a convocare
esponenti di comitati No Triv e movimenti a loro sostegno.
RENZI TEME LA DEBACLE PER LE “SUE”
RIFORME ISTITUZIONALI
Abbiamo poco
tempo per riuscire ad incidere in modo adeguato ed efficace. Il Governo,
obbligato a stabilire una data per la celebrazione del referendum No Triv, non
a caso sceglie la prima domenica utile per legge. Oltre a sacrificare senza
batter ciglio l’equivalente dell’ammontare annuale delle royalties (non meno di
350 milioni di Euro!), pur di evitare l’election day, sta tentando di sabotare
i tempi per il normale dispiegamento di una campagna elettorale degna di questo
nome. In realtà il presidente del Consiglio non vuole che la strada per il
referendum confermativo istituzionale, stabilito ad Ottobre 2016, tra cui la
revisione del Titolo V della Costituzione (di cui lo Sblocca Italia è una
sostanziale anticipazione), possa in alcun modo essere ostacolato da altri fenomeni
di grande catalizzazione del dissenso.
Il
referendum del 17 Aprile rappresenta in realtà un potente momento di accumulo
positivo di energie sociali, di saperi, di creatività, di veloce incremento di
relazioni operative tra reti consolidate. Lo stesso Renzi ha più volte
dichiarato che in caso di sconfitta del “suo” referendum istituzionale
abbandonerebbe il suo ruolo attuale e la stessa politica.
Allora,
diamo una mano al campione del decisionismo neoliberista a lasciare campo libero
ad una grande coalizione per il bene comune! Il quadro è quindi complesso e
dinamico. Gli elettori hanno voglia e necessità, dopo anni di lotte, di potersi
esprimere non solo nel merito dei quesiti ammessi, ma dell’intera Strategia
Energetica Nazionale.
Raggiungere
il quorum in tempi così brevi e sapendo coinvolgere vittoriosamente 26 milioni
di cittadine/ italiane/i, significherebbe saper guidare dal basso un intero
processo di trasformazione sociale e politica di un paese ammuffito ed
intristito da una crisi asfittica, con effetti trascinanti anche per le lotte
di altri paesi europei.
Coordinamento
Nazionale No Triv
CONTATTI
Sito web: http://www.notriv.com
Email: info@notriv.com
Facebook: “Coordinamento
Nazionale No Triv”
Twitter:
@triv_no
---------------------
From:
Alessandra Cecchi alexik65@gmail.com
To:
Sent:
Sunday, April 03, 2016 2:15 PM
Subject: TRIVELLE
FUORILEGGE
Il documento
di Greenpeace “Trivelle fuorilegge. Uno studio sull’inquinamento provocato
dalle attività estrattive in Adriatico”, marzo 2016, pagine 15 è scaricabile al
link:
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