Milano: amianto nel metrò e
nei depositi dei bus, due ex dg di Atm a processo per la morte di 6 operai
Devono rispondere di omicidio colposo e lesioni
gravissime per i decessi e per le malattie che hanno colpito altri due
dipendenti. I pm: "Non hanno adottato misure di sicurezza adeguate"
di FRANCO
VANNI
|
31 ottobre
2016
Vanno a
processo i direttori generali di Atm, la società dei trasporti pubblici
milanesi, in carica fra il 1988 e il 2001, Elio Gambini e Roberto
Massetti. Lo ha
deciso il giudice dell'udienza preliminare di Milano, Ilaria De Magistris, che
ha rinviato a giudizio i due dirigenti nel procedimento per la morte di sei dipendenti
dell'azienda dei trasporti milanesi, uccisi da tumori alle vie respiratorie
dopo avere inalato polveri di amianto. Altri due dipendenti Atm sono gravemente
malati, sempre per patologie connesse al contatto con fibra d'amianto, come il
mesotelioma pleurico.
Secondo l'accusa formulata dal pubblico ministero Maurizio Ascione, Gambini e Massetti - il primo in carica dal 1988 al 1995, il secondo dal 1995 al 2001 - non avrebbero fatto nulla per salvaguardare i dipendenti Atm da "importanti rilasci di fibre" di amianto. A entrambi, il pm contesta i reati di omicidio colposo e lesioni gravissime. La sostanza cancerogena, secondo quanto ricostruito dalla procura, era presente al tempo dei fatti contestati "in maniera massiccia" nei rivestimenti delle arcate delle gallerie della metropolitana e nelle strutture dei depositi Atm.
Secondo l'accusa formulata dal pubblico ministero Maurizio Ascione, Gambini e Massetti - il primo in carica dal 1988 al 1995, il secondo dal 1995 al 2001 - non avrebbero fatto nulla per salvaguardare i dipendenti Atm da "importanti rilasci di fibre" di amianto. A entrambi, il pm contesta i reati di omicidio colposo e lesioni gravissime. La sostanza cancerogena, secondo quanto ricostruito dalla procura, era presente al tempo dei fatti contestati "in maniera massiccia" nei rivestimenti delle arcate delle gallerie della metropolitana e nelle strutture dei depositi Atm.
Le vittime
sono un autista di bus, un elettricista, un meccanico incaricato della
riparazione di autobus, un addetto al segnalamento ferroviario
della metropolitana, un tecnico elettricista e un falegname. Secondo la
procura, i decessi - avvenuti in un periodo compreso fra il 2009 e il 2015 -
sarebbero direttamente riferibili alle condotte di Gambini e Massetti. I
due direttori generali non avrebbero infatti impedito "manutenzioni e
lavori" in ambienti "suscettibili di importanti rilasci di
fibre". I lavoratori avrebbero a lungo operato in ambienti sprovvisti di
"adeguato impianto di aspirazione" e "filtri nelle camere di
ventilazione" contro le fibre che sarebbero rimaste in sospensione
nell'aria a causa dell'intenso traffico nelle gallerie. Su decisione dello
stesso giudice De Magistris, la stessa Atm è entrata nel procedimento come
possibile responsabile civile, come chiesto dalle famiglie dei lavoratori
malati o deceduti. Le famiglie dei lavoratori si sono costituite parti civili e
sono rappresentate, tra gli altri, dagli avvocati Luca Marcarini ed
Eleonora Galimberti. Il processo nei confronti di Gambini e Massetti si aprirà
il 13 gennaio di fronte ai giudici dell'undicesima sezione penale del tribunale
di Milano.
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